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Ottobre 2011 - Moked

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P2 POLITICA / SOCIETÀ<br />

n. 10 | ottobre <strong>2011</strong> pagine ebraiche<br />

Siracusa, l’esilio e il ritorno<br />

A oltre 500 anni dalle persecuzioni, una piccola comunità torna oggi a vivere nel rispetto della Halakhah<br />

ú–– Gadi Piperno<br />

Dipartimento<br />

Educazione<br />

e Cultura UCEI<br />

Si è scritto in vari numeri precedenti<br />

di Pagine Ebraiche della<br />

storia degli ebrei in Sicilia.<br />

In particolare nel numero di giugno<br />

2010 un intero dossier è stato dedicato<br />

al fenomeno del marranesimo<br />

in Italia e nel mondo, così come va<br />

ricordato che il <strong>Moked</strong> primaverile<br />

del 2010 è stato dedicato allo stesso<br />

tema. Proprio in questo <strong>Moked</strong> sono<br />

state poste le basi del Progetto Meridione<br />

che nell’anno in corso ha già<br />

dato alla luce due eventi: il primo,<br />

già riportato nel numero di giugno<br />

di quest’anno, a Torre Mileto nei<br />

pressi di San Nicandro Garganico,<br />

mentre il secondo si è svolto a settembre<br />

in Siracusa.<br />

Perché a Siracusa? Chi si è interessato<br />

di storia degli ebrei in Sicilia sa<br />

che la comunità ebraica di Siracusa<br />

era una delle più popolose dell’intera<br />

isola. Nel quindicesimo secolo, alla<br />

vigilia della cacciata, si contavano<br />

circa 5000 anime ma in precedenza<br />

la popolazione era stata anche più<br />

numerosa e rappresentava circa un<br />

quarto dell’intera popolazione siracusana.<br />

Ai più è noto il fatto che sia<br />

stato scoperto in Ortigia un mikwè<br />

(anzi sei mikwaot) di straordinaria<br />

bellezza all’interno dell’antica giudecca.<br />

In realtà ne sono stati trovati<br />

altri, sotto una chiesa e persino in<br />

una casa privata. Ma pochi sanno<br />

che parlare di ebraismo a Siracusa<br />

oggi non significa più parlare solo<br />

dei resti di una storia gloriosa.<br />

L’arrivo a Siracusa di un rabbino,<br />

Stefano Di Mauro, con la sua famiglia<br />

ha fatto sì che alcune persone,<br />

consapevoli della loro origine ebraica,<br />

e spesso custodi di frammenti di<br />

usi e tradizioni mantenuti nascosti<br />

per 500 anni, si siano accostate a lui<br />

prima con la richiesta di conoscere<br />

di più dell’ebraismo, poi di studiare<br />

Torah, quindi di convertirsi. Un piccolo<br />

miracolo che ha visto come catalizzatore<br />

un signore che trasferitosi,<br />

nella sua Siracusa quasi per caso, si<br />

è sentito quindi investito dall’Eterno<br />

del difficile incarico di far rinascere<br />

l’ebraismo in questi luoghi e per questo<br />

incarico profonde ogni possibile<br />

sforzo.<br />

Ad oggi il suo lavoro ha portato a<br />

circa venti conversioni ottenute con<br />

un Bet Din da lui organizzato e ad<br />

un continuo aumento di richieste di<br />

entrare in questo gruppo, che oggi<br />

conta circa 40 persone. La ricetta è<br />

molto semplice: frequentare in modo<br />

assiduo le lezioni di Torah e di halakhah,<br />

e presenziare shabat alla tefillah<br />

che si svolge nel tempio allestito<br />

in via Italia, dimostrare di comportarsi<br />

conformemente alla normativa<br />

ebraica. Tutto questo è avvenuto<br />

in totale autonomia rispetto all’ebraismo<br />

istituzionale: in effetti al suo arrivo<br />

in Italia nel 2007, rav Di Mauro<br />

Èbene che noi ebrei italiani<br />

facciamo uno sforzo culturale<br />

e intellettuale per poterci<br />

appropriare di nuovo della ricchezza<br />

della nostra eredità e particolarità<br />

culturale. Cosi facendo non solo non<br />

ci autoemarginiamo, ma anzi saremo<br />

in grado di contribuire con la<br />

