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Equazioni differenziali - Istituto per le Applicazioni del Calcolo

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1.1 Prime definizioni ed esempi 7<br />

Tempi discreti. La <strong>le</strong>gge di evoluzione è una relazione tra il valore x (t) <strong>del</strong>la<br />

variabi<strong>le</strong> di stato al tempo t e i suoi valori ad istanti successivi, i.e. in forma<br />

genera<strong>le</strong> è rappresentata nel modo seguente:<br />

G (t, x (t) , x (t + 1) , x (t + 2) , ..., x (t + k)) = 0<br />

∀t ∈ T<br />

dove G : T × X k+1 → R p è una funzione assegnata. L’espressione sopra è<br />

chiamata Equazione al<strong>le</strong> Differenze (in breve ED da adesso in poi) di ordine<br />

k (dato che coinvolge i valori <strong>del</strong>la variabi<strong>le</strong> di stato da x (t) a x (t + k)). Il<br />

numero p rappresenta il numero di equazioni. Un caso particolare più semplice<br />

(quando p = n) è quello in cui è possibi<strong>le</strong> riscrivere l’equazione sopra come<br />

x (t + k) = g (t, x (t) , x (t + 1) , x (t + 2) , ..., x (t + k − 1))<br />

∀t ∈ T<br />

<strong>per</strong> una funzione assegnata g : T × X k → R n . Tali ED sono chiamate ED<br />

in forma norma<strong>le</strong>. L’ED è detta autonoma se G (o equiva<strong>le</strong>ntemente, g) non<br />

dipende da t. Se invece lo è, l’ED è detta non autonoma.<br />

Tempi continui. La <strong>le</strong>gge di evoluzione in questo caso è una relazione tra il<br />

valore x (t) <strong>del</strong>la variabi<strong>le</strong> di stato al tempo t e <strong>le</strong> sue successive derivate allo<br />

stesso istante, i.e. in forma genera<strong>le</strong> è rappresentata nel modo seguente:<br />

(<br />

)<br />

F t, x (t) , x ′ (t) , x ′′ (t) , ..., x (k) (t) = 0 ∀t ∈ T<br />

dove F : T × X 0 × X 1 × X 2 × . . . X k → R p è una funzione assegnata (X i ⊆ R n è<br />

l’insieme dove vogliamo vincolare la i−esima derivata <strong>del</strong>la variabi<strong>le</strong> di stato).<br />

L’espressione sopra è chiamata Equazione Differenzia<strong>le</strong> Ordinaria (in breve<br />

EDO da adesso in poi) di ordine k (dato che coinvolge i valori <strong>del</strong><strong>le</strong> derivate<br />

fino all’ordine k). Il numero p rappresenta il numero di equazioni. Come <strong>per</strong> <strong>le</strong><br />

ED un caso particolare più semplice (quando p = n) è quello in cui è possibi<strong>le</strong><br />

riscrivere l’equazione sopra come:<br />

x (k) (t) = f<br />

(<br />

)<br />

t, x (t) , x ′ (t) , x ′′ (t) , ..., x (k−1) (t)<br />

∀t ∈ T<br />

<strong>per</strong> una funzione assegnata f : T × X 0 × X 1 × X 2 × . . . X k−1 → R n . Tali<br />

EDO sono chiamate EDO in forma norma<strong>le</strong>. L’EDO è detta autonoma se F<br />

(o, equiva<strong>le</strong>ntemente, f) non dipende da t. Se invece lo è, l’EDO è detta non<br />

autonoma.<br />

In questi casi par<strong>le</strong>remo di Sistemi Dinamici descritti da ED (o da EDO). Possiamo<br />

anche dire che <strong>le</strong> ED assegnate (o <strong>le</strong> EDO) sono <strong>le</strong> rappresentazioni locali di un<br />

Sistema Dinamico.<br />

In entrambi i casi descritti sopra, quando il numero p <strong>del</strong><strong>le</strong> equazioni è strettamente<br />

maggiore di 1, talvolta si può parlare di “Sistemi di ED o di EDO”.

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