coltivazione e lavorazione del caffè - Procafe
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PROCAFE<br />
Vereinigung zur Förderung von Kaffee<br />
Association pour la promotion du café<br />
Associazione per la promozione <strong>del</strong> <strong>caffè</strong><br />
Schwanengasse 5+7<br />
Postfach 7675, 3001 Bern<br />
Telefon 031 328 72 72<br />
Telefax 031 328 72 73<br />
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www.procafe.ch<br />
COLTIVAZIONE E LAVORAZIONE DEL CAFFÈ<br />
Introduzione: STORIA DEL CAFFÈ<br />
Secondo una <strong>del</strong>le numerose leggende, il <strong>caffè</strong> fu scoperto da monaci etiopici già<br />
intorno all’anno 850 dopo Cristo.<br />
Nel 16° secolo, la bevanda, detta “<strong>caffè</strong>”, giunse - attraverso l’Arabia e la Mecca -<br />
fino al Cairo e a Costantinopoli (Istanbul), dove nel 1554 fu aperta la prima “bottega<br />
<strong>del</strong> <strong>caffè</strong>”.<br />
Appena nel 1615 il <strong>caffè</strong> raggiunse l’Europa, trasportato dalla Turchia da navi<br />
<strong>del</strong>la flotta veneziana.<br />
RIFERIMENTI<br />
ulteriori<br />
indicazioni<br />
nell’opuscolo<br />
sul <strong>caffè</strong><br />
pagine 3 + 4<br />
Nel 1683, quando i turchi dovettero desistere dall’assedio di Vienna, abbandonarono<br />
sul posto 500 sacchi di <strong>caffè</strong>. Fu in questa occasione che il polacco Kolschitzky<br />
aprì la prima “Casa <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>” viennese, pietra miliare <strong>del</strong>la famosissima<br />
cultura dei “Caffè viennesi”.<br />
Filo conduttore per i lucidi<br />
Foglio 2:<br />
L’ARBUSTO DEL CAFFÈ<br />
Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
La pianta sempreverde <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>, con le sue foglie di forma allungata, simili a<br />
quelle <strong>del</strong>l’alloro, di colore verde scuro e contrapposte a due a due sui rami,<br />
appartiene alla famiglia <strong>del</strong>le Rubiacee.<br />
Il botanico distingue oltre 80 varietà di piante <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>. Oggi però, solo due<br />
specie sono rilevanti per la <strong>coltivazione</strong> <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>: l’Arabica e il Robusta.<br />
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Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
Nel giro di 6 anni, l’altezza <strong>del</strong>la pianta <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> Arabica (illustrazione) raggiungerebbe<br />
i 5 - 6 metri e quella <strong>del</strong> Robusta addirittura i 10 - 15 metri. Per migliorarne<br />
la resa e razionalizzare il raccolto, le piante vengono potate e mantenute a<br />
un’altezza di circa 3 - 4 metri.<br />
L’arbusto <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> è in grado di fiorire in ogni stagione <strong>del</strong>l’anno, a seconda<br />
<strong>del</strong>l’altitudine e <strong>del</strong> clima. Il periodo principale di fioritura dura parecchi mesi, ma i<br />
singoli fiori appassiscono già dopo poche ore. I fiori <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> sono di un bianco<br />
luminoso (illustrazione). Il loro profumo ricorda quello <strong>del</strong> gelsomino o<br />
<strong>del</strong>l’arancio.<br />
Nel primo periodo di fioritura possono senz’altro essere presenti contemporaneamente<br />
sulla stessa pianta fiori, frutti immaturi e frutti maturi. Durante la<br />
maturazione il colore dei frutti drupacei - ovverosia le bacche <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> - varia<br />
dal verde al giallo, al rosso chiaro e al rosso porpora (illustrazione).<br />
Pianta <strong>del</strong><br />
<strong>caffè</strong> in fiore<br />
(Arabica)<br />
Fiori <strong>del</strong> <strong>caffè</strong><br />
