Infoitalie - ottobre 2011 - CCITABEL
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28 luxemBourg<br />
ISTITuTO ITALIAnO DI CuLTuRA<br />
L’UnitÀ d’itaLia<br />
e l’arte del MangIar Bene<br />
Il 18 <strong>ottobre</strong> scorso, al Sofitel, un programma ricco di<br />
eventi dedicato alla cultura gastronomica Italiana<br />
di Isabella Sardo<br />
Dopo mesi dedicati ai festeggiamenti per lo storico anniversario<br />
dell’Unità d’Italia, dopo aver ripercorso gli eventi che<br />
portarono alla proclamazione del Regno d’Italia, celebrato i<br />
suoi artefici, riesumato dimenticati eroi nazionali, giunge, in<br />
<strong>ottobre</strong> in Lussemburgo, il momento per affrontare l’identificazione<br />
di una coscienza nazionale nel popolo italiano attraverso<br />
un’angolazione diversa, meno istituzionale ma non<br />
secondaria: l’italianità della cucina.<br />
A questo baluardo nazionale di carattere gastronomico,<br />
a questa gloria italiana che ci rende<br />
orgogliosamente consapevoli dell’eccellenza<br />
assoluta a livello mondiale della nostra<br />
cucina, l’Istituto Italiano di Cultura di Lussemburgo,<br />
l’Accademia Italiana della Cucina e la<br />
Camera di Commercio Italo-Lussemburghese<br />
hanno dedicato un evento molto particolare,<br />
che vuole coniugare la storia, la letteratura ed<br />
il gusto: ‘L’Unità d’Italia e l’Arte del Mangiar<br />
bene’.<br />
La storia: perché il percorso sociale di come si definì, come<br />
si evolvé e di come continua a cambiare la nostra cultura gastronomica<br />
è uno strumento prezioso e forse indispensabile<br />
per capire (ed amare) l’Italia di ieri e di oggi. Ad illuminare ed<br />
ampliare i nostri orizzonti provvede un grandissimo esperto<br />
del settore, il professor emerito Giovanni Ballarini, presidente<br />
nazionale dell’Accademia Italiana della Cucina, esperto<br />
di antropologia alimentare, autore, tra le tantissime edizioni<br />
dedicate all’alimentazione, anche dell’ultima edizione<br />
dell’Accademia della Cucina, l’interessantissimo libro ‘1861-<br />
<strong>2011</strong>, La Cucina nella formazione dell’identità nazionale’<br />
realizzato anche grazie al lavoro del centro di ricerca “Franco<br />
Marenghi”. Si tratta di una pubblicazione, questa presentata<br />
da Ballarini, che abbraccia il tema della cucina italiana<br />
attraverso moltissime griglie interpretative, principalmente<br />
geografiche, cronologiche, economiche, sociali, e che delinea<br />
magistralmente la fisionomia di una storia italiana familiare,<br />
affascinante ma trascurata dai consueti approcci scolastici,<br />
più concentrati sugli ‘accadimenti’ che sui ‘condimenti’.<br />
La letteratura: perché, per una felicissima coincidenza, il<br />
<strong>2011</strong>, oltre a segnare il centocinquantesimo anniversario<br />
dell’Unità Nazionale, si rivela essere anche centenario della<br />
morte dell’autentico padre della letteratura gastronomica<br />
italiana, Pellegrino Artusi, autore<br />
di quella pietra miliare ‘La Scienza<br />
in Cucina e l’Arte di Mangiar Bene’<br />
che nessun italiano amante dell’arte<br />
dei fornelli potrebbe impedirsi<br />
di conservare come cimelio tra gli scaffali della propria<br />
cucina. Buongustaio, Pellegrino Artusi era anche uomo di<br />
lettere, personaggio peculiare di un’Italia appena nata che<br />
andava definendo le coordinate dei propri gusti e delle usanze<br />
di una società ancora molto diversificata, per tradizioni<br />
regionali e per censo.<br />
Casa Artusi di Forlimpopoli (centro di cultura gastronomica<br />
dedicato alla cucina domestica italiana, ‘museo vivo’ della<br />
cucina) coadiuvata dalla regione Emilia Romagna, in questa<br />
occasione è diventata partner dell’Istituto Italiano di Cultura<br />
e dell’Accademia Italiana della Cucina, provvedendo in modo<br />
sostanziale a far scoprire al pubblico lussemburghese i molti<br />
aspetti di questo originale e carismatico personaggio. Inoltre,<br />
la professoressa Maria Luisa Caldognetto dell’Università<br />
di Treviri, presidentessa dell’Associazione Convivium, con il<br />
suo intervento ‘Pellegrino Artusi: oltre l’arte del mangiar<br />
bene’ tratteggia la figura di un Artusi non solo gastronomo<br />
ma anche puro uomo di lettere e di pensiero.<br />
Il gusto: Poiché alimentare la mente è assai bello ma non<br />
autorizza a trascurare le papille gustative, lo chef Vincenzo<br />
Vaccaro del Ristorante Oro e Argento dell’Hotel Sofitel<br />
di Kirchberg ha proposto un menù storico, esclusivamente<br />
elaborato per l’occasione e di carattere ed essenza squisitamente<br />
risorgimentali (oltre che artusiani).<br />
Vincenzo Vaccaro, quindi, si inserisce in quella illustre confraternita<br />
di illustri chef che durante il <strong>2011</strong> hanno fatto a<br />
gara per proporre il piatto che rappresentasse al meglio l’Unità<br />
d’Italia in cucina. Dal celebre Heinz Beck che punta a<br />
rappresentarla cromaticamente nel tricolore rosso bianco e<br />
verde e valorizzando ingredienti per i quali l’Italia è famosa<br />
(pomodoro, rucola, pecorino...) a Carlo Gracco, che punta<br />
sugli spaghetti “pietanza capace di unire simbolicamente il<br />
nostro paese a tavola” i quali però affrontano i loro concorrenti<br />
storici, quei chicchi di riso che, secondo Gualtiero Marchesi,<br />
tutti uniti insieme rappresentano l’Unità. Gianfranco<br />
Vissani interviene a calmare le acque schierandosi in favore<br />
dell’olio extravergine d’oliva ‘la vera e propria bandiera italiana<br />
e di cui dobbiamo andare fieri’. Polemiche e querelles,<br />
in realtà, effimere, intese più a parlare di cucina e di italianità<br />
che a prendere serie posizioni in un ambito che di fatto<br />
mette sempre tutti d’accordo, a condizione che si mangi<br />
bene e si mangi ‘italiano’ naturalmente.