20.06.2013 Views

Aprile 2011 - Cronache Cilentane

Aprile 2011 - Cronache Cilentane

Aprile 2011 - Cronache Cilentane

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

aprile <strong>2011</strong><br />

Forestazione: le gole del Calore<br />

sconvolte da lavori di rimboschimento abusivi<br />

Nell’ambito di un normale controllo<br />

e verifica di conformità del “Progetto<br />

speciale per interventi di forestazione<br />

nelle aree a rischio idrogeologico della<br />

Regione Campania-progetto n.<br />

14/FOR/SA- interventi di forestazione<br />

protettiva in agro del Comune di<br />

Magliano Vetere” finanziato dal Ministero<br />

delle Politiche Agricole, Alimentari<br />

e Forestali alla Comunità Montana<br />

“ Calore Salernitano”, gli uomini<br />

del Comando Stazione Forestale di<br />

Stio nel territorio protetto del Parco<br />

Nazionale del Cilento hanno rilevato<br />

pesanti difformità nella conduzione<br />

dei lavori in corso nella località “<br />

Calore” del Comune di Magliano<br />

Vetere.<br />

Premesso che l’area in questione<br />

costituisce una sorta di monumento<br />

naturalistico del Parco Nazionale,<br />

interessando il sito meglio noto come<br />

Gole del Calore all’altezza del Ponte<br />

Medioevale che unisce le due sponde<br />

del fiume sull’antico percorso immediatamente<br />

a monte degli stretti<br />

meandri delle Gole, la sorpresa che<br />

ha attirato l’attenzione degli Agenti<br />

del Corpo Forestale dello Stato è stata<br />

la spregiudicata realizzazione degli<br />

interventi che hanno portato alla<br />

cementificazione di diverse centinaia<br />

di metri di pista naturale preesistente,<br />

creando un impatto visivo sul delicato<br />

paesaggio del sito percepibile a chilometri<br />

di distanza, contravvenendo alle<br />

prescrizione dell’Ente Parco che vieta<br />

la cementazione delle piste nell’ambito<br />

del territorio protetto.<br />

Ulteriore sorpresa è stato il riscontro<br />

della costruzione di gabbionate<br />

per il consolidamento di alcuni tratti<br />

di sponda del Fiume che hanno avuto<br />

l’effetto opposto: infatti per realizzare<br />

l’area di sedime delle opere si è inopportunamente<br />

provveduto ad asportare<br />

la vegetazione ripariale che di per<br />

sé già naturalmente esercitava , tra<br />

l’altro gratuitamente, un’azione efficace<br />

di protezione dall’erosione della<br />

corrente idrica, affidandola alle gabbionate<br />

in pietra che alla prima corrente<br />

di piena sono state scalzate,<br />

spostate e travolte esponendo le<br />

pareti dell’alveo all’azione erosiva del<br />

flusso idrico, che in poche ore di piena<br />

ha spazzato completamente il vecchio<br />

tracciato della pista ivi esistente.<br />

Per aggirare il tratto di strada eroso<br />

dalla corrente si è riscontrata la realizzazione<br />

di un tratto nuovo completamente<br />

abusivo con soppressione del<br />

bosco ivi presente. Tali opere non<br />

risultano previste nella progettazione<br />

approvata né contemplate in alcuna<br />

variante in corso d’opera.<br />

Infine, trattandosi di forestazione e<br />

riforestazione di ben 36 ettari di<br />

bosco per lo più gia esistente, la nor-<br />

ma in materia ambientale costituita<br />

dal Decreto Legislativo n. 152 del 3<br />

aprile 2006 prevede che per interventi<br />

su superfici boscate superiori ai 10<br />

ettari occorre sottoporre il progetto<br />

alla preventiva procedura di Valutazione<br />

di Impatto Ambientale; inoltre,<br />

essendo l’area già stata individuata<br />

come Sito di Interesse Comunitario di<br />

cui al codice Area SIC “ IT8050002 “<br />

per la tutela degli habitat particolari<br />

della fauna migratoria e stanziale, lo<br />

stesso progetto avrebbe dovuto essere<br />

