Estratto Mastino, Zucca - Università degli Studi di Sassari
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ATTILIO MASTINO / RAIMONDO ZUCCA<br />
Il grosso della fanteria cartaginese, che doveva annoverare principalmente<br />
contingenti iberici, segnalati esplicitamente dalla tra<strong>di</strong>zione<br />
156 , era schierato in posizione centrale più arretrata, protetta alle<br />
ali da complessivi 1.500 cavalieri.<br />
Dapprima si ebbero <strong>degli</strong> scontri delle truppe d’avanguar<strong>di</strong>a con<br />
varia fortuna per entrambi i contendenti; infine si scese a battaglia:<br />
vennero levate le insegne e si combatté per quattro ore un proelium<br />
iustum, secondo i precetti dell’arte militare.<br />
I Sar<strong>di</strong> Pelliti, non avvezzi a combattimenti regolari, soccombettero<br />
assai rapidamente ad opera <strong>di</strong> un’ala <strong>di</strong> cavalleria, mentre la fanteria<br />
pesante cartaginese resistette a lungo, fintanto che il ritorno offensivo<br />
dell’ala che aveva prevalso sui Sar<strong>di</strong> permise ai Romani <strong>di</strong> serrare<br />
in una morsa i nemici, che furono così massacrati.<br />
Si contarono sul campo <strong>di</strong> battaglia 12.000 morti tra Sar<strong>di</strong> e soldati<br />
dell’esercito cartaginese, fra cui il figlio <strong>di</strong> Hampsicora, Hostus<br />
157 ; 3.700 furono i prigionieri, tra cui l’imperator Asdrubale il Calvo<br />
158 e i nobili cartaginesi Annone 159 , auctor della rivolta, e Magone,<br />
congiunto <strong>di</strong> Annibale, e furono strappati al nemico ventisette signa<br />
militaria 160 .<br />
Hampsicora, fuggito alla morte in battaglia con un modesto stuolo<br />
<strong>di</strong> cavalieri, si uccise nel cuore della notte dopo aver appreso che<br />
anche il figlio era tra i caduti.<br />
156. SIL. ITAL. XII, 376, forse derivato da LIV. XXIII, 13, 8 (cfr. PAIS, Storia della Sardegna<br />
e della Corsica, cit., p. 61, nota 1; ZUCCA, Cornus, cit., p. 364, nota 4).<br />
157. Secondo il celebre “medaglione enniano” <strong>di</strong> Silio Italico (XII, 393-422), Hostus,<br />
impegnato in un duello con Ennio, sarebbe stato trafitto da una freccia scoccata<br />
da Apollo che avrebbe così salvato il suo futuro poeta. La storicità del duello tra<br />
Hostus ed Ennio è negata da una sostanzialmente unanime critica storica, benché sia<br />
ammissibile che Ennio avesse combattuto in Sardegna anche nella stessa battaglia<br />
del 215 a.C. (cfr. M. SECHI, Nota ad un episo<strong>di</strong>o <strong>di</strong> storia sarda nelle Puniche <strong>di</strong> Silio<br />
Italico, «<strong>Stu<strong>di</strong></strong> sar<strong>di</strong>», VII, 1947, pp. 153 ss.; G. RUNCHINA, Da Ennio a Silio Italico,<br />
«Annali della Facoltà <strong>di</strong> Magistero dell’<strong>Università</strong> <strong>di</strong> Cagliari», VI, 1982, 1, pp. 11 ss.;<br />
MELONI, La Sardegna romana, cit., pp. 56-7 e 63; A. MASTINO, Storia della Sardegna<br />
antica, Nuoro 2005, pp. 84-5; CORONA, La rivolta <strong>di</strong> Ampsicora, cit., pp. 155-6).<br />
158. K. GEUS, Prosopographie der literarisch Bezeugten Karthager, Leuven 1994,<br />
pp. 148-9, s.v. Hasdrubal (10).<br />
159. Ivi, p. 124, s.v. Hanno (23).<br />
160. Sui signa militaria (LIV. XXIII, 40, 12) cfr. GSELL, Histoire ancienne, cit., vol.<br />
II, p. 391, nota 7.<br />
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