-<strong>Le</strong> origini- Due numeri razionali sono quindi p-adicamente vicini se la loro differenza è divisibile per un'alta potenza ·di p. Per avere una idea intuitiva della distanza p-adica, si consideri per esempio p = 5; due. numeri sono S-adicamente più vicini, se la loro differenza è divisibile per un'alta potenza di 5. Si consideri a = 6 e b = 1, d 5 (6, 1) = 16-115 =5- 1 =1/5. Se si introduce un terzo elemento c = 7, si ha: d 5 (7,6) = 17 -615 =5-0 =1,' d 5(7, 1) =17 -115 =5- 0 =1. In questo modo 6 è più vicino ad 1 di quanto non lo sia 7: in particolare, il triangolo formato da 1, 6 e 7 è isoscele con 7 equidistante sia da 1 che da 6. L'ordine geometrico naturale dei numeri p-adici non è quindi lungo una retta reale ma, come verrà evidenziato, su di una struttura gerarchica; altro elemento innovativo fu quindi il concetto non usuale dell'esistenza di differenti <strong>distanze</strong> su uno stesso insieme. 2.5 L'all1laHsi p-adlica La distanza p-adica permise ad Hensel di definire sull'insieme dei numeri p-adici, in parallelo a quanto fatto sui reali, una struttura topologica; egli considera come sistema di sottoinsiemi in Qp' gli intorni di ogni numero p-adico a formati da ipersfere costruite con il valore assoluto p-adico: co Egli evidenziò curiose proprietà come il fatto che la serie 'La; converge se e solo se la;l p -+ 0, mediante la quale definì l'esponenziale ed il logaritmo p-adico. Con la distanza data dall'usuale valore assoluto, Cantor aveva dimostrato che il campo dei reali poteva essere considerato come il completamento di Q; analogamente un allievo di Hensel dimostrò nel 1913 che anche Qp poteva essere considerato il completamento di Q mediante la distanza ottenuta con il valore assoluto p-adico. L'analisi p-adica (Schikhof, 1984) ripercorre gli usuali temi dell'analisi classica su R o C, considerando le interessanti implicazioni derivanti dalla disuguaglianza ultrametrica. Numerose sono le parti della Matematica per le quali esiste o è concepibile una corrispondente teoria ultrametrica: la Teoria dei Numeri, la Geometria algebrica, la Teoria dei gruppi, l'Analisi Funzionale, etc. L'introduzione del termine ultrametrico è dovuta a M. Krasner (1944) che, molti anni più tardi, con una comunicazione presentata alla Accademia francese delle Scienze, 13 ;=1
-<strong>Le</strong> origini- evidenziò la generalità della struttura geometrica dello spazio ultrametrico, al di là del particolare contesto algebrico in cui la nozione era apparsa la prima volta. Questa comunicazione rappresentò l'occasione che consentì la conoscenza dello spazio ultrametrico; in seguito questo concetto trovò applicazione in discipline diverse dalla Matematica. 14