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Aprile 2011 - Cronache Cilentane

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aprile <strong>2011</strong><br />

Carlo Pisacane.<br />

Continua la discussione tra gli storici sulla sua morte<br />

Carlo Pisacane nacque a Napoli il 22<br />

agosto 1818, dal Duca Gennaro di San<br />

Giovanni e da Nicotina Basile de Luna..<br />

Rimase orfano di padre a sei anni. A<br />

tredici anni entrò nel Rea! Collegio Militare<br />

della Nunziatella di Napoli,per<br />

apprendere l'arte militare.Dopo otto<br />

anni trascorsi nell'Accademia .segnalato<br />

tra i migliori allievi, per quattro anni<br />

fu paggio nella Real Corte. A ventidue<br />

anni fu nominato Ufficiale del Genio.<br />

Lavorò come ing.sulla ferrovia Napoli -<br />

Casetta Successivamente fu mandato in<br />

Abruzzo a costruire strade e fortìficaziorà.Pisacane<br />

ebbe una vita travagliata<br />

.specie in Inghilterra e Francia.Tutte<br />

quelle traversie,per mancanza di spazio<br />

le ometto.Nel pomerìggio del 25 luglio<br />

1857 s'imbarcò con trentacinque legionari<br />

sulla nave :"Cagliari"Dopo circa<br />

due ore di navigazione,il capitano Sitzia<br />

fu estromesso dal comando della nave<br />

ed al suo posto fu messo il timoniere<br />

Giuseppe Daneri. La nave passò nelle<br />

mani dei rivoltosi e subito ,fu dirottata<br />

ali' isola di Ponza.Quivi furono liberati<br />

trecentoventi carcerati ,di cui solo settantacinque<br />

erano prigionieri politici.<br />

Narra la storia locale, che la nave<br />

Cagliari» sarebbe dovuta approdare a<br />

San Marco di Castellabate (Salemo), ma<br />

il mare in tempesta non permise lo<br />

sbarco! patrioti che aspettavano Pisaca-<br />

ne furono arrestati e processatiJFbituna<br />

volle.,che il giudice di Castellabate era<br />

il padre del musicista<br />

Leoncavallo,essendo anche lui un antiborbonico<br />

comminò il minimo della<br />

pena.il Cagliari proseguì per Sapri.<br />

Quante delusioni ed amarezze provarono<br />

Pisacane ed i compagni per non aver<br />

trovato gli uomini ed i mezzi promessigli<br />

primo pensiero di Pisacane, fu quello<br />

di dare una lezione al sacerdote sanfedista<br />

Peluso, per aver il 1848 fatto massacrare<br />

Costabile Carducci. Il Peluso<br />

avvisato in tempo si mise in salvo.<br />

I compagni di Pisacane andavano<br />

Vicini nel dolore<br />

È venuto a mancare il<br />

prof . Giuseppe Bardascino<br />

il 21/02/<strong>2011</strong>; era nato a<br />

Casalvelino il 13/08/1928<br />

Conseguì l'abilitazione magistrale il<br />

1949 a Vallo della Lucania e superato<br />

il 6° corso AUC di Cesano (ROMA) è<br />

stato ufficiale istruttore presso il VII<br />

CAR di Siena nel 1951. Congedato è<br />

stato vice direttore presso l'istituto per<br />

orfani di guerra "De Vivo" di San Marco<br />

di Castallabate negli anni '50<br />

durante i quali effettuava periodi di<br />

insegnamento presso scuole elementari<br />

e medie del Cilento (Acquara, Pollica,Castellabate)<br />

, conseguiva il diploma<br />

di educazione fisica presso ISEF di<br />

Napoli nel 1962 con il massimo dei<br />

voti ed a quel punto si dedicava all'insegnamento<br />

dell'educazione fisica prima presso l'istituto "Enrico Fermi " di<br />

Napoli anni 1964-1966 successivamente presso l'istituto tecnico per chimici<br />

"Amedeo Avogadro" di Salerno svolgendo dal 1976 il ruolo di VicePreside ,<br />

seguendo l'assorbimento nell'istituto tecnico "Focaccia " giungeva al pensionamento<br />

nel 1998-99 , avendo avuto la voglia di migliorare la sua conoscenza<br />

si laureava in Pedagogia nel 1990 presso l'Università degli studi di<br />

Salerno con la tesi "L'istruzione tecnica e professionale in Italia e in Francia<br />