Fiori e bacche<br />
<strong>del</strong> <strong>caffè</strong><br />
La bacca <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> Arabica matura entro 7 - 8 mesi. Quella <strong>del</strong> Robusta richiede<br />
invece 9 - 11 mesi.<br />
Foglio 3:<br />
COLTIVAZIONE DEL CAFFÈ<br />
Nella zona subtropicale, le piante <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> vengono coltivate a campo aperto<br />
(illustrazioni).<br />
Nella zona tropicale invece, le giovani piante <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> devono essere protette<br />
dal vento e dal sole. Per questo motivo, spesso vengono coltivate dapprima<br />
insieme a banane, granoturco o ricino, e più tardi al riparo di alberi ad alto fusto,<br />
che donano loro l’ombra necessaria.<br />
Piantagioni<br />
in Zaire, in<br />
Colombia e in<br />
Brasile<br />
La fotografia dalla Colombia illustra un bell’esempio di piantagione protetta dal<br />
vento tramite banani in una zona montana.<br />
SPECIE DI CAFFÈ<br />
Arabica<br />
Circa due terzi <strong>del</strong>la produzione mondiale di <strong>caffè</strong> provengono dalla ”Coffea<br />
Arabica”, che viene coltivata a un’altezza fra i 600 e i 2’000 metri ed è diffusa<br />
prevalentemente nell’America centrale e meridionale, nonché sulla costa orientale<br />
<strong>del</strong>l’Africa.<br />
Le qualità di Arabica lavato partecipano per circa il 40 % alla produzione mondiale.<br />
I chicchi di <strong>caffè</strong> Arabica sono piuttosto allungati e hanno un colore verdebluastro<br />
(illustrazione). Torrefatti sono molto aromatici e <strong>del</strong>icati, dal sapore morbido<br />
e pieno.<br />
Arabica lavato<br />
2
Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
Le qualità di Arabica non lavato rappresentano circa il 30 % <strong>del</strong>la produzione<br />
mondiale. Questi chicchi di <strong>caffè</strong> hanno un colore verdastro e, grazie al loro<br />
sapore neutrale, sono una base ideale per le miscele di <strong>caffè</strong>.<br />
Robusta<br />
Rispetto all’Arabica, il ”Coffea robusta” ha una crescita più rapida nonché una<br />
resa più elevata ed è più resistente ai parassiti e al sole. Il <strong>caffè</strong> Robusta viene<br />
coltivato ad altitudini fra il livello <strong>del</strong> mare e circa 600 m, soprattutto nelle regioni<br />
tropicali <strong>del</strong>l’Africa, <strong>del</strong>l’India e <strong>del</strong>l’Indonesia. Il <strong>caffè</strong> Robusta viene lavorato<br />
quasi esclusivamente con il procedimento a secco.<br />
Le varietà di Robusta non lavato concorrono per circa un terzo alla produzione<br />
mondiale. I chicchi di Robusta sono di forma irregolare e di colore bruno (illustrazione).<br />
Torrefatti, hanno un sapore leggermente più deciso e un po’ più grezzo<br />
<strong>del</strong>l’Arabica, per cui sono ideali per le miscele destinate al <strong>caffè</strong> espresso.<br />
Robusta non<br />
lavato<br />
Foglio 4:<br />
LE ZONE DI COLTIVAZIONE<br />
Il <strong>caffè</strong> é un arbusto tropicale che cresce nelle terre dal clima caldo e umido, con<br />
temperature medie fra i 18 e i 22°C. Il <strong>caffè</strong> viene coltivato in circa 80 paesi (illustrazione).<br />
Le zone principali di <strong>coltivazione</strong> sono ubicate nella fascia inclusa fra il 24° di<br />
latitudine a nord e a sud <strong>del</strong>l’equatore (illustrazione).<br />
Principali zone<br />
di <strong>coltivazione</strong><br />
Fascia di <strong>coltivazione</strong><br />
<strong>del</strong><br />
<strong>caffè</strong><br />
Foglio 5:<br />
DALLA SEMINA AL RACCOLTO<br />
Semina<br />
Per la semina <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> si usano i cosiddetti “pergaminos”. Si tratta di chicchi di<br />
<strong>caffè</strong> in grado di germinare, protetti da un involucro pergamenato (illustrazione).<br />
