L'unione di qualità vincenti - Elvox

L’architettura esterna
ghezza dei vetri monolitici, che non hanno forma regolare, ma trapezioidale verso
l’alto, impongono un passo definito che non dà scampo anche ai minimi errori
dimensionali. È un edificio realizzato con tolleranze ridottissime anche nella parte
muraria che si interfaccia perfettamente con quella in acciaio, con la precisione
del cotto e del serramento. Lo stesso rigido concetto si è dovuto applicare al
rivestimento della vela di copertura (110 m di lunghezza), ove l’altezza di oltre 3,5
m di ciascun elemento curvo doveva combaciare con tutte le fughe degli altri elementi
e con la carpenteria di sostegno; particolare impegno ha necessitato la realizzazione
degli elementi terminali d’angolo, veri e propri pezzi tridimensionali.
Anche la cornice perimetrale di tutti gli elementi di facciata ha necessitato di una
laboriosa messa a punto sia per contenerla nell’ingombro, sia per far coincidere
le sue fughe con quelle dei vetri e del cotto.
I due torrioni laterali, gli sbalzi esterni della vela, hanno la funzione di proteggere
la trasparenza delle facciate dei vani scala laterali, elementi che scandiscono
con equilibrio e con forza la chiusura del prospetto principale.
I tre corpi posteriori di collegamento, apparentemente semplici se analizzati, contengono
anch’ essi una loro forza e rigorosità, espressa dalla severa orizzontalità
della tavella in cotto rigato ed esaltata dal profilo orizzontale e dalla scanditura
dei fori finestra. All’interno formano due piazzette dove è possibile apprezzare
la verticalità e rigorosità della facciata in tavelle sormontata dalla vela in alluminio,
in modo particolare quella sul lato della sala convegni, con una quinta creata
da una doppia muratura, di cui una curvilinea. All’interno delle piazzette lo zampillio
di due fontane e il pavimento con un disegno particolare rendono prezioso
e ricercato anche un luogo che, non essendo in vista, poteva essere curato con
minore attenzione.
Vista di scorcio lati nord-est.
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