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GM – Dispensa 01-2013 _13marzo - A.G.E.LL.PP.

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STUDIO.<strong>GM</strong>EDDA@<strong>GM</strong>AIL.COM<br />

"Qualunque piantagione, costruzione od opera esistente sopra o sotto il suolo appartiene al<br />

proprietario di questo, salvo quanto disposto dagli articoli 935, 936, 937 e 938 e salvo<br />

diversamente dal titolo o dalla legge."<br />

Il concetto generale è che il suolo attrae tutto ciò che vi è sopra incorporato.<br />

Davanti alle patologie derivate dalle occupazioni illegittime od usurpative, viene<br />

individuato l'istituto, di creazione giurisprudenziale, della 'accessione invertita', ovvero è<br />

l'opera realizzata sul fondo che attrae a se il fondo medesimo.<br />

In termini cronologici l'accessione invertita o occupazione appropriativa, nasce nei<br />

primi anni '80 e si conclude definitivamente nel 2003 con l'inserimento nel Dpr 327/<strong>01</strong><br />

dell'istituto della 'acquisizione sanante'.<br />

Il percorso normativo<br />

Tra i primi provvedimenti troviamo la sentenza Corte di Cassazione 26.02.1983, n.<br />

1464, con la quale si stabilì che "nell'ipotesi di occupazione illegittima di un bene di proprietà privata<br />

da parte della P.A. per la costruzione di un'opera pubblica, la radicale trasformazione del bene stesso da un<br />

lato comporta l'estinzione in quel momento del diritto di proprietà del privato e la contestuale acquisizione,<br />

a titolo originale, della proprietà in capo all'ente costruttore, dall'altro costituisce un illecito, istantaneo e<br />

permanente, che abilita il privato a chiedere, nel termine prescrizionale di cinque anni dal momento della<br />

trasformazione del fondo, la condanna dell'ente medesimo a risarcire il danno derivante dalla perdita del<br />

diritto di proprietà".<br />

A parte le problematiche generate dalla competenza giurisdizionale se in capo al<br />

Giudice Amministrativo, in quanto generata da atti amministrativi, o in capo al Giudice<br />

Ordinario in quanto trattasi di risarcimento del danno, si vuole portare l'attenzione sulla<br />

azione subita dal cittadino in attuazione alla sentenza.<br />

Il titolare di un bene, interessato dalla realizzazione dell'opera pubblica, secondo le<br />

procedure in uso all'epoca, si vede notificare, a termini dell'art. 20 L. 865/71, un decreto di<br />

occupazione d'urgenza, almeno 20 giorni prima dell'esecuzione dello stesso, con obbligo di<br />

liberare le cose mobili ma senza avere nessuna notizia dell'indennizzo di competenza. Il<br />

decreto viene eseguito, non sempre in forma pacifica, ed il proprietario ne perde l'uso per<br />

cinque anni. Scaduti i cinque anni, senza che sia stata emesso un legittimo decreto di<br />

esproprio, e quindi senza percepire alcun tipo di indennità, il bene non gli viene restituito<br />

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