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popoli di un continente, la cui conoscenza, a distanza di quasi tre secoli dalla scoperta, non era ancora
molto diffusa tra il grande pubblico» (D.B.I., XXVI, p. 725).
Originario di Venezia, Giovanni Domenico Coleti entrò giovanissimo nel collegio gesuitico di Ravenna.
Nel 1755 si imbarcò per l’America latina, giungendo a Cartagena. Presi i voti, si trasferì a Quito, dove
terminò gli studi teologici ed apprese lo spagnolo. Cominciò quindi ad insegnare grammatica e, nel tempo
libero, a raccogliere materiale con lo scopo di scrivere una grande storia del Sud America.
Nel 1767, in seguito al decreto di espulsione di Carlo III, che bandiva i Gesuiti da tutti i territori del Regno,
fece ritorno in Italia. Dopo la soppressione dell’Ordine nel 1773, lavorò come segretario di alti prelati e fu
nominato protonotario apostolico. Morì a Venezia nel gennaio del 1798.
Coleti fu in contatto epistolare con tutti i maggiori intellettuali del suo tempo, da Algarotti a Muratori, da
Tiraboschi a Morelli.
Catalogo unico, IT\ICCU\PUVE\003107 e 00308. Sabin, 14339. Leclerc, 125. De Backer-Sommervolgel, II,
1285. € 1.900,00
UN ORIGINALE CUOCO NAPOLETANO
47) CORRADO, Vincenzo (1738-1836). Il Credenziere di buon gusto opera meccanica dell’Oritano
V.C. Napoli, Nella Stamp. Raimondiana, 1778.
(legato con:) IDEM. Del Cibo Pitagorico ovvero erbaceo per uso de’ Nobili, e de’ Letterati… In
Napoli, Nella Stamp. dei Fratelli Raimondi, 1781.
(legato con:) IDEM. Il Moltiplico e governo degli Animali domestici per uso di cibo… In Napoli,
Nella Stamp. Raimondiana, 1784.
Tre opere in un volume in 4to (23,5); pergamena rigida coeva con titolo in oro al dorso (piccolo restauro al
dorso); ritratto dell’autore in antiporta (G. Aloja inc.), pp. (20), 62 (manca ultima bianca) con una bellissima
tavola fuori testo più volte ripiegata (cm 23x40; G. Giannini del. - G. Aloja inc.) + pp. (8), 47, 1 bianca + pp.
XVI, 42, 2 bianche. Frontespizi entro bordura floreale e con marchi tipografici, graziosa vignetta al titolo
della terza opera, capilettera, testatine e finalini incisi. Anche il Del Cibo Pitagorico e il Moltiplico dovrebbero
avere un ritratto in antiporta, qui mancanti dall’origine, ma pensiamo che la cosa non abbia eccessiva
rilevanza, considerato il fatto che la raccolta è stata messa insieme all’epoca e chi l’ha realizzata ha
evidentemente ritenuto superfluo ripetere lo stesso ritratto tre volte. Bruniture e fioriture sparse dovute alla
cattiva qualità della carta (come spesso nelle edizioni napoletane di fine Settecento), strappo restaurato al
margine della tavola ripiegata, per il resto ottima copia genuina nella sua legatura originale.
PRIMA EDIZIONE di tutte e tre le opere, che hanno goduto di una certa fortuna come testimoniano le
numerose ristampe antiche e moderne (le ultime sono dell’editore Forni di Bologna con commento di C.
Bemporad e dell’editore Sigma di Bari).
I) Dopo la dedica e una lunga, ma molto vivace, Prefazione, in cui si traccia una breve storia della cucina
dall’antichità e si spiegano gli argomenti e le ragioni dell’opera, seguono 8 Trattati dedicati rispettivamente:
allo Zucchero e alle Pozioni calde; ai Sorbetti; ai Dolci in Forno, Stainato e Confettura; ai Frutti in composta,
canditi e graniti; alle Marmellate di frutti e di fiori; agli Spiriti e Rosoli; alle Acque di Odore, agli Aceti e ai Profumi;
ai Desserts (uno per ogni mese dell’anno).
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