i cantanti lirici - il portale di "rodoni.ch"
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essere argomento <strong>di</strong> lezioni, più che le arie e le cabalette. Sono identici al nostro modo <strong>di</strong> parlare,<br />
<strong>di</strong> cadenzare.<br />
Vorrei chiederle qualcosa circa La forza del destino da lei <strong>di</strong>retta qui a Firenze. Ha scelto<br />
lei i <strong>cantanti</strong>?<br />
«Sì, li ho scelti io in base a quello che si trovava in giro. Io sono del parere che piuttosto che<br />
parlare <strong>di</strong> voci per un’opera, parlerei <strong>di</strong> possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> accentuazione drammatica per una certa<br />
opera. Pert<strong>il</strong>e, per esempio, era uno che aveva un certo tipo <strong>di</strong> voce e faceva un repertorio molto<br />
spesso superiore ai suoi mezzi vocali, lo faceva perché la drammaticità richiesta da quell’opera era<br />
completamente appagata dalla sua capacità drammatica <strong>di</strong> accentuazione. Lo stesso è successo con<br />
la Callas che è partita come un soprano leggero e poi alla fine ha fatto tutto <strong>il</strong> repertorio<br />
drammatico. Perché non è <strong>il</strong> problema drammatico della voce, è della capacità interiore <strong>di</strong> essere<br />
drammaticamente all’altezza della situazione. Per esempio <strong>il</strong> tenore della Forza del destino che ha<br />
cantato qui, ha avuto pareri <strong>di</strong>scor<strong>di</strong>: chi ha detto che era meraviglioso, chi sosteneva che non<br />
fosse adatto. A quelli che <strong>di</strong>cevano che non era adatto, perché ci vuole un altro tipo <strong>di</strong> tenore,<br />
bisogna rispondere che aveva la possib<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> accentuare drammaticamente questo personaggio. Il<br />
personaggio <strong>di</strong> don Alvaro non è mica ancora venuto fuori nella sua totalità, richiede uno stu<strong>di</strong>o<br />
molto approfon<strong>di</strong>to nell’opera. Don Alvaro non si è capito se è Manrico o se è qualche altro: è una<br />
cosa mista. Ogni volta che salta fuori un tenore è sempre lo stesso, cantano tutti nella stessa<br />
maniera. Ci sparano qualche acuto qua e là, invece c’è un’esatta <strong>di</strong>versificazione tra i vari<br />
personaggi ver<strong>di</strong>ani. Don Alvaro è questo Incas, questa specie <strong>di</strong> “in<strong>di</strong>an selvaggio” come <strong>di</strong>ce<br />
Melitone, che è trattato in maniera particolare, piuttosto nevrotica. Se lei guarda l’aria “O tu che in<br />
seno agli angeli” non esiste mai un mezzo forte, si passa dal piano dal forte. Questo significa che è<br />
un personaggio che va da un estremo all’altro. Anche la maniera <strong>di</strong> parlare <strong>di</strong> don Alvaro è<br />
<strong>di</strong>versissima da tutti gli altri personaggi: mentre gli altri parlano in modo abbastanza comune, don<br />
Alvaro parla in maniera molto altisonante. Anche <strong>il</strong> gesto <strong>di</strong> don Alvaro è ampio, magn<strong>il</strong>oquente.<br />
L’unico che lo aveva capito era Melitone. Quin<strong>di</strong> <strong>il</strong> tenore della Forza del destino non è una<br />
questione soltanto vocale <strong>di</strong> avere la voce più scura, è una questione <strong>di</strong> accentuazione. Certamente<br />
è un’opera straor<strong>di</strong>naria che ancora deve essere macinata. Ci vuol più tempo a <strong>di</strong>sposizione con la<br />
compagnia <strong>di</strong> canto per poterla levigare, per poter far venir fuori quello che c’è. I critici poi<br />
scrivono cose strane perché non sanno un bel niente. Se io vivo dei mesi a macerarmi su una<br />
partitura, come vuole che uno che conosce quella partitura attraverso <strong>il</strong> fatto auricolare, possa dare<br />
un vero giu<strong>di</strong>zio? Per La forza del destino ci vogliono mesi per vedere che cosa c’è dentro. I<br />
personaggi sono incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>i. La Prezios<strong>il</strong>la viene fuori come una specie <strong>di</strong> saltimbanco: fa una<br />
coronetta qui, mezz’acuto da un’altra parte, ma è tutt’altro tipo è un personaggio da stu<strong>di</strong>are<br />
completamente. Non è mai venuta fuori la vera Prezios<strong>il</strong>la, mi perdoni la Simionato che non ho<br />
mai sentito, può darsi che lei l’abbia fatto, ma se <strong>il</strong> corso delle interpretazioni <strong>di</strong> Prezios<strong>il</strong>la ha<br />
portato a quello che c’è in giro oggi, <strong>il</strong> personaggio non è mai venuto fuori. Non perché la debba<br />
inventare io, ma perché guardando sulla partitura c’è tutta un’altra cosa. E <strong>il</strong> tenore? Il tenore è la<br />
chiave della Forza del destino perché tutto gira su questo don Alvaro. Non ci siamo ancora perché<br />
più o meno tutti cantano e allora ci lasciamo ingannare dalle belle voci, dal fraseggio più o meno<br />
interessante e <strong>di</strong>ciamo che è bello, applau<strong>di</strong>amo dopo la romanza, dopo <strong>il</strong> Si naturale splendente,<br />
ma don Alvaro è un’altra cosa: è un personaggio incre<strong>di</strong>b<strong>il</strong>e <strong>di</strong> Ver<strong>di</strong>. La forza è un’opera<br />
moderna: tutto questo mondo che si affastella e che spesso viene tagliato, come talvolta fanno con<br />
la scena dell’accampamento. Tagliando <strong>il</strong> duetto col baritono non si capisce perché don Alvaro<br />
vada in convento, tanto più che in quello stesso duetto don Alvaro viene a sapere che Leonora è<br />
viva, che è una chiave <strong>di</strong> volta <strong>di</strong> tutto. E la “ronda”? Delle volte fanno la “ronda” e tagliano<br />
“l’accampamento”, in modo che non si capisce cosa ci stia a fare la “ronda” come pezzettino<br />
musicale a sé stante. Invece la “ronda” è plausib<strong>il</strong>e per arrestare <strong>il</strong> baritono che forse ha avuto un<br />
duello quasi mortale con <strong>il</strong> tenore. Ver<strong>di</strong> non era uno sprovveduto, tutto quello che faceva era