nostra particolarità alla crescita culturale<br />

del mondo ebraico e alla sua<br />

cultura post-moderna. Questo il<br />

messaggio lanciato in occasione del<br />

congresso internazionale recentemente<br />

organizzato in Italia dall’Università<br />

Bar Ilan con argomento la<br />

storia degli ebrei nel paese e il loro<br />

contributo allo sviluppo e alla diffusione<br />

della tradizione ebraica. Il<br />

convegno si è rivelato uno spunto<br />

importante per ricordarci della particolarità<br />

della nostra cultura in tutti<br />

i settori del sapere e dell’esperienza<br />

aveva cercato di collaborare con la<br />

Comunità di Napoli e con l’Assemblea<br />

dei rabbini, ma senza successo<br />

(vedi su Pagine ebraiche la relazione<br />

sul Seminario svoltosi a Trani anni<br />

fa). La situazione si è modificata con<br />

Sul letto di morte, la nonna di Salvatore<br />

Zurzolo ha confidato una cosa fino<br />

a quel momento tenuta segreta: la loro<br />

famiglia era ebrea. Zurzolo aveva mostrato<br />

interesse per l'ebraismo da anni,<br />

da quando la scelta di rimanere con gli<br />

ebrei parigini durante un viaggio della<br />

gioventù cattolica quando aveva 18 anni.<br />

Dopo la confessione di sua nonna,<br />

Zurzolo contattò la comunità ebraica<br />

a Roma e chiese di iniziare il processo<br />

di conversione. "Per 20 anni mi è stato<br />

detto che non era possibile", ha detto<br />

Zurzolo. Ma lui non si arrende, mangiando<br />

kasher, con indosso una collana<br />

con la stella di David, e visitando Israele<br />

10 volte in due decenni. Infine, lo<br />

scorso dicembre Zurzolo viene formalmente<br />

convertito al giudaismo con<br />

l’immersione nel bagno rituale antico<br />

di Siracusa. Nei giorni 6-7 settembre<br />

Zurzolo è tornato nel luogo del mikwè,<br />

che si trova sotto il Residence Alla Giudecca<br />

nell’antico quartiere ebraico di<br />

Siracusa. Ci è tornato in occasione della<br />

conferenza “La nuova frontiera dell’ebraismo<br />

italiano”.<br />

L'incontro, che ha riunito importanti<br />

rabbini italiani ed è stata rivolta alla<br />

popolazione ebraica della Sicilia e a coloro<br />

che sono già sulla strada della conversione<br />

all’ebraismo. La Sicilia ha ora<br />

l’arrivo del nuovo rabbino di Napoli,<br />

la comunità competente per territorio.<br />

Scialom Bahbout, che conosceva<br />

rav Di Mauro fin da quando abitava<br />

negli Usa, ha iniziato ad avere contatti<br />

regolari con questo gruppo.<br />

L’idea è che si crei a Siracusa una<br />

sezione della Comunità di Napoli,<br />

così come accaduto per Trani, al fine<br />

di far rientrare il tutto nelle istituzioni<br />

dell’ebraismo italiano.<br />

Il 4 settembre, in occasione della<br />

Storie di conversioni, storie di identità riscoperte<br />

ú–– Yoseph Levi<br />

rabbino capo<br />

della Comunità<br />

ebraica di Firenze<br />

u Un momento della Giornata della<br />

cultura a Siena dedicata a ebraismo<br />

e nuove tecnologie e l'icona che<br />

contraddistingue la presenza di<br />

Pagine Ebraiche su tablet pc. Due<br />

esempi recenti di nuove iniziative<br />

nel mondo dell'ebraismo<br />

italiano.<br />

un suo rabbino per la prima volta in<br />

500 anni, ed anche una sinagoga allestita<br />

in un locale nella periferia della<br />

città. È il centro ebraico più a sud nel<br />

territorio italiano. Gadi Piperno, responsabile<br />

del progetto Meridione per<br />

il Dipartimento Educazione e Cultura<br />

dell'Unione delle Comunità Ebraiche<br />

Italiane, è stato l’organizzatore di questo<br />

seminario. "Si è sempre detto che<br />

Napoli era la frontiera dell’ebraismo<br />

italiano. Ma ora, all’estremo geografico<br />

meridionale dell’Italia, abbiamo una<br />

centro ebraico e quindi questa è la nostra<br />

