Numero 6 / 2011 - Outdoor
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30 |<strong>Numero</strong> 6 / <strong>2011</strong>|<br />
Tecnologie<br />
L’innovativo sistema di rilevazione dati adottato per<br />
la prima volta al mondo durante Milan Climbing <strong>2011</strong><br />
La scienza<br />
al servizio<br />
del climbing<br />
Un progetto realizzato da ingegneri del Politecnico<br />
per analizzare e valutare (oltre al tempo) velocità,<br />
accelerometria e cinematica degli atleti speed.<br />
Una fase della gara di Speed nel corso di Milan Climbing <strong>2011</strong> (14-17 aprile), prima gara di Coppa del Mondo.<br />
A cura di<br />
SIMONE BERTI<br />
Grafico 1<br />
Grafico 2<br />
È ancora vivo il bel ricordo lasciato da Milan<br />
Climbing, prima tappa della Coppa del Mondo<br />
di arrampicata svoltasi a Milano, presso l’Arena<br />
Civica nel Parco Sempione, dal 14 al 17 aprile.<br />
Sullo scorso numero di <strong>Outdoor</strong> Magazine vi<br />
abbiamo già ampiamente raccontato dell’evento,<br />
i vincitori delle specialità boulder e speed e<br />
i vari particolari di questo gradito ritorno dell’arrampicata<br />
mondiale nella città meneghina,<br />
dopo ben 13 anni (Milan Climbing è già stata<br />
confermata anche per il prossimo anno dall’11<br />
al 13 maggio). Non paghi però del report<br />
abbiamo deciso di addentrarci in una delle<br />
novità che hanno caratterizzato la manifestazione:<br />
il sistema di rilevazione dati in grado di<br />
analizzare e valutare le performance degli atleti<br />
della specialità speed tramite le rilevazioni<br />
dell’accelerometria, del tempo, della velocità e<br />
della cinematica.<br />
IL SISTEMA – Il progetto, nato su iniziativa di<br />
Icaro Eventi in collaborazione con il settore tecnico<br />
del comitato regionale della FASI, ha coinvolto<br />
l’ing. Stefano Maldifassi (già collaboratore<br />
Coni e Fisi) e il dott. Alessandro Biggi, tecnico<br />
referente del comitato Fasi, che si sono<br />
occupati della parte cinematica e accelerometrica,<br />
mentre il prof. Federico Cheli e l’ing.<br />
Francesco Braghin dello Sports Technology Lab<br />
del Dipartimento di Meccanica del Politecnico<br />
di Milano hanno curato le misure dinamometriche,<br />
dotando di apparecchiature alcuni appigli<br />
e appoggi della parete di speed. Si tratta di<br />
un’iniziativa mai realizzata in precedenza a<br />
livello mondiale. Tradizionalmente, infatti, la<br />
valutazione delle performance per l’arrampicata<br />
speed si basa unicamente sulla misura del<br />
tempo compiuto e sulla registrazione video<br />
dell’arrampicata stessa. Tale metodologia non<br />
permette però di individuare le piccole incertezze<br />
degli atleti, né di comprendere fino in<br />
fondo e con precisione se e quanto l’azione è<br />
stata efficiente. Proprio su questa mancanza si<br />
poneva l’obiettivo del progetto: la misura<br />
oggettiva delle forze che i diversi atleti applicavano<br />
sulle prese durante la gara, in modo da<br />
comprendere le diverse tecniche di arrampicata<br />
e poter quindi correlare le grandezze acquisite<br />
con le prestazioni raggiunte dagli atleti.<br />
L'andamento nel tempo della forza esercitata da due differenti atleti sulla<br />
presa n°2 (evidenziata con un circolo rosso nella foto III).<br />
COME AVVIENE LA RILEVAZIONE – Requisito<br />
importante, anzi fondamentale per il sistema,<br />
era “l'invisibilità”. Essendo infatti la gara di<br />
speed una competizione internazionale e non<br />
una prova in palestra, non era certamente possibile<br />
modificare le prese né rischiare di intralciare<br />
il movimento degli atleti. Si è quindi deciso<br />
di rilevare la forza esercitata dagli atleti su<br />
appigli e appoggi mediante il posizionamento<br />
di sensori sulla faccia posteriore della parete.<br />
Ciò è stato possibile grazie all’inserimento di un<br />
trasduttore a forma di anello, in grado di rilevare<br />
la forza, tra la parete e il dado di serraggio<br />
(vedi foto I). La vite viene normalmente sollecitata<br />
sia dalla coppia di serraggio che vincola la<br />
presa alla parete che dall'azione dell'atleta<br />
