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Tipologia e struttura degli idrocarburi - Treccani

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NATURA E CARATTERISTICHE DEGLI IDROCARBURI<br />

Anche per i carbanioni il fattore che ne determina maggiormente<br />

la stabilità è l’effetto coniugativo, che consente di<br />

delocalizzare la carica negativa su più atomi. Tra i carbanioni<br />

più stabili vi sono i composti aromatici. L’addizione di un elettrone,<br />

e quindi di una carica negativa, infatti, consente ad alcuni<br />

<strong>idrocarburi</strong> di soddisfare i requisiti necessari per diventare<br />

aromatici. Il primo anione aromatico è quello ciclopentadienilico<br />

(fig. 8 C), con formula C 5 H 5 e con cinque atomi di idrogeno<br />

equivalenti (all’analisi NMR); esso, inoltre, soddisfa la<br />

regola di Hückel in quanto è planare e ha sei elettroni in orbitali<br />

p, contro i cinque della molecola neutra. Gli anioni aromatici<br />

con 10 elettroni p delocalizzati sono il dianione cicloottatetraenilico<br />

e l’anione ciclononatetraenilico. Nella molecola<br />

del primo due cariche negative sono delocalizzate su otto<br />

atomi, mentre in quella del secondo una carica è delocalizzata<br />

su nove atomi di carbonio.<br />

Radicali<br />

I radicali sono specie chimiche globalmente neutre, che<br />

hanno almeno un orbitale nel quale si trova un singolo elettrone<br />

spaiato. Nel caso <strong>degli</strong> <strong>idrocarburi</strong> l’elettrone spaiato è<br />

localizzato su un atomo di carbonio. La stabilità dei radicali<br />

segue la stessa scala dei carbocationi: radicali su atomi di carbonio<br />

ibridizzati sp 3 sono più stabili che su atomi sp 2 e sp.<br />

Anche per i radicali l’effetto coniugativo gioca un ruolo fondamentale<br />

nella determinazione della stabilità. Così il radicale<br />

allilico è più stabile di quello terziario perché delocalizza<br />

l’elettrone spaiato su due atomi di carbonio e quello benzilico<br />

è ulteriormente stabilizzato perché delocalizza l’elettrone spaiato<br />

su quattro atomi di carbonio. Anche se i radicali sono instabili<br />

ed estremamente reattivi, alcuni di essi, grazie a effetti di<br />

stabilizzazione induttivi e coniugativi, possono esistere in concentrazioni<br />

apprezzabili anche a temperatura ambiente. È il<br />

caso del radicale trifenilmetile, nel quale l’elettrone spaiato è<br />

localizzato su un carbonio terziario stabilizzato per effetto induttivo<br />

e in cui esistono ben 13 strutture limite di risonanza, grazie<br />

alle quali il radicale può essere delocalizzato su ben 10<br />

atomi di carbonio (fig. 8 D). L’elevata stabilità di questo composto,<br />

quindi, permette di isolarlo, mantenendolo stabile per<br />

un tempo relativamente lungo. L’esafeniletano, infatti, anche<br />

mantenuto a temperatura ambiente, ha il legame semplice CC<br />

talmente debole che si rompe spontaneamente, dando luogo a<br />

un equilibrio con due radicali trifenilmetile.<br />

Carbeni<br />

Gli <strong>idrocarburi</strong> caratterizzati dalla presenza di almeno un<br />

carbonio neutro bivalente, che quindi forma soltanto due legami,<br />

vengono definiti carbeni; il loro capostipite è il metilene,<br />

la cui <strong>struttura</strong> elettronica è tutt’altro che semplice. Infatti esistono<br />

tre strutture elettroniche dello stesso composto, due delle<br />

quali sono stati di singoletto mentre una è uno stato di tripletto.<br />

I due stati di singoletto si differenziano in uno stato di singoletto<br />

a più bassa energia (dove gli elettroni di non legame<br />

con spin appaiati occupano un orbitale ibrido sp 2 lasciando<br />

vuoto un orbitale p) e in uno stato di singoletto eccitato (dove<br />

gli elettroni con spin appaiati occupano orbitali p separati). Lo<br />

stato di tripletto, che è il più stabile dei tre, è caratterizzato<br />

dalla presenza <strong>degli</strong> elettroni di non legame con spin paralleli<br />

