14.06.2014 Views

i cantanti lirici - il portale di "rodoni.ch"

i cantanti lirici - il portale di "rodoni.ch"

i cantanti lirici - il portale di "rodoni.ch"

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

10 <br />

debuttavo nella Bohème: ho visto <strong>il</strong> palcoscenico alla prova generale. Sono quattrom<strong>il</strong>a persone e<br />

uno quando va lì muore dalla paura. Non l’avevo mai visto. Sono stata <strong>di</strong>eci giorni a non fare<br />

niente, non provare e <strong>il</strong> mio debutto al Metropolitan è stato così. Sono andata in scena e ho visto le<br />

scene al momento <strong>di</strong> cantare. Io sono d’accordo sul rinnovare <strong>il</strong> teatro lirico. Si può fare una<br />

Bohème in un’altra epoca, se fatto con intelligenza. Rinnovamento anche dei <strong>cantanti</strong> sia nel modo<br />

<strong>di</strong> porgere sia nei movimenti in scena. A Vienna noi possiamo arrivare anche la sera prima, ma sul<br />

palcoscenico troviamo quelli che sono sempre lì, che ti <strong>di</strong>cono cosa fare e così l’orchestra è<br />

affiatata e suona bene perché è un teatro <strong>di</strong> Stato. Io vorrei un teatro <strong>di</strong> Stato anche in Italia».<br />

Emozione o paura prima <strong>di</strong> entrare in palcoscenico.<br />

«La paura più grande l’ho provata a Parma alla prima del Trovatore. Ho avuto veramente un<br />

colpo quando sono entrata, con la Ines. Stavo veramente morendo <strong>di</strong> paura. Mi sono detta – ma io<br />

cosa sto facendo qui – una sensazione terrib<strong>il</strong>e. Mentre cantavo <strong>il</strong> recitativo volevo scappare. Ma<br />

poi <strong>il</strong> pubblico è stato molto carino. Il pubblico <strong>di</strong>venta tremando con i gran<strong>di</strong>. Mi ricordo Tucker,<br />

che mi ha fatto morire dal ridere. Lui cantava come un Dio, ma una nota prima dell’”Ah, sì ben<br />

mio”, “in tale istante” lo beccavano. E mi <strong>di</strong>ceva “Adesso ho capito perché i miei amici americani<br />

mi <strong>di</strong>cevano <strong>di</strong> non venire a Parma”. L’aria poi la cantava bene e con “la pira” veniva giù <strong>il</strong><br />

teatro».<br />

Mi puoi <strong>di</strong>re qualcosa sui maestri <strong>di</strong> canto e quali cose devono insegnare?<br />

«Parlando <strong>di</strong> maestri <strong>di</strong> canto, per i tenori, vedo Bergonzi e per i soprani la Caballé, non c’è<br />

dubbio. Parlo <strong>di</strong> tecnica vocale, non <strong>di</strong> arte scenica. L’intelligenza del maestro <strong>di</strong> canto sta proprio<br />

nel fatto che ti insegna <strong>il</strong> controllo della voce, che ti insegna anche cose che non ha mai fatto.<br />

Deve essere una persona <strong>di</strong> fiducia. La mia maestra, la Corradetti, ha sempre cantato <strong>il</strong> verismo,<br />

ma questo non c’entra nell’insegnamento: io <strong>il</strong> verismo non lo faccio».<br />

Oggi è possib<strong>il</strong>e citare <strong>di</strong>eci soprani italiani?<br />

«Citare <strong>di</strong>eci soprani italiani non riesco, ma <strong>di</strong>eci soprani internazionali sì. Caballé, Scotto,<br />

Freni, aspetti che ci penso un attimo. La Caballé l’andrei a sentire in tutto quello che fa <strong>di</strong> Rossini,<br />

Bellini e Donizetti. Ver<strong>di</strong> non so. Mi hanno detto che ha fatto bene <strong>il</strong> Don Carlo in Arena, ma non<br />

l’ho sentita. L’ho sentita nel Ballo in maschera e ha fatto un “Morrò” come non l’avevo mai<br />

sentito, poi basta. Ma ce ne sono ancora: la Sutherland, la S<strong>il</strong>ls, la N<strong>il</strong>sson, ma bisogna vedere <strong>il</strong><br />

repertorio. Per Ver<strong>di</strong> andrei a sentire la Price che ho sentito recentemente ed è ancora un numero.<br />

Nel lirico, esempio Elisir d’amore, la Freni per me è la migliore. La Scotto l’andrei a sentire nella<br />

Straniera che è stata la cosa che mi ha colpito <strong>di</strong> più. L’ho sentita a Venezia e non stavo più nella<br />

poltrona, ma anche Rigoletto e Lucia. E la Ricciarelli la vado a vedere nel Don Carlo, Messa <strong>di</strong><br />

Requiem, Foscari, queste cose qui adesso, poi penso che <strong>il</strong> mio repertorio avrà un secondo<br />

tempo».<br />

Poi ci per<strong>di</strong>amo <strong>di</strong> vista. Lei ha m<strong>il</strong>le impegni in tutti i teatri del mondo. La rivedo dopo due<br />

anni (1977) a Parma e riesco ad intervistarla ancora ripetendo, grosso modo, le stesse domande.<br />

L’Artista è più matura, forse meno scoppiettante, ma sempre simpatica. In quell’occasione faceva<br />

Anna Bolena ottenendo un grande successo.<br />

Qual è stato <strong>il</strong> percorso che ti ha portato alla Bolena.<br />

«Innanzitutto bisogna fare un <strong>di</strong>scorso <strong>di</strong> scelta <strong>di</strong> repertorio. È già da un pezzo che ho deciso<br />

<strong>di</strong> fare solo del “belcanto” e poteva essere Maria Stuarda o Devereux, ma ho pensato a questa<br />

opera che non si faceva da molti anni. Adesso sono a un punto <strong>di</strong> carriera in cui posso scegliere».

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!