sottoposto almeno alla procedura<br />

semplificata della Valutazione d’incidenza.<br />

Per quanto emerso nel corso degli<br />

accertamenti svolti dal Corpo Forestale<br />

dello Stato si è reso inevitabile sottoporre<br />

a sequestro l’intera area interessata<br />

dai lavori, apponendo ai sigilli<br />

ad un’area di ben 36 ettari; l’azione<br />

penale si è resa necessaria per l’accertamento<br />

definitivo dei fatti e delle<br />

responsabilità in considerazione che<br />

sussiste il pericolo di un’alterazione o<br />

modifica dei luoghi del reato e per<br />

evitare che il proseguire dei lavori<br />

continuasse ad arrecare conseguenze<br />

al delicato ecosistema fluviale<br />

Gli Agenti del Corpo Forestale dello<br />

Stato del Comando Stazione di Stio,<br />

coordinati dal CTA di Vallo della Lucania<br />

sotto la guida del V.Q.A.F. Fernando<br />

Sileo, hanno speditamente<br />

proceduto ad individuare tra i tecnici<br />

dipendenti della Comunità Montana<br />

“Calore Salernitano”, il Responsabile<br />

del Procedimento ed il Direttore dei<br />

Lavori del Cantiere, deferendoli<br />

all’Autorità Giudiziaria per le loro<br />

responsabilità dirette nella realizzazione<br />

di interventi rivelatisi illegittimi.<br />

Suscita molti interrogativi la circostanza<br />

che ancora una volta l’impiego<br />

di fondi pubblici venga realizzato in<br />

modo improprio arrecando dei danni<br />

all’ambiente anziché migliorarlo e<br />

proteggerlo secondo i fini istituzionali<br />

sia dell’Ente titolare della conduzione<br />

dei lavori sia della fonte Ministeriale<br />

del finanziamento impiegato.<br />

Inoltre, si ravvisano due livelli di<br />

danno all’interesse pubblico: il primo<br />

senz’altro rappresentato da troppa<br />

approssimazione nell’impiego dei fondi<br />

Pubblici su interventi così delicati<br />

per l’ambiente; il secondo è che per<br />

ripristinare i danni arrecati al paesaggio<br />

occorre impiegare ulteriori risorse<br />

per restituire all’ambiente l’aspetto<br />

originario.<br />

il Coordinatore Territoriale<br />

V.Q.A.F. SILEO Fernando<br />

L’addetto alla<br />

Comunicazione Istituzionale<br />

v.q.a.f. GUARIGLIA Ing. Mario<br />

“No al nucleare” da parte dei Sindaci dei fiumi Sele e Tanagro<br />

Unanime e deciso il “NO al nucleare”<br />

dei Sindaci della Comunità delle Riserve<br />

Sele e Tanagro anche con toni forti<br />

ed accesi, i Sindaci hanno votato all’unanimità<br />

contro la eventuale Centrale<br />

a Foce Sele ma anche contro il nucleare<br />

in generale e la tutela del territorio, ieri<br />

24 marzo 2010 nell’aula consiliare del<br />

Comune di Eboli.<br />

Nessun allarmismo, nessun pregiudizio,<br />

ma quando di mezzo c’è la salute<br />

dei cittadini e il futuro di un’intera area<br />

della Provincia di Salerno, è giusto<br />

“prevenire piuttosto che curare”. La<br />

Comunità delle Riserve Sele e Tanagro<br />

( 41 Sindaci, 5 Comunità Montane, Province<br />

di Salerno e Avellino e Regione<br />

Campania che attraverso l’Assessore<br />

all’Ambiente Romano ha comunicato<br />

ogni sostegno all’azione dei Sindaci<br />

contro il nucleare, alla presenza delle<br />

associazioni ambientaliste WWF,<br />

Legambiente e dei Comitati per il referendum<br />

contro il nucleare di Eboli) ha<br />

deliberato all’unanimità la dichiarazione<br />

di territorio denuclearizzato per l’area<br />

della Riserva.<br />

Articolate argomentazioni, durate<br />

per più di tre ore di dibattito e confron-<br />

Comune di Magliano Vetere- Il C.T.A. del Corpo<br />

Forestale dello Stato appone i sigilli ad un’area<br />

di 36 ettari nel cuore del Parco Nazionale del<br />

Cilento e Vallo di Diano<br />

to su un argomento delicato per delineare<br />