in due orbitali distinti p; in questo stato, quindi, la molecola di<br />

metilene si presenta come biradicale. Nello stato di singoletto<br />

a più bassa energia, l’atomo di carbonio ha ibridazione sp 2 ; di<br />

conseguenza la geometria della molecola risulta planare con<br />

angoli di legame HCH di circa 120°. Invece, nello stato<br />

di singoletto eccitato e di tripletto, la molecola si presenta lineare<br />

con un angolo di legame HCH di 180°, poiché il carbonio<br />

possiede una ibridazione sp.<br />

1.2.4 Proprietà fisiche <strong>degli</strong> <strong>idrocarburi</strong><br />

Le principali proprietà fisiche <strong>degli</strong> <strong>idrocarburi</strong>, quali la temperatura<br />

di fusione, quella di ebollizione, i parametri critici o<br />

la densità, sono funzione della <strong>struttura</strong> molecolare ed elettronica,<br />

già discussa in generale per tutti gli <strong>idrocarburi</strong>.<br />

La temperatura di ebollizione è strettamente correlata al<br />

peso molecolare dell’idrocarburo. Per composti omologhi –<br />

che quindi differiscono per il loro peso molecolare – la temperatura<br />

di ebollizione cresce al crescere di quest’ultimo. Per<br />

i composti saturi con lo stesso numero di atomi di carbonio, la<br />

temperatura di ebollizione cresce passando dalle molecole lineari<br />

a quelle ramificate, fino ad arrivare ai composti ciclici con<br />

temperatura di ebollizione maggiore. In presenza di insaturazioni<br />

(cioè di doppi e/o di tripli legami), sia la temperatura di<br />

fusione che quella di ebollizione sono generalmente più elevate.<br />

Ciò è dovuto alla presenza di atomi di carbonio ibridizzati<br />

sp 2 e sp che, essendo più elettronegativi di quelli ibridizzati<br />

sp 3 , generano uno squilibrio di cariche che incrementa le<br />

forze intermolecolari.<br />

La temperatura di fusione non è correlata in modo altrettanto<br />

diretto con la <strong>struttura</strong> molecolare. In generale, vale la<br />

regola secondo la quale la temperatura di fusione aumenta<br />

all’aumentare del peso molecolare, ma sono presenti numerose<br />

eccezioni: infatti, confrontando la temperatura di fusione<br />

dell’esene e del 4-metilpentene con i 2-buteni o il 2-metilpropene<br />

si può osservare come gli alcheni con quattro atomi di<br />

carbonio abbiano una temperatura di fusione addirittura maggiore<br />

<strong>degli</strong> alcheni con sei atomi di carbonio. Normalmente la<br />

temperatura di fusione per molecole con uguale numero di<br />

atomi di carbonio cresce in proporzione alla compattezza e alla<br />

simmetria della molecola. In questi casi, infatti, l’impaccamento<br />

nello stato solido risulta essere facilitato, con conseguente<br />

aumento della stabilità della fase e quindi della temperatura<br />

di fusione. Per esempio, il ciclobutano fonde a 183 K<br />

contro 136 K del butano, e il benzene a 278 K contro 120 K<br />

del 2-metilpentano.<br />

Nella tab. 5 sono riportati il momento elettrico dipolare e<br />

la suscettività diamagnetica di alcuni <strong>idrocarburi</strong>.<br />

Il momento dipolare, in particolare, è identificativo della<br />

distribuzione della carica elettrica nella molecola ed è funzione<br />

della sua <strong>struttura</strong> e della sua simmetria, oltre che della presenza<br />

di atomi di carbonio con differenti ibridizzazioni. Per<br />

esempio, metano, etano, ciclopropano, etene, 1,3-butadiene,<br />

etino, p-xilene sono molecole perfettamente simmetriche e<br />

come tali possiedono un momento dipolare nullo e sono composti<br />

apolari. Viceversa, molecole asimmetriche come il propene<br />

o l’1-esino, che in più presenta uno squilibrio di carica<br />

dovuto alla presenza di due atomi ibridizzati sp, hanno momenti<br />

dipolari pari a 0,35 e 0,89 debye. Il momento dipolare influenza<br />

i cambiamenti di fase in quanto, a un suo incremento, corrisponde<br />

un aumento delle interazioni attrattive intermolecolari<br />

e quindi delle temperature di fusione ed ebollizione.<br />

Anche le proprietà magnetiche di una sostanza forniscono<br />

informazioni sul comportamento <strong>degli</strong> elettroni presenti nella<br />

molecola. In particolare, lo studio delle proprietà diamagnetiche<br />

(compendiate dal valore della suscettività diamagnetica)<br />

dovute all’instaurarsi di un momento magnetico molecolare<br />

22 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

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