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Tipologia e struttura degli idrocarburi - Treccani

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NATURA E CARATTERISTICHE DEGLI IDROCARBURI<br />

per i composti ciclici rispetto a quelli lineari o ramificati. Tra<br />

le differenti classi di <strong>idrocarburi</strong>, invece, la densità, a parità di<br />

numero di atomi di carbonio, aumenta passando dagli alcani<br />

agli alcheni, agli alchini fino agli aromatici.<br />

Metodi di caratterizzazione spettroscopica<br />

I metodi di caratterizzazione spettroscopica <strong>degli</strong> <strong>idrocarburi</strong><br />

sono essenzialmente la spettrometria, o spettroscopia, di<br />

massa, la spettroscopia infrarossa e la spettroscopia di risonanza<br />

magnetica nucleare.<br />

Gli spettri di massa si possono considerare come una specie<br />

di carta d’identità delle molecole. Quando queste ultime,<br />

infatti, vengono bombardate con elettroni ad alta energia, si<br />

spaccano generando una distribuzione caratteristica di frammenti<br />

carichi positivamente di cui è possibile misurare massa<br />

e abbondanza relativa, mediante l’applicazione di un campo<br />

elettrico e/o magnetico esterno. I risultati delle misurazioni<br />

sono riportati su un diagramma, detto appunto spettro di<br />

massa, sulle cui ascisse è indicato il rapporto tra la massa del<br />

frammento e la sua carica (generalmente pari a 1), mentre<br />

sulle ordinate è riportata l’intensità relativa registrata dallo<br />

strumento (spettrometro di massa), proporzionale all’abbondanza<br />

dei frammenti. Nello spettro si possono notare picchi<br />

con un’abbondanza relativa molto modesta, che in alcuni<br />

casi possono essere dovuti a frammenti prodotti in quantità<br />

molto bassa, e che più frequentemente individuano<br />

frammenti nei quali sono presenti gli isotopi pesanti del carbonio<br />

e/o dell’idrogeno. Infatti, il carbonio che costituisce<br />

gli <strong>idrocarburi</strong> è costituito per il 98,89% dall’isotopo 12 C e<br />

per il restante 1,11% dall’isotopo 13 C; mentre l’idrogeno è<br />

presente per il 99,985% come isotopo 1 H e per lo 0,015%<br />

come deuterio D (l’isotopo 2 H). Ciò significa che in uno spettro<br />

di massa di un idrocarburo si troveranno anche picchi<br />

dovuti alla presenza di frammenti che contengono questi isotopi<br />

più pesanti. Tali picchi, avendo un valore di numero di<br />

massa aumentato di una o più unità a seconda del numero di<br />

13 C e D presenti nella molecola, si troveranno subito dopo i<br />

picchi determinati dai frammenti senza isotopi pesanti; l’abbondanza<br />

relativa di questi frammenti sarà comunque molto<br />

bassa per via dell’esigua percentuale di questi isotopi presente<br />

in natura.<br />

La spettroscopia infrarossa è un potente mezzo per classificare<br />

e identificare gli <strong>idrocarburi</strong>. Essa si basa sulla capacità<br />

della radiazione InfraRossa (IR) incidente su un composto<br />

chimico di eccitare le frequenze vibrazionali di alcuni<br />

legami chimici; ne risulta che, in funzione dei legami presenti<br />

nella molecola, il campione in esame assorbe precise<br />

frequenze dello spettro infrarosso. Più generalmente gli spettri<br />

IR che si ottengono riportano il numero d’onda invece che<br />

la lunghezza d’onda assorbita; la relazione che intercorre tra<br />

le due grandezze è data dalle relazioni ncl, n _ 1l, dove<br />

l è la lunghezza d’onda, c è la velocità della luce, n la frequenza<br />

e n _ è il numero d’onda.<br />

Come nel caso dello spettro di massa, ogni spettro IR può<br />

essere correlato univocamente a un composto. Il range di lunghezze<br />

d’onda che definisce il campo infrarosso della radiazione<br />

elettromagnetica è compreso tra 400 e 4.000 cm 1 . Le<br />

principali frequenze di vibrazione che assorbono nel campo<br />

infrarosso sono le vibrazioni di stiramento dei legami (stretching)<br />

e le vibrazioni di deformazione dei legami (bending).<br />

È possibile individuare due differenti stiramenti dei legami:<br />

uno simmetrico (o in fase) e uno asimmetrico (o fuori fase); in<br />

entrambi i casi lo stretching del legame viene indicato con la<br />

lettera n. Esistono invece due differenti bending: uno nel piano<br />

(indicato con la lettera d) e uno fuori dal piano (indicato con<br />

la lettera g). Il bending nel piano può far convergere i legami<br />

nella stessa direzione, nel qual caso si parla di rocking, oppure<br />

divergere i legami in direzioni opposte, nel qual caso si avrà<br />

una cosiddetta vibrazione di scissoring. I bending fuori dal<br />

piano saranno classificati come twisting o wagging, a seconda<br />

che i legami si spostino in due direzioni opposte o nella stessa<br />

direzione. In genere, nello spettro IR <strong>degli</strong> <strong>idrocarburi</strong>, si<br />