Dopo circa 10 settimane spuntano i germogli <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>, in parte ancora racchiusi<br />
nell’involucro pergamenato <strong>del</strong> chicco di <strong>caffè</strong> dal quale sono spuntati (illustrazione).<br />
Semi di <strong>caffè</strong><br />
Giovani germogli<br />
3
Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
Vivaio<br />
Quando i germogli hanno raggiunto un’altezza da 5 a 10 cm, vengono trasferiti<br />
singolarmente in vasi alti o in sacchetti di plastica e affidati ai vivai di piante arboree<br />
(illustrazione).<br />
Vivaio<br />
Trapianto nelle piantagioni di <strong>caffè</strong><br />
Dopo 4 - 5 mesi, i giovani arbusti, alti ormai circa 30 - 40 cm, vengono trapiantati<br />
nelle piantagioni (illustrazione), generalmente in sostituzione di piante vecchie o<br />
estirpate o per ampliare la piantagione stessa.<br />
Trapianto <strong>del</strong>le<br />
pianticelle <strong>del</strong><br />
<strong>caffè</strong><br />
Raccolto<br />
Il periodo <strong>del</strong> raccolto varia non solo da continente a continente, bensì anche da<br />
paese e paese. Esso dipende sia dalla posizione geografica e dal clima, che<br />
dall’altitudine e dal decoroso <strong>del</strong>le stagioni nelle zone di <strong>coltivazione</strong>.<br />
In Brasile, il maggior produttore di <strong>caffè</strong>, il raccolto avviene da maggio a settembre,<br />
nelle zone di <strong>coltivazione</strong> centroamericane da ottobre a marzo. In Africa<br />
invece, il raccolto principale si fa fra la fine di ottobre e i primi di aprile; mentre in<br />
Asia da novembre ad aprile.<br />
Le bacche mature di colore rosso porpora vengono raccolte generalmente a<br />
mano (illustrazione) o diraspate accuratamente in cesti. Nelle grandi piantagioni<br />
le bacche mature vengono fatte cadere anche con l’ausilio di lunghi bastoni sul<br />
terreno precedentemente pulito o su teli distesi.<br />
Raccolto <strong>del</strong>le<br />
bacche <strong>del</strong><br />
<strong>caffè</strong><br />
Per capire quanto lavoro sia necessario per la raccolta <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>, basti ricordare<br />
che per ottenere 500 g di chicchi di <strong>caffè</strong> ci vogliono 2 ½ kg di drupe.<br />
La resa in chicchi di <strong>caffè</strong> crudo di una pianta varia fra i 500 e i 1’500 g per<br />
l’Arabica, rispettivamente fra i 500 e i 2’000 g per il Robusta.<br />
Dopo il raccolto, le drupe (frutti o bacche <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>) vengono pulite al fine di eliminare<br />
foglie, pietruzze e sabbia. Si procede quindi a una prima, accurata selezione<br />
(illustrazione).<br />
Selezione<br />
<strong>del</strong>le bacche<br />
<strong>del</strong> <strong>caffè</strong><br />
Foglio 6:<br />
LE BACCHE DEL CAFFÈ<br />
Le bacche <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> contengono generalmente due semi semiovali e solcati da<br />
un’incisione longitudinale leggermente irregolare (fessura). Questi chicchi piatti<br />
vengono detti “flats” (illustrazione). I singoli chicchi sono ricoperti da una pellicola<br />
argentea e avvolti in un ulteriore involucro pergamenato.<br />
Bacca <strong>del</strong><br />
<strong>caffè</strong> aperta<br />
Sezione<br />
4
Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
Di tanto in tanto capita che una <strong>del</strong>le fruttificazioni <strong>del</strong>la bacca <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> deperisca.<br />
La fruttificazione restante produce così un solo chicco che ha la possibilità di<br />
usufruire di tutto il posto <strong>del</strong>la bacca. In tal modo si forma un chicco di <strong>caffè</strong><br />
rotondo, il cosiddetto “chicco perla”.<br />
