05 Gavagna.pdf - BOLbusiness
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114 Veronica <strong>Gavagna</strong><br />
verbi “partire”, “misurare” e “numerare”, mentre “dividere over partire”<br />
ha il significato di dimezzare ed è riferibile alle sole quantità<br />
continue, dal momento che, nei numeri naturali, solo i numeri pari<br />
possono essere dimezzati; i termini “numerare” e “misurare” indicano<br />
invece quante volte una certa quantità è contenuta in un’altra<br />
e si riferiscono rispettivamente alle quantità discrete e continue. Questa<br />
ambiguità in alcuni autori viene superata dall’uso indiscriminato<br />
del verbo “partire”, al quale si adatta a malincuore lo stesso Tartaglia<br />
24 , nonostante questo produca incongruità speculari all’uso acritico<br />
del verbo “multiplicare”: la divisione di due numeri rotti produce,<br />
infatti, un quoziente maggiore del dividendo e del divisore.<br />
Il carattere enciclopedico, l’influenza dell’ambiente abachistico,<br />
la scelta della lingua volgare, sono dunque elementi che accomunano<br />
il General Trattato alla Summa pacioliana ma che, allo<br />
stesso tempo, le differenziano marcatamente dalla Practica arithmetice<br />
di Cardano 25 . Come abbiamo detto, la Practica, che si<br />
fonda su un’architettura snella ed essenziale e si rivolge a un pubblico<br />
colto ed europeo, è un’opera che consuma una decisa rottura<br />
nei confronti della Summa. Inoltre, diversamente da quanto avviene<br />
nelle opere di Pacioli e Tartaglia, l’influenza diretta dell’ambiente<br />
abachistico è assai modesta, dato che, per quanto ne sappiamo,<br />
Cardano non sembra aver frequentato una scuola d’abaco<br />
né in veste di discente né in quella di docente e l’unico legame<br />
che possiamo documentare è l’amicizia con il maestro Gabriel de<br />
Aratoribus 26 . Gli echi abachistici che si avvertono nella Practica<br />
24 “li nostri antichi, & moderni Pratici non hanno fatto alcuna distintione<br />
di nome a questi tre Atti [...] e perche dubito, volendo io star a delucidar, & dispurar<br />
della varieta di tai avenimenti, che a molti veneria in fastidio, mene passo<br />
con silentio” (Prima Parte, Libro II, c. 27r).<br />
25 Sul linguaggio di Tartaglia si veda M. PIOTTI, La lingua di Niccolò Tartaglia:<br />
la Nova scientia e i Quesiti et inventioni diverse, Milano, LED 1998.<br />
26 Nella Practica, e in altri testi del corpus cardaniano, è citato più volte il<br />
Maestro Gabriel de Aratoribus, che sembra aver incoraggiato Cardano nella stesura<br />
della Practica e che avrebbe fornito al medico milanese alcuni metodi algebrici<br />
per la soluzione di problemi.