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Voci di corridoio - ISISS Antonio Scarpa

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Salvati dallo sport<br />

Quante volte si è sentito parlare <strong>di</strong> ragazzi usciti dal<br />

nulla e <strong>di</strong>ventati campioni!? Ragazzi dall'infanzia<br />

<strong>di</strong>fficile che, grazie allo sport, sono riusciti nell'arduo<br />

compito <strong>di</strong> farsi uomini. E' lo sport che si insi<strong>di</strong>a nella<br />

curiosità dei ragazzi <strong>di</strong> strada arrabbiati contro il<br />

mondo intero, e li placa, e li plasma. Questo accade<br />

per esempio a Giuliano, appena fuori Napoli, dove<br />

nascono promesse del pugilato grazie ad una piccola<br />

palestra aperta da circa vent’anni. Una palestra <strong>di</strong> vita.<br />

I ragazzi abbandonano i vicoli malfamati e la droga per<br />

<strong>di</strong>rigersi regolarmente agli allenamenti e lottare per un<br />

nuovo e sano obbiettivo. Imparano il gioco pulito e la<br />

lealtà abbandonando quell'esistenza che intaccava<br />

loro le menti. Ora in quella piccola palestra si<br />

percepisce e soltanto l’energia quasi primor<strong>di</strong>ale che<br />

precede il match <strong>di</strong> pugilato. Lo sport trasmette i suoi<br />

benefici non solo all’atleta stesso, ma anche a tutti<br />

coloro che gli stanno accanto. Come succede in<br />

Brasile, dove l’ex giocatore Romario de Souza, nato a<br />

Jacarezinho, carezinho, una delle “favelas” più popolose <strong>di</strong> Rio de<br />

Janeiro, alla firma del ricco contratto con il Barcellona,<br />

comprò una casa <strong>di</strong> 12 piani in città, per togliere<br />

familiari e amici da quella straziante con<strong>di</strong>zione <strong>di</strong> vita.<br />

Geniale in campo quanto generoso nel con<strong>di</strong>videre la<br />

S.O.S. SFIGATI<br />

sua fortuna. Altra storia <strong>di</strong>fficile è quella della piccola<br />

rumena Na<strong>di</strong>a Comaneci che, scoperta all’asilo inizia<br />

subito una trionfante carriera nella ginnastica artistica<br />

tanto che all’età <strong>di</strong> 7 anni è già in pedana a<br />

collezionare vittorie. . È la prima ginnasta ad essere<br />

valutata con dei “10” ed è raro. Può sembrare la<br />

normale storia <strong>di</strong> una campionessa, ma la sua non è<br />

stata una vita facile. Salvo quel corpo nulla è<br />

realmente suo e nel 1981 <strong>di</strong>venta purtroppo una delle<br />

tante donne <strong>di</strong> Nicu, il figlio del <strong>di</strong>ttatore Ceausescu.<br />

Durante una tournee negli Usa, riesce a fuggire e a<br />

chiedere asilo politico. Lo sport le ha permesso <strong>di</strong><br />

essere libera e <strong>di</strong> scappare da quella patria che era<br />

<strong>di</strong>ventata per lei come una prigione. Inoltre negli Usa<br />

ha aperto una na accademia <strong>di</strong> ginnastica per poter fare<br />

delle sue straor<strong>di</strong>narie abilità un dono per gli altri. Per<br />

lei la pratica sportiva ha significato la salvezza.<br />

Questi possono sembrare solo esempi, ma sono storie<br />

reali, <strong>di</strong> persone che hanno av avuto la fortuna <strong>di</strong> poter<br />

cambiare la propria situazione, migliorare e riscattarsi.<br />

È proprio così: lo sport ci offre mille occasioni per<br />

aggrapparci al “salvagente” e non annegare. Lo sport<br />

può salvare la vita!<br />

“Bisogna far capire ai giovani che laurearsi a 28 anni è da sfigati”. Così <strong>di</strong>sse il viceministro del Lavoro, Michel<br />

Martone.<br />

Forse per il viceministro laurearsi a 24 e poi finire a lavorare in un call center è più figo. Sarà.<br />

Giulia Piazza 3C LS<br />

Mettendo però da parte lo stile e l’antipatica ntipatica generalizzazione con cui se ne è uscito, bisogna riconoscere a Martone<br />

che un po’ <strong>di</strong> contenuto in quell’esternazione c’era: non si possono fare anni e anni fuori corso per poi prendere una<br />

laurea con la quale, entrando quasi trentenni nel mondo ddel<br />

lavoro ci si fa ben poco.<br />

La flessibilità lavorativa <strong>di</strong> cui tanto si parla in questo periodo, dovrebbe cominciare innanzitutto da un altro tipo <strong>di</strong><br />

flessibilità: quella mentale, al momento della scelta della facoltà a cui iscriversi una volta maturati. Quella è la vera<br />

della chiave <strong>di</strong> volta. Sì, perché oltre a tener conto dei propri interessi e delle proprie attitu<strong>di</strong>ni, è importante al giorno<br />

d’oggi dare un peso rilevante all’offerta per quella facoltà nel mondo del lavoro.<br />

All’inizio può anche essere dura, ra, ma col senno <strong>di</strong> poi, e magari con un buon contratto <strong>di</strong> lavoro in tasca, quella<br />

flessibilità e quei sacrifici (tanto cari al ministro Fornero) fatti in precedenza verranno premiati.<br />

In questo modo, dopo essersi laureati a 24 24-25 anni e dopo aver intrapreso so una buona carriera lavorativa, potremo<br />

finalmente andare dal viceministro Martone a dargli il cinque, altro che sfigati!<br />

Olga Pavan V Ginnasio LC

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