nuova frontiera".<br />

Durante la conferenza durata due giorni,<br />

i partecipanti hanno raccontato le<br />

storie personali di come hanno scoperto<br />

la loro strada. Si è studiato con attenzione<br />

diversi passaggi biblici tra<br />

cui il Libro di Ruth, soffermandosi sulla<br />

conversione di Naomi, la nuora di Ruth.<br />

Michael Freund, fondatore e presidente<br />

della Fondazione Shavei Israel, che mira<br />

alla ricerca dei discendenti degli<br />

ebrei dispersi per il mondo nei secoli<br />

per facilitarne il rientro, ha posto l’accento<br />

su quante sono le anime ebraiche<br />

che nel corso di due millenni si sono<br />

distaccate per varie ragioni dalle nostre<br />

comunità. Freund, la cui fondazione<br />

ha lavorato con i discendenti degli<br />

L’orgoglio di studiare le nostre radici<br />

umana. Oltre a vari istituti<br />

di ricerca israeliani erano<br />

coinvolti nell’organizzazione l’Università<br />

di Bologna nella sua sede ravennate<br />

e il Dipartimento di scienze<br />

dell’educazione dell’Università di Firenze.<br />

Le varie sezioni offrivano analisi<br />

e presentazioni di materiale storico<br />

e teorico riguardo una moltitudine<br />

di aspetti della vita ebraica:<br />

poesia e letteratura, arte e cultura<br />

con interventi sull’iconografia dell’arte<br />

sacra ebraico-italiana nelle ketubot<br />

, i manoscritti miniati e le Aronoth<br />

kodesh, storia del libro e stampa<br />

ebraica in Italia a partire delle<br />

prime stampe di libri ebraici a Roma<br />

e Bologna, interpretazione della lingua<br />

e della grammatica ebraica in<br />

Italia tra il Medioevo e il Rinascimento<br />

e tta Italia, Bisanzio<br />

e Spagna. Uno spazio particolare<br />

è stato riservato allo<br />

studio del contributo dato alla diffusione<br />

della Kabbalah nel mondo<br />

ebraico con figure come Avraham<br />

Rovigo e nel mondo non ebraico<br />

con un nuove esame delle fonti kabbalistiche<br />

di Pico della Mirandola.<br />

Nell’ambito del rapporto fra Kabbalah<br />

e filosofia nel pensiero del<br />

mondo ebraico italiano ci si è inoltre<br />

soffermati sulle idee di Benamozegh<br />

e sulla sua visione “integrale” dell’ebraismo,<br />

il suo dibattito con ShDal<br />

ma anche la sua influenza su autori<br />

moderni come il rabbino Leon<br />

Ashkenazi Manitou; è stata ribadita<br />

e riesaminata l’importanza del commento<br />

di ShDaL alla Torah e le caratteristiche<br />

della sua traduzione della<br />

Bibbia in italiano legata a quella<br />

tedesca di Mendelsohn rispetto alla<br />

traduzione contemporanea del suo<br />

amico e maestro Isaac Reggio di<br />

Gorizia.<br />

Molta attenzione, ancora, al ruolo<br />

della cultura italiana nei paesi mediterranei<br />

dal Settecento al Novecento<br />

e in particolare sul rapporto<br />

tra ebraismo italiano ed ebraismo<br />

libico, ma anche in Egitto, ad Aleppo,<br />

in Grecia e sul rapporto col<br />

mondo ebraico in Etiopia. La competizione<br />

tra Italia e Francia sull’influenza<br />

nel Mediterraneo ha infatti<br />

condizionato molto tali processi culturali<br />

e l’uso della lingua italiana o<br />

francese con progetti culturali e filantropici<br />

come la fondazione della<br />

società Dante Alighieri o l’Alliance<br />

Israelite Universelle. Ampio spazio<br />

è stato dedicato allo studio del mondo<br />

rabbinico italiano, argomento<br />

importante per la nostra storia culturale<br />

e che invece si studia troppo<br />

poco. Sono stati analizzati argomenti<br />

relativi alla specificità della metodologia<br />

halakhica italiana confrontati<br />

alle metodologie delle scuole tedesche<br />

e francese del Medioevo e<br />

www.moked.it

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