un percorso amministrativo efficace<br />

e determinato contro il nucleare e<br />

l’attenzione a seguire con trasparenza e<br />

partecipazione l’individuazione di siti<br />

di stoccaggio per i rifiuti radioattivi,<br />

derivanti anche dal decommissioning<br />

delle centrali dismesse nel paese.<br />

Dopo la moratoria di un anno del<br />

Governo Italiano e le dichiarazioni rassicuranti<br />

dell’Assessore Romano già<br />

annunciate dal Presidente Caldoro della<br />

Regione Campania, la discussione si<br />

è concentrata sulla sensibilizzazione e<br />

partecipazione con propri atti da parte<br />

di tutti i comuni della Riserva oltre a<br />

delineare un percorso istituzionale sulla<br />

dichiarazione del “territorio delle<br />

Riserve Regionali Sele e Tanagro Monti<br />

Eremita e Marzano denuclearizzato”,<br />

facendo voti alla Regione Campania<br />

in attuazione alle direttive europee<br />

sui siti di interesse comunitari e delle<br />

particolari condizioni di rischio idrogeologico<br />

e sismico, di vietare su tutto<br />

il territorio delle “Riserve Regionali<br />

Sele e Tanagro Monti Eremita e Marzano<br />

” l’installazione di centrali che<br />

sfruttino l’energia atomica.<br />

Particolare attenzione nella richiesta<br />

alla Provincia di Salerno di dichiarare<br />

denuclearizzato tutto il territorio delle<br />

“Riserve Regionali” con specifica previsione<br />

nella proposta di PTCP, attualmente<br />

all’esame di tutte le amministrazioni<br />

della Provincia, di assumere tale<br />

decisione, come specifica OSSERVA-<br />

ZIONE al PTCP per l’elevato rischio<br />

idrogeologico oltre che sismico del territorio<br />

dichiarato della Comunità<br />

Europea sito di interesse comunitario,<br />

e destinazione turistica d’eccellenza.<br />

I Sindaci hanno tenuto a precisare la<br />

natura delle aree fortemente antropizzate<br />

e la caratteristica del strategica<br />

nell’economia agricola e turistica locale<br />

per la presenza di importanti giacimenti<br />

culturali e ambientali vanto dell’intera<br />

nazione (patrimonio mondiale dell’umanità<br />

riserve di biosfera, destinazione<br />

d’eccellenza turistica della Comunità<br />

europea, ecc.) nonché di produzioni<br />

di eccellenza (mozzarella di bufala,<br />

carciofi del sele, terza gamma di qualità).<br />

Una vera follia secondo alcuni il solo<br />

pensare ad una Centrale in un’area così<br />

delicata che porterebbe la Regione<br />

Campania a perdere anche quelle poche<br />

aree vanto e orgoglio della stessa<br />

Regione sia in termini ambientali che<br />

culturali.<br />

Viva soddisfazione ha espresso il<br />

Presidente della Riserva Prof. Domenico<br />

Nicoletti che ha dichiarato “la<br />

necessità di sbloccare gli incentivi per<br />

le foni energetiche naturali ancora tutte<br />

da esplorare e promuovere nelle aree<br />

protette, dal microidro per riabilitare i<br />

luoghi della produzione del fiume, alle<br />

energie dal mare, come dal sottosuolo<br />

(geotermiche), a quelle integrate con<br />

biomasse e forsu” , aggiungendo “i<br />

rifiuti come risorsa nel nostro territorio<br />

sono ancora una chimera, come lo sono<br />

le fonti naturali dall’idrogeno alle celle<br />

a combustibile che in altre aree del paese<br />

hanno attivato processi di integrazione<br />

dell’efficentamento energetico<br />

territoriale”. Ed allora vista la moratorio<br />

sul nucleare da parte del governo<br />

italiano, perché non pensare a sbloccare<br />

gli incentivi nei settori come le energie<br />

rinnovabili (ricerca e innovazione)<br />

di sicura prospettiva per il futuro del<br />

paese?<br />

cronache cilentane territorio<br />

7

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!