GIOIA numero 35 - Yumpu

intervista
biente ti impone per essere accettato, o diventare te
stesso, qualunque cosa questo vorrà dire.
Anche lei ci è passato?
Tutti abbiamo fatto compromessi con il nostro essere
creature speciali, ci siamo rifugiati in zone sicure, io
probabilmente ho usato la recitazione come un rifugio.
Ne è mai più uscito?
Eccome. Ho scoperto una cosa interessante studiando
le reazioni di chi mi incontra per strada: alcuni mi riconoscono
e sanno chi sono. Altri si scambiano semplicemente
un generico: «Guarda, c’è quell’attore...».
Questo invece di infastidirmi, mi ha aiutato molto.
Non la seguo.
L’attore è quello che faccio, non quello che sono. La
fama, il mercato, il sistema e le sue logiche ti possono
schiacciare solo se dimentichi questa distinzione.
Quale parte di Favino non è in vendita?
La passione, l’integrità. Non sostituirei mai delle cose
in cui credo per inseguire il successo, sono andato a
lavorare negli Stati Uniti, certo, ma non mi trasferirei
mai a Los Angeles con le mie figlie e la loro mamma.
Perché no?
Perché sono italiano e sono contento di esserlo. E per
dirne una, pensando alle mie ragazze, credo nel nostro
modello di scuola pubblica, pur con tutte le sue magagne,
per la mia famiglia voglio questo stile di vita,
quello che abbiamo qui.
Però continua a programmare impegni sul fronte americano...
Finché mi chiamano, ma se lo fanno è perché sono i-
taliano.
Italiano. E pure di una certa stazza.
Guardi che li ho persi quasi tutti quei venti chili, non
vede come sono in forma?
Scherzo.
Però è vero: la prima didascalia della sceneggiatura di
Senza nessuna pietà era proprio “Grande grosso e
fa paura”. Nei panni di Favino non faccio quell’effetto,
mi auguro.
Anzi, ho saputo che è anche un agile ballerino.
Sì, io e la mia compagna ci divertiamo molto a
ballare, qualsiasi cosa. È un’esperienza affascinante,
pensi solo alla comunicazione che passa
tra due sconosciuti avvinghiati in un tango. Danzando,
due persone riescono a dirsi cose che magari
sedute a un tavolo non riuscirebbero mai a
confessarsi.
Ma come se lo spiega che, anche appesantito e imbruttito,
le donne la trovano sempre affascinante?
Me lo chiedo anche io. Le dirò una cosa, rubando
le parole al collega Javier Bardem: sono convinto
che se non avessi addosso i riflettori non avrei alcun
appeal. Tra l’altro, guardi, se c’è una cosa che mi
ha impedito di avere una continuità lavorativa,
qualche anno fa, era proprio il fatto che non fossi
sufficientemente piacente.
Che fa, il modesto?
Modesto? Penso piuttosto che, al cinema, il fascino
di un attore passi attraverso la verità che riesce a
esprimere. E ogni volta che questo accade, lo spettatore
ha una rivelazione: comprende quante e
quali sono le potenzialità dell’anima umana. E questa
è una cosa infinitamente più bella dell’involucro
che la contiene, le pare?
G
Tutto mio
Per spiegare bene
alle fan come stanno
le cose, Anna
Ferzetti (figlia
dell’attore Gabriele
Ferzetti) bacia con
passione il suo
compagno
Pierfrancesco Favino
a Venezia sul red
carpet. Entrambi
hanno 45 anni,
stanno insieme da
lungo tempo e hanno
due figlie: Greta, otto
anni, e Lea, due.
Anna, attrice,
ha recitato in
Il Natale della
mamma imperfetta
di Ivan Cotroneo
e St@lker di Luca
Tornatore.
Venti chili in più
Due scene di Senza nessuna
pietà, il film drammatico diretto
dall’attore e regista Michele
Alhaique. Pierfrancesco Favino
che lo ha anche prodotto
è Mimmo, un rude muratore che
fa lo strozzino per i malavitosi.
Sarà la partner Greta Scarano,
a sinistra, a renderlo più malleabile.
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