Verbale - Comune di Rignano sull'Arno

spenderei la stessa cifra. Quindi è commercialmente e anche politicamente inappuntabile il
fatto che è interesse della pubblica amministrazione per fare l’interesse pubblico vendere una
vecchia struttura per realizzarne una nuova.
Questo è un dato matematico e certo. Non è che dobbiamo far finta che l’economia non esista,
un po' di conti bisogna farli. Il problema non è l’alienazione degli immobili ma è vendere
l’immobile pubblico alla cifra più alta possibile; in questo caso aver cambiato la destinazione
dell’immobile crea un plusvalore che lo rende più vendibile.
Se si lasciava a destinazione socio sanitaria si poteva vendere solo a strutture socio sanitarie,
riducevo il bacino di mercato e i potenziali acquirenti e quindi aveva un valore di mercato più
basso. Nel momento in cui cambio la destinazione a un bacino più ampio automaticamente
cambio la situazione di mercato e ne aumento il valore di vendita. Credo che un’operazione più
intelligente dal punto di vista economico e politico di così era difficile pensarla.
Apprezzo quanto dice il consigliere Calò: se mettiamo in vendita un bene pubblico è bene ci sia
un ritorno pubblico. Ricordo che il caso di vendita di immobile del comune questi non vanno
sulle spese correnti ma la destinazione è specifica; se vendo un bene devo reimpiegare quei
soldi per un altro bene pubblico che può essere un altro edificio per destinazione sociale,
oppure una piazza, ma comunque deve essere per una destinazione nella parte di investimenti.
Abbiamo messo anche all’asta per la terza volta un appartamento di Troghi, ma oggi un po'
dappertutto è fermo completamente il mercato degli immobili, e quindi non riusciamo
nemmeno a vendere, anche se la vendita di questi immobili può servire per costruirne di nuovi
o di risistemare quelli che abbiamo.
Vicepresidente - Passiamo alle dichiarazioni di voto.
Consigliere Renzi - Favorevole.
Consigliere Calò - Visto che facciamo a stimolarci io e l’ex assessore all’urbanistica, ai lavori
pubblici, terza corsia etc., allora rendo meno peregrina la considerazione all’osservazione.
Nel fare un ragionamento sulle alienazioni dei beni e degli immobili non ho fatto un
ragionamento di natura contabile e notarile perché non è un argomento che mi appassiona, e
soprattutto non ho mai avuto accesso ai libri contabili dell’amministrazione comunale né tanto
meno ho avuto responsabilità di governo locale.
Quindi è chiaro che segnalo che comunque vada a Rignano e sul capoluogo c’è una penuria di
spazi, di infrastrutture, di luoghi d’aggregazione che mettono in sofferenza pezzi di
popolazione. Non è un caso che vediamo spesso ad esempio i giovani che ci sono, anche
quando abitavo a Rignano capitava a uno dei miei figli, che non hanno un luogo dove andare.
La precisazione del sindaco è una precisazione positiva, se si vende un immobile di proprietà
del comune questo non va da un’altra parte ma obbliga il comune ad investirlo. Allora rende
meno peregrina il ragionamento che facevo io, e da forza di opposizione non è che posso avere
la saccenza di chi ha governato.
Quale sia l’operazione che viene prendiamola come un’occasione, perché riscoprire che a
Rignano c’è una sofferenza di spazi che rende la qualità della vita ogni 5 anni, cioè quando si
fanno le campagne elettorali, ritorna comunque in sordina.
Avete provato a suggerire, anche perché non c’ero a uno degli ultimi consigli comunali,
l’occasione per fare una radiografia su Rignano. Basta la scuola di musica, bastano i circoli e le
associazioni culturali che ci sono?
Volevo solo suggerire senza fare interferenze che forse è l’occasione, pensavo ad un forum che
potreste fare insieme a tutto l’associazionismo che spesso e volentieri supplisce alla carenza di
spazi e infrastrutture, per dire insieme di ridisegnare, ma non con questo immobile, l’offerta
che siamo in grado di dare alla popolazione di Rignano sugli spazi di aggregazione. Questo era