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DI MASSIMILIANO DONA<br />

SEGRETARIO GENERALE<br />

DELL’UNIONE NAZIONALE<br />

CONSUMATORI<br />

Vincenzo Dona nel 1974<br />

scriveva: «Una moltitudine<br />

di consumatori isolati<br />

conta assai meno di poche<br />

migliaia di consumatori<br />

uniti. Non basta<br />

esprimersi nell’interesse<br />

di tutti, come è evidente<br />

allorché si denunciano<br />

frodi e speculazioni;<br />

occorre anche, per farsi<br />

ascoltare, poter parlare<br />

in nome di molti. Non c’è<br />

forza senza Unione»<br />

S<br />

ono trascorsi 150 anni di Unità<br />

nazionale, cambiamenti, conflitti<br />

e conquiste sono stati fatti in nome<br />

di un Paese «uno e indivisib<strong>il</strong>e», come<br />

sancito dall’articolo 5 della Costituzione.<br />

Il 17 marzo 1861 è <strong>il</strong> giorno della<br />

seduta solenne di Palazzo Carignano a<br />

Torino, quando <strong>il</strong> Parlamento subalpino<br />

proclamava la nascita dello Stato unitario;<br />

da quel giorno molti avvenimenti<br />

hanno segnato <strong>il</strong> destino della nostra penisola,<br />

fino ad oggi. Anche noi, come<br />

rappresentanti dei consumatori, vogliamo<br />

partecipare a questo momento di festa:<br />

la nostra Unione, infatti, nata nel<br />

1955, ha vissuto oltre un terzo di questo<br />

secolo e mezzo di storia e riteniamo che,<br />

forse, l’opera che svolgiamo ogni giorno<br />

per i diritti dei consumatori abbia contribuito,<br />

in qualche modo, a rendere gli<br />

italiani cittadini più consapevoli.<br />

Gli eroi del Risorgimento, da Giuseppe<br />

Garibaldi a Giuseppe Mazzini, senza dimenticare<br />

Goffredo Mameli e Cam<strong>il</strong>lo<br />

Benso di Cavour, pensavano non soltanto<br />

a un Paese unito sotto un Governo nazionale,<br />

con una sola lingua e con la stessa<br />

bandiera, ma anche a una partecipazione<br />

di intenti in cui ciascuno, nella consapevolezza<br />

dei propri diritti, si sentisse<br />

attore di quel grande progetto che è l’Unità.<br />

Il cammino percorso passa attraverso<br />

la presa di coscienza del singolo e si<br />

nutre della condivisione di un medesimo<br />

obiettivo: è proprio quanto ci accade nel<br />

nostro piccolo. I pionieri dell’Unione Nazionale<br />

Consumatori, già con la scelta<br />

del nome dell’associazione, avevano in<br />

mente la necessità di «fare gruppo» per<br />

divenire portavoce di una collettività. La<br />

frase che Vincenzo Dona scriveva nel<br />

1974 riassume perfettamente questa vocazione<br />

all’unione, che rivendichiamo<br />

gelosamente: «Una moltitudine di consumatori<br />

isolati conta assai meno di poche<br />

migliaia di consumatori uniti. Non<br />

basta esprimersi nell’interesse di tutti,<br />

come è evidente allorché si denunciano<br />

frodi e speculazioni; occorre anche, per<br />

farsi ascoltare, poter parlare in nome di<br />

molti. Non c’è forza senza Unione».<br />

«Unione» e «Unità» sono concetti eti-<br />

specchioeconomi-<br />

Unità d’italia:<br />

non c’è forza<br />

senza Unione<br />

69<br />

«Unione» e «Unità» sono concetti etimologicamente molto vicini che legano<br />

al destino del Paese la nostra storia e <strong>il</strong> compito che svolgiamo. Purtroppo,<br />

però, le nostre buone intenzioni sono quotidianamente costrette<br />

a scontrarsi con la realtà e con i personalismi di imprese e di consumatori<br />

mologicamente vicini che legano, in<br />

qualche maniera, la nostra storia e <strong>il</strong><br />

compito che svolgiamo al destino del<br />

Paese. Purtroppo, però, le nostre buone<br />

intenzioni sono quotidianamente costrette<br />

a scontrarsi con la realtà e con i<br />

personalismi di imprese e consumatori<br />

che intralciano la realizzazione del motto<br />

«Non c’è forza senza unione».<br />

Ciò accade ogni qual volta un’azienda<br />

scorretta antepone <strong>il</strong> proprio tornaconto<br />

all’interesse dei clienti o del mercato e<br />

mette in commercio prodotti non conformi<br />

alle regole, fa «cartello» con le altre<br />

imprese del settore, diffonde pubblicità<br />

ingannevoli; d’altro canto, <strong>il</strong> consumatore<br />

stesso cede all’individualismo quando<br />

va alla ricerca dell’affare a tutti i costi e<br />

acquista una borsa contraffatta, un paio<br />

di scarpe di imitazione o un giubbino<br />

«falso». Il risparmio è immediatamente<br />

tangib<strong>il</strong>e per chi compra capi spesso<br />

molto sim<strong>il</strong>i agli originali a un prezzo inferiore,<br />

ma non tiene conto del grave<br />

danno che provoca al sistema.<br />

Anche rinunciare a far valere un proprio<br />

diritto, per pigrizia o perché si ritiene<br />

non ne valga la pena, rivela una forma<br />

di egoismo lesiva per la collettività e<br />

anzi, forse, proprio nell’atteggiamento<br />

remissivo da parte del singolo danneggiato<br />

che rinuncia all’azione risiede <strong>il</strong> più<br />

appariscente vulnus alla tutela del consumatore,<br />

che ricade sull’efficienza stessa<br />

del mercato. Nel caso di danni di scarso<br />

valore individuale, infatti, si realizza<br />

un considerevole arricchimento per chi<br />

adotta comportamenti lesivi, ogni qual<br />

volta questo soggetto riesca a sottrarsi<br />

agli obblighi risarcitori.<br />

In alcuni casi non rimangono esclusi<br />

da questa tendenza insana all’individualismo<br />

neanche gli enti rappresentativi<br />

dei consumatori, i quali fanno leva sulla<br />

carica emotiva dei cittadini per proporre<br />

soluzioni avventurose e miracolistiche,<br />

ut<strong>il</strong>i solo a conquistare visib<strong>il</strong>ità personale<br />

a scapito degli stessi soggetti che dovrebbero,<br />

in realtà, tutelare. Esattamente<br />

come 150 anni fa, anche oggi i protagonisti<br />

di questa nostra storia avrebbero bisogno<br />

di più Unione. n

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