sulla presa stessa. Ma mentre la massima coppia<br />
di serraggio e la conseguente compressione<br />
del trasduttore sono note grazie all’utilizzo di<br />
una chiave dinamometrica, l'azione esercitata<br />
dagli atleti non era mai stata rilevata. Così,<br />
mediante un sistema di condizionamento dei<br />
trasduttori, lo staff è riuscito a eliminare il contributo<br />
dovuto al serraggio delle viti riuscendo<br />
in tal modo a monitorare in tempo reale l'azione<br />
degli atleti sulle prese. Sul computer di<br />
appoggio invece (vedi foto II) sono state effettuate<br />
le elaborazioni in tempo reale e sono stati<br />
messi in grafica gli andamenti delle azioni esercitate<br />
dagli atleti nelle differenti prove speed.<br />
DUE ESEMPI A CONFRONTO – I dati rilevati e<br />
opportunamente messi a confronto hanno così<br />
permesso di trarre importanti considerazioni sui<br />
diversi stili di arrampicata, evidenziando quelli<br />
più efficienti. Viene utile in questo senso addurre<br />
un paio di esempi. Nel grafico 1 è mostrato<br />
l'andamento nel tempo della forza esercitata da<br />
due differenti atleti sulla presa n°2 (evidenziata<br />
con un circolo rosso nella foto III). Tale presa,<br />
insieme alle n°1 e n°3, è il punto di partenza<br />
della prova speed, da cui l'atleta si posiziona, si<br />
carica e si lancia verso la presa n°4. Come si<br />
può notare, mentre l'atleta cui corrisponde la<br />
linea blu si appende appena alla presa n°2 e,<br />
aspettando il via, riduce gradualmente la forza<br />
che esercita sulla presa, l'atleta cui corrisponde<br />
la linea rossa carica invece in maniera importante<br />
e costante l'appiglio, quasi incrementando<br />
la forza esercitata fino al via, momento in cui<br />
si lancia facendo crescere la forza esercitata<br />
sulla presa di quasi tre volte il suo peso. Anche<br />
l'atleta blu si lancia, ma riesce a generare una<br />
forza impulsiva pari a due volte il suo peso, l'applicazione<br />
non è continua (si osservino le<br />
“corna” in corrispondenza dei 47,1-47,5s) e<br />
richiede un tempo maggiore. Questo significa<br />
che tale atleta non è stato in grado di generare<br />
una forza impulsiva pari a quella dell'atleta precedente<br />
e ha pertanto impiegato più tempo ad<br />
abbandonare la presa. Per completare l’analisi,<br />
La storia temporale della forza sulla presa n°4 (evidenziata con un circolo<br />
blu nella foto III).<br />
nel grafico 2 viene riportata la storia temporale<br />
della forza sulla presa n°4 (evidenziata con un<br />
circolo blu nella foto III). Come si può facilmente<br />
osservare, l'atleta rosso arriva prima sulla<br />
presa n°4 e, applicando una forza impulsiva<br />
continua e senza esitazioni, riesce a raggiungere<br />
il valore massimo di 2000 N (Newton) pari a<br />
più di tre volte il suo peso. A questo punto il<br />
vantaggio accumulato è già di 6 decimi circa.<br />
L'atleta blu invece dimostra un’incertezza nell’applicazione<br />
della forza (come nella variazione<br />
del gradiente della forza a 48,1s), cosa che lo<br />
porta ad aumentare il ritardo nei confronti dell’atleta<br />
rosso.<br />
RISULTATI – Il grande lavoro svolto dallo staff<br />
dimostra come le rilevazioni raccolte si rivelino<br />
molto utili, dato che possono essere proficuamente<br />
utilizzate per impostare in maniera più<br />
efficace l’allenamento degli atleti, con la possibilità<br />
di essere condivise anche con i tecnici<br />
delle squadre nazionali. Visto inoltre il buon<br />
esito della collaborazione tra il comitato organizzatore<br />
di Milan Climbing, il settore tecnico<br />
del comitato regionale del FASI e lo Sports<br />
Technology Lab, è allo studio la possibilità che il<br />
sistema possa essere replicato sulle pareti<br />
speed e anche boulder di altri eventi internazionali,<br />
magari già a partire dai Mondiali di Arco<br />
(15-24 luglio).<br />
4<br />
3<br />
2<br />
1<br />
I II III<br />
Dettaglio di uno dei trasduttori di forza posti sulle prese. Il computer di appoggio utilizzato per le elaborazioni in tempo reale. La parete speed con evidenziati i primi quattro afferraggi.