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INCHIESTA / TESTIMONIAL<br />
Martino Boselli<br />
anni ha dato il via a una forte brand<br />
extension e per la promozione <strong>del</strong>la<br />
categoria orologi si è legato in passato<br />
all’attore hollywoodiano Nicolas Cage<br />
e più di recente al pianista Lang Lang,<br />
nominato nel 2008 ambasciatore <strong>del</strong>la<br />
Maison e Presidente <strong>del</strong>la Fondazione<br />
Culturale Montblanc. E, last but not<br />
least, Rolex che ha spesso optato per la<br />
formula <strong>del</strong> testimonial tra cui il cantante<br />
Michael Bublé e diversi sportivi,<br />
Roger Federer in testa.<br />
Cesare Capotorto<br />
DA TESTIMONIAL A BRAND<br />
È TUTT’ORO QUEL CHE LUCCICA?<br />
No. Ne è fermamente convinto Martino<br />
Boselli, Tru Trussardi Project Manager,<br />
per cui il testimonial è spesso una “scorciatoia”:<br />
“Non è questione di fare fitting<br />
tra testimonial e brand – ha commentato<br />
Boselli - il testimonial deve<br />
accelerare dei contenuti, coerenti con<br />
il DNA <strong>del</strong> brand, rilevanti per il consumatore<br />
e distintivi verso i competitor,<br />
non sostituirlo”. Concorde anche<br />
Cesare Capotorto, export manager di<br />
Maglificio Gran Sasso, il quale fa notare<br />
come neppure Louis Vuitton sia immune<br />
al fascino <strong>del</strong>le celebrities (il brand<br />
francese si è affidato a diversi personaggi<br />
tra cui Madonna, Scarlett Johansson,<br />
Andre Agassi e Steffi Graf, Bono Vox e<br />
consorte) e come l’utilizzo <strong>del</strong> testimonial<br />
sia veramente efficace solo se sussistono<br />
determinate condizioni, prime<br />
fra tutte la coerenza tra il personaggio e<br />
i valori <strong>del</strong> brand. “Ma attenzione - dice<br />
Capotorto - due sono i rischi immediati:<br />
creare confusione nella mente <strong>del</strong><br />
consumatore quando un testimonial<br />
Che tra i divi <strong>del</strong> cinema e il fashion business ci fosse un forte legame era evidente ed<br />
era probabilmente inevitabile che prima o poi qualcuno di loro sfruttasse la propria<br />
immagine apponendola su diversi prodotti, trasformandosi così in un marchio vero<br />
e proprio. Basti pensare a Jennifer Lopez, in passato nelle campagne Louis Vuitton e<br />
più recentemente in quelle di Gucci e Tous (gioielli), ha lanciato profumi, linee d’abbigliamento,<br />
costumi e intimo (in co-branding con Yamamay), occhiali, gioielli, orologi,<br />
borse, calzature e accessori sotto il brand Jlo by Jennifer Lopez. Per non parlare poi di<br />
Kate Moss. La mo<strong>del</strong>la inglese, non solo è il volto di numerose campagne pubblicitarie,<br />
ma con Longchamp ha anche lanciato una mini collezione borse e dal 2007 collabora<br />
con la catena Topshop per la quale realizza <strong>del</strong>le collezioni in limited edition con l’etichetta<br />
“Iconic Kate”. E sempre dall’isola britannica arrivano David & Victoria Beckam,<br />
i protagonisti <strong>del</strong>le pose sexy <strong>del</strong>l’intimo Emporio Armani con all’attivo un profumo,<br />
prodotto da Coty. Infine Katie Holmes, moglie di Tom Cruise, nel 2009 è stata scelta<br />
da Miu Miu per la sua campagna pubblicitaria primavera-estate e nello stesso anno ha<br />
lanciato la linea di abbigliamento Holmes e Yang con la stylist Jeanne Yang.<br />
Sofia e Francis Ford Coppola per Louis Vuitton<br />
lavora su molti fronti o vedere cannibalizzata<br />
la marca dal testimonial stesso.<br />
Ed è proprio per ovviare a quest’ultimo<br />
punto che è sempre meglio rinnovarsi,<br />
perché sono i valori <strong>del</strong> brand a dover<br />
rimanere alla fine, non il personaggio”.<br />
PIÙ BRAND, STESSO VOLTO<br />
Aldo Grasso, in un articolo scritto in<br />
collaborazione con Massimo Scaglioni<br />
e pubblicato nelle pagine di Corriere<br />
Economia il 31 gennaio scorso, li ha<br />
definiti i testimonial multiuso. Sono<br />
attori e personaggi che prestano la propria<br />
immagine a più prodotti e fra loro<br />
c’è George Clooney. La star hollywoodiana,<br />
da anni legata a Nespresso, è<br />
infatti anche il volto di Omega e recentemente<br />
ha girato uno spot anche con<br />
i signori di Fastweb, settore telecomunicazione,<br />
che hanno scelto proprio lui<br />
per sostituire il giovane campione di<br />
motociclismo Valentino Rossi. Ma, Mr<br />
Clooney a parte, sono molti i personaggi<br />
“multibrand” come l’inglese Kate<br />
Moss, che nel giro di pochi mesi ha collezionato<br />
campagne stampa per diversi<br />
brand tra cui Liu Jo, Dior (per Addict<br />
Lipstick), Vogue Eyewear, Longchamp e<br />
a breve Mango (dove sostituirà Scarlett<br />
Johansson, musa di Woody Allen), o<br />
Belén Rodriguez. La soubrette argentina,<br />
pur concluso l’accordo con Tim, ha<br />
un carnet di brand piuttosto ricco tra<br />
cui Miss Sixty, Jadea (intimo) e 2Jewels.<br />
132 PAMBIANCOWEEK 14 giugno 2011