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dell’impresa presente in precedenza (quella cioè con più di 1.500
addetti), l’intensità di R&S della prima è in questo caso addirittura
superiore a quello della seconda. Il fatto che sul piano empirico le mediograndi
imprese italiane mostrino un’intensità di ricerca e sviluppo
inferiore a quella presente nelle imprese di pari dimensioni dei principali
paesi avanzati (cfr. Appendice 3), tuttavia, suggerisce che questo aspetto
del problema non costituisca l’unica spiegazione del fenomeno.
4. Come varia la R&S in Italia al variare della struttura
produttiva e dimensionale: una simulazione
Allo scopo di evidenziare l’influenza della struttura del sistema
produttivo e della forte presenza in tutti i settori produttivi della piccola e
media impresa sulla minore propensione a investire in ricerca
nell’industria italiana, la spesa in R&S è stata ricalcolata applicando
all’intensità di ricerca presente nelle varie classi dimensionali 13 dei settori
R & S
manifatturieri 14 ij
italiani ( ) il peso delle diverse classi
Va
ij
Va ij
dimensionali ( ) 15 dei vari settori economici presenti negli altri paesi
Va
13 Ovvero: imprese con meno di 500 addetti (300 addetti per il Giappone),
imprese con un numero di addetti compreso fra 500 e 999 (fra 300 e 999 per il
Giappone) e imprese con più di 1.000 addetti. Purtroppo non è stato possibile
considerare una “spaccatura” dimensionale superiore a causa dell’indisponibilità
dei dati per molti dei paesi qui esaminati.
14 Per un elenco dei diciannove settori analizzati in questo lavoro si veda
l’Appendice 2.
15
Dove R&S ij è l’ammontare di risorse investite in ricerca nella classe
dimensionale j del settore i ; Va ij è il valore aggiunto nella classe dimensionale j
del settore i ; Va è il valore aggiunto del settore manifatturiero.
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