Tipologia e struttura degli idrocarburi - Treccani
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NATURA E CARATTERISTICHE DEGLI IDROCARBURI<br />
di due molecole insature che, pur possedendo gli stessi raggruppamenti<br />
di atomi, differiscono per la loro disposizione<br />
intorno al doppio legame. Perché questa distinzione sia possibile,<br />
però, ciascuno dei due carboni ibridizzati sp 2 non deve<br />
avere due sostituenti uguali: in questo caso è possibile distinguere<br />
le due molecole differenti che portano i due gruppi dalla<br />
stessa parte (cis) oppure da parti opposte (trans), come nel caso<br />
dell’esene:<br />
Per queste due molecole le temperature di fusione sono<br />
rispettivamente di 136,0 K e 159,6 K, mentre le temperature di<br />
ebollizione sono rispettivamente 339,8 K e 340,2 K. Date queste<br />
caratteristiche, i due isomeri possono essere separati per<br />
cristallizzazione frazionata e non per distillazione, visto che le<br />
due temperature di ebollizione sono pressoché uguali. Questo<br />
risultato non è però generalizzabile, poiché i due diastereoisomeri<br />
del 4,4-dimetil-2-pentene, per esempio, avendo temperature<br />
di ebollizione di 353 K e 349 K, possono invece essere<br />
separati per distillazione frazionata.<br />
Nel caso in cui i quattro sostituenti al doppio legame siano<br />
diversi, non è possibile distinguere le conformazioni in cis e<br />
trans. Per rendere universale la nomenclatura dei diastereoisomeri<br />
<strong>degli</strong> alcheni si utilizza allora la regola di Cahn-Ingold-<br />
Prelog, che assegna una priorità crescente ai sostituenti legati<br />
al doppio legame (per residui saturi la priorità è assegnata in<br />
base al peso molecolare del residuo, associando la priorità più<br />
alta al residuo con peso molecolare maggiore). Se i due atomi<br />
di carbonio sp2 cis-3-esene trans-3-esene<br />
portano i sostituenti con priorità maggiore dalla<br />
stessa parte, l’alchene viene identificato con il simbolo (Z) (dal<br />
tedesco zusammen, «insieme»), altrimenti con il simbolo (E)<br />
(dal tedesco entgegen, «opposto»).<br />
Etilene<br />
Il primo <strong>degli</strong> alcheni è l’etene o etilene, che in condizioni<br />
standard è un gas incolore e inodore di formula bruta C 2 H 4 , che<br />
fonde a circa 104 K e bolle a circa 169 K. Dato che possiede due<br />
atomi di carbonio ibridizzati sp 2 , la sua molecola ha una <strong>struttura</strong><br />
planare i cui angoli di legame sono lievemente distorti rispetto<br />
ai 120° associati a questo tipo di ibridazione. Ciò a causa del<br />
maggior ingombro delle nuvole elettroniche impegnate nella formazione<br />
del doppio legame che schiacciano i due atomi di idrogeno<br />
legati all’atomo di carbonio, cosicché i legami HCH<br />
formano un angolo di circa 118°, i due legami CCH di<br />
circa 120° e la lunghezza del legame CC risulta di 1,34 Å,<br />
minore di quella della molecola di etano che è di 1,54 Å.<br />
A differenza <strong>degli</strong> alcani, il residuo ottenuto dalla molecola<br />
di etilene privato di un atomo di idrogeno non segue le<br />
regole della nomenclatura IUPAC e viene denominato vinile:<br />
H 2C CH<br />
Propilene<br />
Il propilene è l’omologo superiore dell’etilene, ha formula<br />
bruta C 3 H 6 e, come l’etilene, in condizioni standard è un<br />
gas, che però fonde a 88 K e bolle a circa 225 K.<br />
Di particolare interesse è il residuo ottenuto dal propilene<br />
privato di un atomo di idrogeno, che viene detto allile e ha una<br />
notevole importanza nella chimica <strong>degli</strong> <strong>idrocarburi</strong>:<br />
H 2C CH CH 2<br />
