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1 Lezione dell'11 novembre 2002 13,00-15,00 SMC-Oculistica Dott ...

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miovascolare. E questo diciamo che è l’evoluzione classica della forma<br />

proliferante.<br />

b) Forma non proliferante<br />

Invece l’evoluzione più pericolosa, più rischiosa per la funzione visiva del pz.. nella<br />

maculopatia, è l’edema cistoide cioè un’alterazione a livello maculare che non è<br />

più correggibile semplicemente permettendo il riassorbimento dei liquidi. Si creano<br />

cioè delle alterazioni anatomiche a livello della regione maculare per cui si ha una<br />

perdita della componente cellulonervosa, si formano proprio delle cisterelline che<br />

purtroppo non permettono poi un recupero funzionale adeguato. Purtroppo quando<br />

si arriva ad osservare questa situazione clinica, indubbiamente tutti i trattamenti che<br />

possiamo fare hanno scarso effetto perché la malattia non è più suscettibile di<br />

miglioramento.<br />

Vediamo un po’ ora come possono evolvere a livello vascolare i quadri che abbiamo già<br />

illustrato :<br />

- i microaneurismi possono dare luogo in qualche modo ad un ulteriore ispessimento,<br />

possono rompersi determinando emorragie retiniche, possono contribuirte ad<br />

interferire con la normale circolazione all’interno della retina.<br />

- gli essudati si localizzano ovviamente in profondità negli spazi retinici e questo<br />

perché i capillari sono abbastanza profondi; è ovvio che se l’emorragia diventa più<br />

importante può coinvolgere anche gli spazi più superficiali, anche lo spazio<br />

preretinico, ma questo nelle situazioni più avanzate.<br />

Questo è lo sviluppo dell’edema maculare : la retina si ispessisce, il liquido non viene<br />

riassorbito dai vasi della regione perimaculare e quindi questo determina un’alterazione del<br />

funzionamento della trasmissione del segnale. Si vede quindi che è causata dalla<br />

rarefazione dei capillari e, laddove i capillari scompaiono, il tessuto diventa ischemico e da<br />

qui comincia a mandare in giro sostanze che stimolano la produzione di neovasi.<br />

Riconosciamo facilmente la presenza di vasi ischemici perché intorno a questi vasi<br />

troviamo i cosiddetti essudati cotonosi, quelli biancastri sfumati e che sono molto<br />

superficiali e che tendenzialmente mascherano quello che c’è al di sotto.<br />

Una retinopatia ischemica si riconosce per la presenza di determinati aspetti: essudati,<br />

colorito piuttosto scuro del fondo dell’occhio, emorragie, che se ci sono, sono molto scure.<br />

Soprattutto la si riconosce molto bene all’esame FAG : zone non perfuse, senza capillari,<br />

non si osserva la normale fluorescenza perché i neovasi non hanno la parete uguale ai<br />

capillari normali, parete che di per sé tende a perdere liquidi e pertanto questi liquidi<br />

circondano totalmente l’area interessata e sembra che si accenda una lampadina; la<br />

diffusione del colorante è rapida e noi riusciamo facilmente a riconoscerla. E’ chiaro che i<br />

neovasi si accompagnano a tessuto fibroso che sostiene il vaso e questo ovviamente induce<br />

la possibilità di sviluppare un distacco di retina, neovascolarizzazione molto marcata al di<br />

sotto della papilla ottica e conseguente emovitreo, perdita di sangue nel corpo vitreo. Il<br />

tutto può poi naturalmente evolvere verso un distacco retineo.<br />

L’evoluzione naturale della malattia oltre a creare problemi a livello retineo può<br />

determinare anche lo sviluppo di un glaucoma vascolare. Glaucoma vascolare<br />

contraddistinto dal fatto che la pressione dell’occhio sale veramente tanto, non tutto d’un<br />

colpo come nel glaucoma acuto, però molto rapidamente perché i neovasi si sviluppano<br />

rapidamente, e sono pz. che viaggiano con pressioni a livello oculare intorno ai 40-50<br />

mmHg difficilmente trattabili perché non ci sono farmaci utili e difficilmente operabili<br />

perché sanguinano in un modo pazzesco. L’unico modo per trattare questo glaucoma<br />

vascolare è o l’inserimento di un tubicino che permetta di drenare il liquido dalla parte<br />

anteriore posteriormente nel quadrante sclerale più posteriore o, eventualmente, una<br />

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