A seconda <strong>del</strong> paese di produzione e <strong>del</strong>la tradizione, le bacche di <strong>caffè</strong> vengono<br />
lavorate con due metodi diversi, e precisamente:<br />
a) procedimento a umido<br />
b) procedimento a secco<br />
In alcuni paesi viene però sempre più frequentemente usato un metodo <strong>del</strong> semilavaggio.<br />
Foglio 7:<br />
PROCEDIMENTO A UMIDO (<strong>caffè</strong> lavato)<br />
Buona parte <strong>del</strong>le qualità di <strong>caffè</strong> particolarmente pregiate vengono lavorate per<br />
via umida. Ciò vale per quasi tutte le qualità provenienti dall’America centrale,<br />
dalla Columbia, dal Kenya e dalla Tanzania. Si tratta in questo caso <strong>del</strong> <strong>caffè</strong><br />
cosiddetto "lavato" o “milds”.<br />
Le bacche di <strong>caffè</strong> vengono dapprima lasciate macerare per una notte negli<br />
appositi serbatoi di macerazione.<br />
Macchine speciali, dette spolpatrici (illustrazione), provvedono all’eliminazione<br />
meccanica <strong>del</strong>la maggior parte <strong>del</strong>la polpa <strong>del</strong>la bacca <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>.<br />
Spolpatrice<br />
A questo punto i chicchi di <strong>caffè</strong>, ai quali sono ancora attaccati abbondanti residui<br />
di polpa, vengono messi a fermentare in appositi trogoli. Durante tale processo<br />
i residui si sciolgono e anche l’involucro pergamenato inizia a staccarsi dal<br />
chicco di <strong>caffè</strong>. Contemporaneamente, la fermentazione provoca nel chicco di<br />
<strong>caffè</strong> una modifica che influisce sensibilmente sul gusto. Il processo di fermentazione<br />
è concluso dopo 24 - 36 ore.<br />
I chicchi vengono quindi lavati (illustrazione) per asportare dal lato esterno <strong>del</strong>la<br />
pellicola argentea anche gli ultimi residui di polpa fermentata. Quest’operazione<br />
conferisce al <strong>caffè</strong> così trattato la denominazione di “<strong>caffè</strong> lavato”. Infine i<br />
chicchi di <strong>caffè</strong> vengono generalmente essiccati al sole (illustrazione). In questa<br />
fase <strong>del</strong>la <strong>lavorazione</strong> l’involucro pergamenato si stacca completamente dal<br />
chicco. L’involucro pergamenato e la pellicola argentea vengono poi eliminati con<br />
la macchina pelatrice. Dopo questa operazione il <strong>caffè</strong> crudo viene suddiviso<br />
secondo la grandezza e selezionato a mano o elettronicamente.<br />
Lavaggio dei<br />
chicchi di <strong>caffè</strong><br />
Posto<br />
d’essiccazione<br />
Circa il 40 % <strong>del</strong>la produzione mondiale di <strong>caffè</strong> è costituito dalla qualità Arabica<br />
lavata.<br />
5
Foglio 8:<br />
PROCEDIMENTO A SECCO (<strong>caffè</strong> non lavato)<br />
Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
Nel procedimento a secco, diffuso in prevalenza in Brasile, Africa occidentale e<br />
Asia, le bacche di <strong>caffè</strong> vengono distese su spiazzi di essiccazione (“terreiros”),<br />
e lasciate essiccare al sole per 2 o 3 settimane. In questa fase il <strong>caffè</strong> viene continuamente<br />
rivoltato con l’ausilio di attrezzi simili a rastrelli (illustrazione). Per<br />
proteggere le bacche dagli abbassamenti di temperatura e dalla rugiada, durante<br />
la notte vengono ammucchiate e ricoperte con dei teloni.<br />
Essiccazione<br />
<strong>del</strong>le bacche<br />
<strong>del</strong> <strong>caffè</strong> al<br />
sole<br />
Non appena la polpa è essiccata, scuotendo la bacca si possono sentire tintinnare<br />
all’interno <strong>del</strong>la stessa i chicchi di <strong>caffè</strong>. Per mezzo di frantoi, detti “descascadores”<br />
in Brasile, il paese <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>, i chicchi vengono liberati dalla polpa<br />
essiccata, dall’involucro pergamenato e dalla pellicola argentea.<br />
