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ANALISI DELLO SHIMMY NEI CARRELLI DI ATTERRAGGIO - AIAS

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1. INTRODUZIONE<br />

XXXIV CONVEGNO NAZIONALE <strong>AIAS</strong> – MILANO, 14-17 SETTEMBRE 2005<br />

Il fenomeno dello shimmy affligge anche attrezzature di uso quotidiano, quali sedie a rotelle, carrelli<br />

per la spesa, carrelli portavivande, passeggini, ovvero tutti quei dispositivi in cui è presente una ruota,<br />

collegata ad un asse, o pivot, e libera di ruotare intorno ad esso (caster wheel).<br />

Se al pivot viene impresso un moto orizzontale, mentre la ruota viene fatta rotolare a terra, accade<br />

che quest’ultima può assumere un moto oscillatorio del tutto spontaneo attorno al pivot stesso.<br />

Nei carrelli di atterraggio degli aeroplani, questa instabilità può essere causa di rotture importanti, e<br />

pertanto è compito dei progettisti far si che il fenomeno non si verifichi o quanto meno non arrivi a<br />

compromettere il buon funzionamento del carrello.<br />

Tuttavia, non si è ancora giunti ad una teoria definitiva che spieghi con chiarezza l’insorgere dello<br />

shimmy e quali misure adottare per contrastarlo efficacemente. Infatti, nel corso degli anni, sono state<br />

avanzate varie teorie sul fenomeno, eppure inoltrarsi nel problema non risulta affatto semplice in<br />

quanto le variabili in gioco, quali rigidezze dei vari componenti, attriti fra le parti meccaniche,<br />

interazioni pneumatico – suolo, sono numerose e spesso difficili da definire e misurare.<br />

Un modo per contrastare il fenomeno è quello di montare sul carrello il cosiddetto shimmy damper,<br />

una sorta di pistoncino - idraulico o elastomerico - in grado di fornire lo smorzamento necessario per<br />

annullare, o quanto meno ridurre, le vibrazioni. Questi dispositivi migliorano le condizioni di stabilità,<br />

ma non eliminano comunque le cause del disturbo, che devono essere ricercate studiando la natura<br />

stessa del sistema, ovvero la struttura del carrello e le sue interazioni con il suolo attraverso il<br />

pneumatico.<br />

Lo studio qui presentato è stato condotto in collaborazione con la Mecaer Meccanica Aeronautica<br />

S.p.a., azienda produttrice di carrelli aeronautici.<br />

2. MO<strong>DELLO</strong> MECCANICO DEL PNEUMATICO<br />

Non c’è dubbio che lo shimmy sia enormemente influenzato dalle forze che il suolo trasmette alla<br />

ruota attraverso il pneumatico. Queste reazioni si generano nella zona in cui la gomma è a contatto con<br />

il terreno e possono essere ridotte a semplici forze e momenti.<br />

La teoria di riferimento, da cui si è partiti per capire quali fossero queste interazioni, è la cosiddetta<br />

teoria del punto di contatto, adottata anche da de Carbon [1] e Moreland [2] nei loro primissimi studi<br />

sul fenomeno dello shimmy.<br />

2.1. Rigidezza laterale e torsionale<br />

Si consideri una ruota ferma, sulla quale agisce una forza Ft applicata nel centro della ruota stessa<br />

parallelamente al suo asse di rotazione, cioè perpendicolarmente al suo piano.<br />

Sotto l’azione di questa forza, il pneumatico a contatto con il suolo si deforma senza slittare,<br />

almeno finché non viene superato il limite di aderenza, opponendosi con una forza pari e contraria a<br />

Ft, mentre il resto della ruota subisce uno spostamento trasversale pari a ∆ . Indicando con kL la<br />

rigidezza laterale del pneumatico, risulta:<br />

F k ∆<br />

1<br />

t = L<br />

Al posto di Ft, si supponga adesso di esercitare sulla ruota, sempre ferma, un momento M. Ad opera di<br />

questa sollecitazione, la ruota tende a ruotare di un certo angolo θ , mentre la porzione di pneumatico<br />

a contatto con il terreno si oppone alla rotazione con un momento pari e contrario a M. Indicando con<br />

µ la rigidezza torsionale del pneumatico, si ottiene:<br />

M = µθ<br />

2

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