" , e dedicandosi sempre allo sport come allenatore dilettantistico di calcio ,<br />

arbitro federale di pallacanestro ed istruttore di educazione fisica anche<br />

dopo il pensionamento al livello amatoriale per tutti gli amici che volevano<br />

mantenersi in forma!<br />

Condoglianze ai familiari tutti.<br />

sempre più diminuendo.il 12 luglio<br />

1857 a Padula vi fu uno scontro .Pisacane<br />

. perse la metà dei suoi uomini.I<br />

rivoltosi decisero di marciare verso Sanza.<br />

Gli abitanti di Sanza avvelenati dal<br />

sacerdote Don Francesco Bianco, divennero<br />

sempre più feroci. Infetti armatisi<br />

con utensili agricoli, armi, ecc. assalirono<br />

i rivoluzionari. Pisacane esortava i<br />

suoi a non sparare. I pochi uomini rimasti<br />

per evitare i terrazzani volevano passare<br />

all'altra riva del Valloncello Diavolone,<br />

ma.il comandante delle Guardie<br />

UrbanerSabino La Veglia, sparò un colpo<br />

e ferì ad un braccio Carlo<br />

Pisacane.,Successivamente,il ferito fu<br />

spogliato ed ucciso a colpi di forca<br />

aprendo l'addome e mettendo fuori gli<br />

intestini. Secondo altri,Pisacane ferito<br />

,si sarebbe ucciso con un colpo di pistola.<br />

Vedi trasmissione di "Mattino in<br />

famiglia" del "26 febbraio <strong>2011</strong>. Qual è<br />

la verità? Ove avvenne l'eccidio, oggi vi<br />

sorge un cippo marmoreo. Dopo il massacro,<br />

tutti i rivoltosi furono ammassati<br />

spogliati e bruciati.Ancora oggi, s'ignora<br />

ove riposano i resti (se ve né rimasero)<br />

di Carlo Pisacane e compagni.<br />

Pisacane aveva una borsa con documenti<br />

e tredicimila ducati d'oro. In<br />

pochi minuti i ducati scomparvero. I<br />

documenti furono sparpagliati per terra.Due<br />

monaci francescani ad evitare<br />

altri processi ed uccisioni accolsero le<br />

carte e le distrussero. I feriti, completamente<br />

nudi, furono portati nel vicino<br />

convento, da quegli umili francescani e<br />

curati amorevolmente. Pisacane prima<br />

di essere colpito a morte esclamò: "Voi<br />

siete assassini! Mi derubaste ed ora mi<br />

uccidete.Conducetemi alla Giustizia<br />

"Dopo il 1860,il Governo accordò alla<br />

figlia di Pisacane. Silvia una pensione<br />

mensile di sessanta ducati.<br />

Vincenzo Marrocco<br />

I più preziosi francobolli del Regno<br />

di Italia in mostra ad Agropoli<br />

E’ stato inaugurato il nuovo allestimento dello spazio espositivo del Palazzo<br />

Civico delle Arti di Agropoli, presso l’ex Pretura, con una mostra filatelica dal<br />

titolo “I protagonisti, i luoghi e gli eventi dal Risorgimento all’Unità d’Italia<br />

nella filatelia”. Al taglio del nastro erano presenti il sindaco di Agropoli, Franco<br />

Alfieri, l'assessore all’Identità Culturale, Franco Crispino ed il curatore, il noto<br />

filatelico Pasquale Fascitiello. La mostra che è tra le attività di punta del calendario<br />

della città di Teano, sede tra le più importanti degli eventi ITALIA150, ha<br />

eccezionalmente concesso alla cittadina cilentana il privilegio di ospitare una<br />

mostra che a maggio tornerà a Teano per essere visitata dal Presidente della<br />

Repubblica, Giorgio Napolitano. Lo spazio ospiterà nei suoi saloni, recentemente<br />

restaurati dall’Amministrazione comunale, una serie di importanti mostre<br />

didattiche e documentarie. La prima di queste, fortemente voluta dall'assessore<br />

Crispino, espone ad Agropoli alcuni tra i più preziosi francobolli del Regno.<br />

L'hobby del collezionare e classificare le carte valori postali ebbe inizio a fine<br />

Ottocento in Gran Bretagna e Francia. Nel XX secolo si sviluppò ed allargò il<br />

suo interesse non solo al singolo francobollo ma ad interi postali, annulli, tariffe<br />

postali, percorsi di invio dei documenti e alla semplice immagine che sul francobollo<br />

era rappresentata. Nel tempo anche il modo di collezionare i francobolli è<br />

cambiato. Nei primi anni spesso veniva conservata la sola vignetta e ritagliato<br />

tutto il margine rimanente, in quanto i francobolli erano privi della dentellatura.<br />

Il francobollo fece la sua prima comparsa in Italia il 1° giugno del 1850 quando il<br />

Regno Lombardo-Veneto emise la sua prima serie che comprendeva 5 valori<br />

diversi. Nel giro di pochi mesi anche gli altri stati italiani preunitari si dotarono<br />

di francobolli. L’ultimo degli antichi stati italiani ad adottare il francobollo fu il<br />

Regno delle Due Sicilie, nel 1858.<br />

Giuseppe Feo<br />

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