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Perché la filosofia del diritto oggi - Docente.unicas.it

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I doveri <strong>del</strong> giurista, le cr<strong>it</strong>iche <strong>del</strong><strong>la</strong> <strong>filosofia</strong> <strong>del</strong> <strong>dir<strong>it</strong>to</strong><br />

Ora, <strong>la</strong> libertà <strong>del</strong>l’uomo non può essere considerata<br />

semplicisticamente una libertà formale, ma diventa potere di<br />

eserc<strong>it</strong>ar<strong>la</strong> e il <strong>dir<strong>it</strong>to</strong> diventa <strong>la</strong> condizione di garanzia che questa<br />

libertà venga eserc<strong>it</strong>ata senza abusi, si presenta una duplice direzione:<br />

garantire a ciascun uomo di eserc<strong>it</strong>are <strong>la</strong> libertà di paro<strong>la</strong> o<br />

distrugger<strong>la</strong>; <strong>la</strong> prima direzione, si manifesta nel<strong>la</strong> prospettiva <strong>del</strong><strong>la</strong><br />

‘giustizia’ – il ‘giusto’; <strong>la</strong> seconda è orientata all’ingiusto. Le due<br />

direzioni hanno una loro struttura profonda solo se si possono<br />

manifestare in re<strong>la</strong>zione all’opera interpretativa radicata nel<strong>la</strong> paro<strong>la</strong>.<br />

A propos<strong>it</strong>o <strong>del</strong>l’arch<strong>it</strong>ettura <strong>del</strong><strong>la</strong> paro<strong>la</strong> giuridica, il <strong>dir<strong>it</strong>to</strong> forma<br />

una serie di tecnici competenti <strong>del</strong><strong>la</strong> paro<strong>la</strong> stessa. Questi agiscono in<br />

un profluvio di perfezionismi normativi e legalismi ipertrofici,<br />

destinati a scavare nelle pieghe di ogni equilibrio che si mostri in<br />

qualche modo disfunzionale all’intero sistema giuridico pervaso da<br />

un’unica ambigua espressione <strong>del</strong> più forte, a dispetto dei racconti<br />

m<strong>it</strong>ologici e <strong>del</strong><strong>la</strong> manicheista distinzione tra buoni e cattivi che<br />

rappresenta in modo netto <strong>la</strong> differenza tra giusto e ingiusto. Oggi il<br />

<strong>dir<strong>it</strong>to</strong> tende a diventare camaleontico, sventagliato come continua<br />

minaccia sanzionatoria per chi protesta 34 , dissente e non vuole<br />

adeguarsi. Senza una costante cr<strong>it</strong>ica e vigi<strong>la</strong>nza sull’imparzial<strong>it</strong>à, il<br />

legis<strong>la</strong>tore rischia di consegnare se stesso a nuove funzioni legis<strong>la</strong>tive<br />

– le leggi dei mercanti – che una volta sve<strong>la</strong>te fanno sorridere il<br />

‘tormentato’ tecnico <strong>del</strong>le norme che deve continuamente essere un<br />

passo avanti nel giustificare il più forte, nell’edulcorare<br />

normativamente il nuovo ‘agire comunicativo’ – quello dei più forti<br />

attraverso il <strong>la</strong>tifondismo mediatico, dei socialmente rilevanti<br />

mediante <strong>la</strong> produzione <strong>del</strong> divertimento in ogni luogo, ad ogni costo<br />

come lotta contro <strong>la</strong> noia, dove il concetto di fiducia si declina su un<br />

versante totalmente funzionale al mercato 35 .<br />

Il mercato non può però essere considerato il mare magnum <strong>del</strong><br />

male, il centro di imputazione di tutte le ingiustizie. Nel<strong>la</strong> realtà,<br />

prevede attori, soggetti agenti che decidono sul<strong>la</strong> base di prof<strong>it</strong>ti<br />

radicati in un paradigma non certo universale ed incondizionato –<br />

come quello <strong>del</strong> <strong>dir<strong>it</strong>to</strong> pos<strong>it</strong>ivo basato sul<strong>la</strong> giuridic<strong>it</strong>à – ma, al<br />

contrario, su un mo<strong>del</strong>lo declinato in base ad oligarchie di potentati<br />

che assumono <strong>la</strong> finzione di democrazia attraverso l’espressione<br />

passe-partout di ‘libero mercato’. Il rischio è che il pianeta diventi un<br />

34 Cfr. A. SUPIOT, Homo juridicus, Mi<strong>la</strong>no, 2006.<br />

35 Cfr. N. LUHMANN, La fiducia, Bologna, 2002.<br />

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