I chicchi di <strong>caffè</strong> crudo vengono infine ripuliti in “catador” e separati a seconda<br />
<strong>del</strong>la grandezza per mezzo di “separador”. Le qualità più pregiate vengono inoltre<br />
selezionate a mano (illustrazione) oppure - nelle aziende moderne - elettronicamente.<br />
Selezione dei<br />
chicchi di <strong>caffè</strong><br />
Foglio 9:<br />
PRODUZIONE E COMMERCIO DEL CAFFÈ<br />
Produzione annuale<br />
Della normale produzione annuale media di circa 125 milioni di sacchi, circa ¾<br />
vengono generalmente esportati nei paesi di consumo. ¼ è destinato al fabbisogno<br />
interno dei paesi produttori, oppure - in caso di sovrapproduzione - viene<br />
immagazzinato.<br />
- Sudamerica ca. 53 milioni di sacchi<br />
- Africa ca. 17 milioni di sacchi<br />
- America centrale e Messico ca. 17 milioni di sacchi<br />
- Asia ca. 38 milioni di sacchi<br />
Tabella <strong>del</strong>la<br />
produzione<br />
- Totale ca. 125 milioni di sacchi<br />
(raccolto medio)<br />
6
Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
Sostegno vitale per oltre 25 milioni di persone<br />
Oltre 25 milioni di persone prestano la propria attività nell’ambito <strong>del</strong>la <strong>coltivazione</strong>,<br />
<strong>del</strong> commercio e <strong>del</strong>la <strong>lavorazione</strong> <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>.<br />
Per molti paesi in via di sviluppo le esportazioni di <strong>caffè</strong> rappresentano una fonte<br />
essenziale di divise estere per il finanziamento dei programmi di sviluppo.<br />
Nell’indice dei valori <strong>del</strong>la statistica mondiale <strong>del</strong> commercio, il <strong>caffè</strong> figura fra le<br />
merci più importanti.<br />
Il percorso <strong>del</strong> commercio <strong>del</strong> <strong>caffè</strong><br />
La grafica illustra il percorso usuale <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>. Non tutte le tappe sono sempre<br />
obbligatorie. Un esportatore può senz’altro essere contemporaneamente proprietario<br />
di piantagioni e d'impianti, ovverosia eseguire le relative fasi di <strong>lavorazione</strong><br />
già nel paese d’origine.<br />
Grafica “percorso<br />
<strong>del</strong><br />
<strong>caffè</strong>”<br />
Dai principali paesi di produzione, il <strong>caffè</strong> viene esportato per via d’acqua in tutto<br />
il mondo. Le scorte di <strong>caffè</strong> crudo sono immagazzinate in quasi tutte le maggiori<br />
città portuali.<br />
Le due più importanti borse <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> si trovano a New York e a Londra. A New<br />
York vengono negoziate le qualità di Arabica e a Londra quelle di Robusta.<br />
I capitoli specificatamente dedicati al commercio <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> nella nostra documentazione<br />
“Kaffee: Wirtschaftliche Zusammenhänge” (“Caffè: contesto economico”,<br />
disponibile soltanto in francese e in tedesco) contengono ulteriori, dettagliate<br />
informazioni in proposito.<br />
Borsa <strong>del</strong><br />
<strong>caffè</strong> a<br />
New York<br />
Foglio 10:<br />
IMPORTAZIONE SVIZZERA DI CAFFÈ<br />
Dalla provenienza <strong>del</strong>le importazioni risulta evidente che in Svizzera si preferisce<br />
un <strong>caffè</strong> qualitativamente superiore. Le 75’000 t di <strong>caffè</strong> crudo importate in media<br />
annualmente provengono dai seguenti paesi di produzione:<br />
26'000 t dal Brasile<br />
21'000 t dall’America centrale<br />
9'000 t dall’America <strong>del</strong> sud escluso Brasile (principalmente Colombia)<br />
8'000 t dall’Africa orientale<br />
5'000 t dall’India<br />
3'000 t dall’Africa occidentale<br />
3'000 t dall’Indonesia<br />
Carta con<br />
le vie di<br />
trasporto<br />
7
Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