La <strong>struttura</strong> di questa molecola verrà discussa nel seguito<br />
(v. par. 1.2.3).<br />
Dieni<br />
Gli <strong>idrocarburi</strong> che presentano due doppi legami vengono<br />
detti genericamente dieni; fra questi è possibile distinguere gli<br />
alleni, i dieni coniugati e i dieni isolati.<br />
Gli alleni portano i doppi legami sullo stesso atomo di carbonio<br />
e vengono anche chiamati dieni cumulati. Il composto<br />
più semplice di questi è l’1,2-propadiene, una molecola gassosa<br />
con temperatura di fusione di circa 240 K e temperatura<br />
di ebollizione di circa 137 K (fig. 5). In questa molecola la<br />
distanza tra gli atomi di carbonio è minore di quella trovata per<br />
i doppi legami semplici <strong>degli</strong> alcheni e misura 1,31 Å. Quando<br />
sono presenti due doppi legami cumulati, gli orbitali p del<br />
carbonio centrale che vengono utilizzati per dar luogo ai due<br />
legami p sono perpendicolari tra loro. Questa particolarità fa<br />
sì che la molecola non sia planare e che i quattro sostituenti ai<br />
due atomi di carbonio giacciano su due piani perpendicolari.<br />
Come diretta conseguenza, le molecole speculari di un allene<br />
che portano sostituenti diversi sugli atomi di carbonio allenici<br />
non sono sovrapponibili, e quindi sono otticamente attive.<br />
Esisteranno, quindi, due enantiomeri diversi pur non essendo<br />
presente alcun centro chirale.<br />
I dieni coniugati sono così detti perché alternano legami<br />
doppi a legami singoli. Il più semplice di essi è l’1,3-butadiene,<br />
un composto gassoso in condizioni standard con temperatura<br />
di fusione di 164,3 K e temperatura di ebollizione di<br />
268,6 K. Le distanze tra gli atomi in posizione 1-2 e 3-4 sono<br />
di 1,34 Å, in linea con quella di 1,337 Å del doppio legame<br />
semplice dell’etene, mentre la distanza 2-3 è molto minore<br />
della distanza generica di un legame singolo ed è pari a 1,47 Å;<br />
ciò è dovuto al fatto che i due atomi di carbonio che formano<br />
il legame sono entrambi ibridizzati sp 2 .<br />
I dieni coniugati presentano una sequenza di atomi di carbonio<br />
con orbitali p perpendicolari al piano della molecola,<br />
popolati ciascuno da un elettrone. La presenza di questi elettroni<br />
spaiati su orbitali parzialmente sovrapposti conferisce alla<br />
<strong>struttura</strong> che ne deriva una particolare stabilità. È come se ogni<br />
elettrone dell’orbitale p contribuisse alla formazione di un legame<br />
con i due atomi adiacenti. Questa particolare delocalizzazione,<br />
detta iperconiugazione, può essere facilmente individuata<br />
osservando la densità elettronica totale di un diene coniugato<br />
che, come riportato nella fig. 6 per l’1,3-butadiene, risulta<br />
uniforme sugli atomi che presentano coniugazione. A causa<br />
della delocalizzazione <strong>degli</strong> elettroni p che popolano gli orbitali<br />
p z lungo lo scheletro della molecola, la <strong>struttura</strong> elettronica<br />
reale della molecola dell’1,3-butadiene è individuata da un<br />
ibrido di due strutture limite. Tutte le volte che le molecole possono<br />
essere rappresentate in modi diversi semplicemente cambiando<br />
popolazione elettronica di orbitali molecolari che hanno<br />
14 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI<br />
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fig. 5. Struttura dell’1,2-propadiene e <strong>degli</strong><br />
orbitali molecolari, tra loro perpendicolari, che generano<br />
i due legami p in seguito all’interazione <strong>degli</strong> orbitali p<br />
<strong>degli</strong> atomi di carbonio.