Verbale - Comune di Rignano sull'Arno

Consigliere Renzi - Questa è una presa d’atto dove non ci sono osservazioni. Di cosa si
discute? Bisognerebbe discutere, dice Luca Mirco, della mancanza di osservazioni; perché a
livello sociologico, politico e ideale nessuno ha fatto osservazioni? Secondo me c’è una
dicotomia tra realtà e fantasia.
Consigliere Calò - Anche nelle prese d’atto se uno esamina il testo unico degli enti locali,
regolamenti e statuti, prevedono che i consigli comunali non è che mettono da una parte le
funzioni di controllo e indirizzo, soprattutto quando poi arrivano rassicurazioni dalla
maggioranza ed è la cosa peggiore che il controllato possa dire al controllore di non fare quello
che comunque ritiene opportuno fare.
A parte le battute e i sorrisi delle persone intelligenti che ci sono nella maggioranza escluso il
capogruppo, se io ritengo di dover fare delle domande le faccio, anche perché la scaletta non è
che me la faccio scrivere da altri.
Siccome è una delibera complessa in cui sono stati attivati, come tutte le varianti negli atti di
pianificazione i rispettivi rapporti, potrei anche essere incuriosito, visto che tra l’altro è in
questo periodo che la provincia di Firenze deve ancorare adottare il PTCP, piano territoriale
nuovo di coordinamento, sapere ad esempio, visto che ci sono molti prodigi anche fra gli ex
assessori, potrei anche chiedere che risposta ha dato la provincia di Firenze sugli atti di
pianificazione e controllo.
Ma siccome non voglio andare sui massimi sistemi del mondo, volevo solo fare una
raccomandazione, ed è ovvio che riguarderà la nuova amministrazione. Non sono d'accordo su
un passaggio, però la delibera mi dà lo spunto per intervenire, che riguarda i beni e gli
immobili. So che le amministrazioni locali, soprattutto gli enti locali di primo livello, quelli più in
rapporto coi cittadini, sono spesso tentati di fronte alla carenza di risorse di fare cassa sugli
immobili.
Il Sindaco ha detto che con questo atto il comune modifica la vocazione per sé e riacquisisce a
sé l’immobile. Oltre alla necessità di trovare fondi spesso e volentieri mancano luoghi di
aggregazione; l’aggregazione non porta un ritorno economico però porta un ritorno sul piano
della vivibilità e della qualità della vita.
Faccio una raccomandazione al centro sinistra che per ora è questo, poi vedremo cosa ci
regaleranno le prossime elezioni amministrative, di avere la massima cautela a vendere gli
immobili di proprietà del comune. Mi sarebbe piaciuta accompagnarla a un atto di
accompagnamento.
Solitamente quando ci sono delibere in questo modo le opposizioni o il consiglio comunale può
fare una risoluzione che accompagna un atto, la risoluzione ovviamente è un invito alla giunta
a prendere in considerazione una finalità.
Finisco con questa raccomandazione che nella presa in carico dell’immobile che prima era stato
dato per prestazioni di natura socio sanitaria, l’amministrazione comunale ci pensi due volte
nonostante la ristrettezza delle risorse a dover comunque disfarsi dell’immobile, perché penso
che a Rignano ci sia un’urgenza e un’emergenza che riguarda la qualità della vita della
popolazione che è quella di offrire nuovi spazi di accoglienza per le attività che ci possono
essere.
Vicepresidente - Quando abbiamo discusso la delibera tu non c’eri, solo per precisare.
Consigliere Tursi - Mi hanno stimolato l’intervento le conclusioni di Calò dove consigliava
cautela nell’alienazione dei beni pubblici. Il problema non è la vendita dei beni pubblici ma cosa
si fa delle risorse della vendita.
La ristrutturazione in questo momento di un immobile come quello in oggetto costerebbe
esattamente quanto costerebbe farne un nuovo. Se dovessi ristrutturare quella struttura e
utilizzarla per un’attività pubblica spenderei circa 1500 euro al mq quando per farne una nuova