Delle 75’000 t annue importate, circa 20’000 t vengono ulteriormente lavorate in<br />
Svizzera e riesportate sotto forma di <strong>caffè</strong> solubile, decaffeinato o torrefatto. Il<br />
consumo nazionale si aggira quindi intorno alle 55’000 t (base <strong>caffè</strong> crudo).<br />
Gli svizzeri sono indubbiamente buoni bevitori di <strong>caffè</strong>! Ma gli abitanti dei paesi<br />
nordici ci battono di gran lunga!<br />
Tabella <strong>del</strong><br />
consumo di<br />
<strong>caffè</strong><br />
Foglio 11:<br />
LAVORAZIONE DEL CAFFÈ CRUDO<br />
a) Miscelatura e torrefazione<br />
Ancora oggi il <strong>caffè</strong> crudo di vari tipi e qualità dalle diverse provenienze<br />
viene imbarcato nei paesi d’origine - imballato in sacchi di iuta spesso<br />
molto decorativi (illustrazione) - e generalmente immagazzinato in silo solo<br />
prima <strong>del</strong>la <strong>lavorazione</strong>.<br />
Per mezzo di impianti di miscelazione gestiti elettronicamente, le diverse<br />
qualità di <strong>caffè</strong> vengono prelevate direttamente dal silo, formando le miscele<br />
più svariate in base alle ricette individuali dei torrefattori (illustrazione).<br />
Caffè crudo<br />
importato<br />
Impianto di<br />
gestione<br />
elettronica<br />
Ogni torrefattore di <strong>caffè</strong> ha il vanto e l’ambizione di creare miscele particolari<br />
di gusto specifico. A tale scopo usa generalmente <strong>del</strong>le qualità Arabica<br />
<strong>del</strong>l’America centrale o meridionale, miscelate con tipi di <strong>caffè</strong> africani o<br />
indiani. In Svizzera solo raramente vengono prodotte miscele composte prevalentemente<br />
di Robusta.<br />
Nella creazione di una miscela si deve tener conto <strong>del</strong>l’uso alla quale essa è<br />
destinata. La composizione è infatti diversa per caffellatte, espresso,<br />
ristretto, cappuccino ecc. Miscelare il <strong>caffè</strong> è un’arte che richiede uno spiccato<br />
senso <strong>del</strong>l’olfatto e <strong>del</strong> gusto, nonché una profonda esperienza.<br />
Il <strong>caffè</strong> sviluppa il suo magnifico aroma, il suo <strong>del</strong>izioso profumo, il suo<br />
inconfondibile sapore e il suo caratteristico colore solo nell’impianto di torrefazione,<br />
quando il calore da 180 a 220°C libera gli oli eterici contenuti nei<br />
chicchi di <strong>caffè</strong>.<br />
I tradizionali impianti di torrefazione riscaldano il <strong>caffè</strong> per 10 - 12 minuti. Le<br />
aziende di maggior portata dispongono di impianti in prevalenza automatici<br />
che gestiscono elettronicamente la durata (a seconda <strong>del</strong>la miscela 6 -12<br />
minuti) e il grado di torrefazione. Durante la torrefazione il <strong>caffè</strong> perde dal 15<br />
al 20 % di peso, aumentando in compenso di un quarto il proprio volume.<br />
Concluso il processo di torrefazione, i chicchi - di un bel colore che varia dal<br />
bruno scuro al mogano - vengono trasferiti dal tamburo di tostatura su un<br />
setaccio e raffreddati il più rapidamente possibile, per evitare che il calore<br />
proprio protragga il processo di tostatura, bruciando le preziose sostanze<br />
aromatiche (illustrazione).<br />
Tamburo di<br />
tostatura /<br />
setaccio di<br />
raffreddamento<br />
8
Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
Il maestro torrefattore riveste un ruolo chiave nella <strong>lavorazione</strong> <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>.<br />
L’equilibrato grado di tostatura <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> dipende infatti dalla sua esperienza<br />
professionale e dalla sua dedizione. Durante la tostatura, egli preleva a<br />
intervalli regolari <strong>del</strong>le prove per controllare il processo di torrefazione e il<br />