osservano una serie di picchi che presentano medie intensità<br />

di assorbimento della radiazione infrarossa, altri che presentano<br />

elevate intensità di assorbimento e una serie di assorbimenti<br />

a bassa intensità che difficilmente possono essere assegnati<br />

a specifiche vibrazioni di legami della molecola, in quanto<br />

dovuti a vibrazioni torsionali interne particolarmente<br />

complesse.<br />

I picchi a media intensità di assorbimento sono relativi a<br />

vibrazioni di stretching; in particolare a numeri d’onda decrescenti<br />

troviamo lo stretching dei legami CH, dei tripli legami<br />

CC, dei doppi legami CC e infine del legame semplice<br />

CC. I picchi che presentano assorbimenti ad alta densità<br />

sono correlati al bending nel piano e fuori dal piano dei<br />

legami CH.<br />

La spettroscopia NMR di un idrocarburo fornisce informazioni<br />

dettagliate sullo stato di legame <strong>degli</strong> atomi di idrogeno<br />

e di carbonio, tramite le quali è possibile chiarire o identificare<br />

la <strong>struttura</strong> del composto chimico analizzato. In breve,<br />

questa tecnica si basa sull’eccitazione <strong>degli</strong> stati di spin nucleari<br />

mediante impulsi a radiofrequenza e sulla misura dell’energia<br />

assorbita in funzione della frequenza applicata. Per<br />

quanto concerne gli <strong>idrocarburi</strong>, gli atomi che possono essere<br />

studiati tramite NMR sono l’idrogeno e l’isotopo 13 C. Poiché<br />

la frequenza di assorbimento della radiazione dipende<br />

dalla densità <strong>degli</strong> elettroni che circondano il nucleo, la frequenza<br />

di risonanza riflette lo stato di ibridazione e di legame<br />

dell’atomo investigato. Nella molecola di benzene, per<br />

esempio, esiste un solo tipo di atomi di carbonio e di idrogeno,<br />

di conseguenza nello spettro 13 C NMR si avrà un solo<br />

tipo di segnale dovuto ai sei nuclei equivalenti <strong>degli</strong> atomi di<br />

C, così come nello spettro PMR (Proton Magnetic Resonance)<br />

si avrà un solo segnale dovuto ai sei protoni equivalenti<br />

<strong>degli</strong> idrogeni. Viceversa, il propano presenterà, nello spettro<br />

13 C NMR, due segnali distinti dovuti al carbonio secondario<br />

e ai due carboni primari (che sono in questo caso equivalenti).<br />

Dagli esempi riportati è possibile dedurre come il<br />

numero di picchi rivelati nello spettro NMR corrisponda al<br />

numero differente di atomi presenti, mentre la posizione di<br />

questi picchi di assorbimento nello spettro è funzione della<br />

<strong>struttura</strong> elettronica caratteristica di questi atomi, che differisce<br />

sostanzialmente a seconda che siano aromatici, alifatici,<br />

benzilici, vinilici, allilici, primari, secondari, terziari, ecc.<br />

Ciò è dovuto al fatto che il campo magnetico applicato produce<br />

nella molecola uno spostamento <strong>degli</strong> elettroni, per cui<br />

i nuclei risultano soggetti a un campo effettivo maggiore o<br />

minore di quello applicato, con conseguente spostamento<br />

della frequenza di assorbimento rispetto a quella che si avrebbe<br />

se il nucleo atomico non fosse schermato. Questo spostamento,<br />

detto chemical shift, viene misurato come scostamento<br />

rispetto a un segnale di riferimento (nel caso della PMR la<br />

frequenza di assorbimento <strong>degli</strong> atomi di idrogeno del tetrametilsilano);<br />

solitamente riportato come rapporto con la frequenza<br />

dello spettrometro, il chemical shift è dell’ordine delle<br />

parti per milione (ppm).<br />

24 ENCICLOPEDIA DEGLI IDROCARBURI

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