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WP - Foresti - 32.pdf - Confindustria

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addebitare alle grandi imprese. Le imprese italiane con meno di 1.000<br />

addetti sono infatti responsabili dal 3 al 31% delle minori risorse investite<br />

in ricerca dall’industria italiana.<br />

6. Altre cause della limitata ricerca e sviluppo in Italia<br />

La più bassa intensità di R&S riscontrata nei settori industriali<br />

italiani può essere la conseguenza del fatto che le spese per R&S<br />

rappresentano un indicatore della ricerca più formalizzata, e in particolare<br />

di quella che ha luogo nei laboratori di ricerca delle imprese, negli istituti<br />

di ricerca pubblica e nelle università. In particolare in molti dei settori nei<br />

quali è specializzata l’Italia (come il sistema moda - tempo libero - casa -<br />

alimentazione e la meccanica) la ricerca formalizzata rappresenta (come è<br />

noto) solo una parte delle attività innovative alla base della competitività<br />

tecnologica e della capacità di introdurre nuovi prodotti. In questi settori<br />

le attività non formalizzate e, quindi, difficilmente misurabili come il<br />

design, la progettazione, l’introduzione di nuovi materiali e nuove<br />

prestazioni nei prodotti stessi, possono ricoprire addirittura un ruolo più<br />

importante della ricerca di laboratorio. A conferma di tutto questo, i<br />

risultati dell’indagine europea denominata Community Innovation<br />

Survey (Cis 2) condotta nel 1999 23 mostrano che il contributo della R&S<br />

alla spesa totale per innovazione delle imprese manifatturiere varia<br />

significativamente fra paesi ed è tra i più bassi in Italia: esso rappresenta<br />

23 I risultati della Cis 2 (Eurostat 2001) devono essere interpretati con molta<br />

cautela. Da un’attenta analisi di questa indagine sembra, infatti, che la<br />

valutazione delle imprese in genere, e italiane in special modo, circa la propria<br />

capacità innovativa non sia precisa: in particolare le imprese nazionali sembrano<br />

avere sottovalutato l’innovazione da esse prodotta. Secondo Quadrio Curzio,<br />

Fortis e Galli (2002) “L’indagine non appare, infatti, in grado di cogliere i<br />

primati dell’Italia non solo in termini di tecnologie utilizzate, produzione ed<br />

esportazioni …, ma anche a livello qualitativo in termini di design, nuovi<br />

prodotti e tendenze”.<br />

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