grado di tostatura. Confronta inoltre i vari prelievi con il campione di tostatura<br />
previsto, sia a vista, sia per mezzo di appositi strumenti ottici.<br />
Nella Svizzera tedesca si preferisce una tostatura chiara, mentre nella Svizzera<br />
francese si tende a un grado di tostatura medio. I Ticinesi prediligono il<br />
<strong>caffè</strong> dalla tostatura decisamente scura.<br />
Foglio 12:<br />
LAVORAZIONE DEL CAFFÈ CRUDO<br />
b) Imballaggio salva aroma<br />
L’ossigeno contenuto nell’aria provoca un rapido invecchiamento abbinato<br />
alla perdita d’aroma <strong>del</strong> <strong>caffè</strong>. Per evitare tale deperimento, ci si serve prevalentemente<br />
di due metodi di confezionamento.<br />
Sotto vuoto<br />
Alla confezione di <strong>caffè</strong> viene sottratta tutta l'aria presente in essa. Ne consegue<br />
un'intensa compressione <strong>del</strong> contenuto, ragione per cui si parla, in<br />
termini tecnici, di "confezione dura".<br />
Sotto vuoto in atmosfera protetta<br />
Il confezionamento avviene in atmosfera modificata (Modified Atmosphere<br />
Packaging, MAP). Il contenuto non viene compresso e i chicchi di <strong>caffè</strong><br />
rimangono "sciolti", di conseguenza si parla di "confezione morbida".<br />
L'anidride carbonica sviluppata dai chicchi appena tostati può essere fatta<br />
fuoriuscire attraverso una piccola valvola (illustrazione), senza permettere<br />
all'ossigeno di penetrare.<br />
Impianto<br />
d'imballaggio<br />
Valvola<br />
c) Caffè solubile<br />
Anche per la preparazione di <strong>caffè</strong> solubile la qualità <strong>del</strong>la miscela è<br />
d’importanza decisiva.<br />
Le miscele vengono dapprima accuratamente torrefatte. Raggiunto il giusto<br />
grado di tostatura, i chicchi vengono immediatamente raffreddati e macinati.<br />
Il <strong>caffè</strong> macinato viene irrorato d’acqua per estrarne le aromatiche sostanze<br />
solubili. In effetti il procedimento è uguale a quello usato nella preparazione<br />
<strong>del</strong> <strong>caffè</strong> casalingo.<br />
L’ultima tappa nella preparazione <strong>del</strong> <strong>caffè</strong> solubile consiste<br />
nell’essiccazione <strong>del</strong> concentrato di <strong>caffè</strong>, che può avvenire in base a due<br />
procedimenti: il tradizionale metodo <strong>del</strong>la polverizzazione e quello più<br />
recente <strong>del</strong>la liofilizzazione, che consente un migliore sfruttamento<br />
<strong>del</strong>l’aroma.<br />
9
Illustrazioni<br />
dei fogli<br />
Procedimento <strong>del</strong>la polverizzazione<br />
Nel processo di polverizzazione l’estratto di <strong>caffè</strong> viene essiccato con correnti<br />
d’aria calda in una torre d’acciaio a più piani. L’acqua evapora così<br />
rapidamente e l’estratto di <strong>caffè</strong> liquido si trasforma in polvere di <strong>caffè</strong> solubile<br />
che si raffredda durante il percorso di caduta fino al fondo <strong>del</strong>la torre.<br />
Liofilizzazione<br />
L’estratto fluido di <strong>caffè</strong> viene congelato a circa meno 40°C. Steso su bacinelle<br />
d’acciaio inossidabile o sulla superficie di un cilindro metallico, esso si<br />
trasforma in uno strato di ghiaccio che viene staccato e poi macinato grossolanamente.<br />
Le bacinelle ricolme di estratto di <strong>caffè</strong> ghiacciato e macinato<br />
vengono introdotte nelle camere di liofilizzazione. Qui avviene il cosiddetto<br />
processo di sublimazione: il ghiaccio passa direttamente dallo stato solido<br />
allo stato vapore, senza trasformarsi in liquido. Ciò è possibile unicamente<br />
grazie all’esatta regolazione elettronica <strong>del</strong> grado di riscaldamento e <strong>del</strong>la<br />
fase di sotto vuoto. Nasce così il tipico granulato color marrone di <strong>caffè</strong> solubile.<br />
10