Estratto Mastino, Zucca - Università degli Studi di Sassari
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ATTILIO MASTINO / RAIMONDO ZUCCA<br />
Sul finire dell’inverno 216-215 a.C. (mitescente iam hieme 49 ), mentre<br />
Annibale riusciva finalmente a prendere per fame la città <strong>di</strong> Casilino,<br />
che venne restituita ai Capuani 50 , e i Petelini, gli unici dei<br />
Bruttii a rimanere fedeli ai Romani, dovevano sostenere l’asse<strong>di</strong>o <strong>di</strong><br />
Cartagine e <strong>degli</strong> stessi Bruttii 51 , giunsero al Senato <strong>di</strong> Roma le lettere<br />
dei propraetores T. Otacilius Crassus dalla Sicilia e A. Cornelius<br />
Mamulla dalla Sardegna. L’uno e l’altro affermavano che non si corrispondeva<br />
né lo stipen<strong>di</strong>um né il frumentum ai milites e ai socii navales<br />
nelle date stabilite ed era necessario che il Senato intervenisse<br />
al più presto possibile 52 . A entrambi fu risposto che non vi era la possibilità<br />
<strong>di</strong> mandare nulla, ma si or<strong>di</strong>nava loro <strong>di</strong> provvedere da sé alla<br />
flotta e all’esercito. Mentre Otacilio ricevette da Ierone II il necessario,<br />
in Sardegna fu provveduto grazie alle civitates sociae, che<br />
benigne contulerunt.<br />
Dobbiamo chiederci se le civitates sociae che benigne offrirono<br />
frumentum e stipen<strong>di</strong>um all’esercito del propretore della Sar<strong>di</strong>nia Aulo<br />
Cornelio Mamulla nel 216 a.C. siano da identificarsi in cantoni in<strong>di</strong>geni<br />
filoromani e non piuttosto in “città” riconosciute alleate da<br />
Roma, poiché se la rivolta coinvolse principalmente l’elemento in<strong>di</strong>geno,<br />
i migliori alleati <strong>di</strong> Roma non poterono essere che i «gran<strong>di</strong> centri<br />
dell’isola [...] [che] si sentirono sicuramente attratti dal liberismo<br />
economico fino da allora professato da Roma» 53 . Giovanni Brizzi ha<br />
osservato che in Livio XXIII, 41, 6 «il termine [civitates che erano passate<br />
ad Hampsicora], oltretutto contrapposto a quello <strong>di</strong> urbs impiegato<br />
per Cornus, sembra designare (come spesso, nel latino <strong>di</strong> età augustea)<br />
entità tribali o cantonali» 54 . D’altro canto l’unico in<strong>di</strong>zio fornitoci<br />
da Livio per una localizzazione dei socii <strong>di</strong> Roma in Sardegna,<br />
nel 216-215 a.C., ci porta all’entroterra <strong>di</strong> Caralis, dunque al fertile<br />
49. LIV. XXIII, 19, 1.<br />
50. LIV. XXIII, 19, 1-8.<br />
51. LIV. XXIII, 20, 4-10.<br />
52. LIV. XXIII, 21, 1-6.<br />
53. G. BRIZZI, Nascita <strong>di</strong> una provincia: Roma e la Sardegna, in ID., Carcopino,<br />
Cartagine e altri scritti, <strong>Sassari</strong> 1989, p. 84. Se dunque può nutrirsi un dubbio interpretativo<br />
sulle civitates sociae del 216-215 a.C., tale incertezza scompare a proposito<br />
delle urbes sociae ricordate al tempo delle imprese <strong>di</strong> Tiberio Sempronio Gracco,<br />
mezzo secolo dopo la rivolta delle civitates filopuniche.<br />
54. BRIZZI, Nascita <strong>di</strong> una provincia, cit., p. 81.<br />
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