i cantanti lirici - il portale di "rodoni.ch"
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«Ѐ più pronto, ma adesso comincia a mollare anche lui».<br />
Karajan?<br />
«Karajan non aveva queste cose qui. Lui ci voleva bene. Era sempre pronto. Un’altra cosa: si<br />
<strong>di</strong>ce che gli Italiani non vogliono gli stranieri perché noi non abbiamo niente da imparare. Sono<br />
loro che imparano da noi».<br />
Le piacciono i tenori spagnoli?<br />
«Sì sono bravini, molto romantici. Ho sentito Carreras, ma è romantico, non puoi fargli far<br />
niente a quelli lì. Ne ho visto uno che si mette in ginocchio davanti ad Aida, ma come si fa!<br />
Vocalmente però sono a posto».<br />
Cinque <strong>di</strong>rettori con cui canterebbe domani.<br />
«Ma io canto con tutti. Basta che ci mettiamo intorno a un tavolo a parlare. Io faccio “fa ch’io<br />
rida buffone, forzar mi deggio e farlo, o dannazione” e lì ci vuole l’orchestra che sia potente e non<br />
molle. Tutti potrebbero farlo, basterebbe che avessero l’intelligenza <strong>di</strong> ubbi<strong>di</strong>re al cantante. E così<br />
i registi; ma non ve<strong>di</strong> che adesso c’è La bohème <strong>di</strong> Zeffirelli, e davanti a Zeffirelli io mi levo <strong>il</strong><br />
cappello, perché è uno che capisce. Comunque quello <strong>di</strong> <strong>di</strong>re La bohème <strong>di</strong> Zeffirelli o La traviata<br />
<strong>di</strong> Visconti o l’Otello <strong>di</strong> Karajan, è eccessivo ma come si fa!? Riguardo ai <strong>di</strong>rettori io mi sono<br />
visto baciare da uno in Germania: eravamo al pianoforte e ad un certo momento questo qui ha<br />
detto “è così, è così”. Infatti c’è un punto in Otello che fa “mi basta un lampo sol <strong>di</strong> quel sorriso,<br />
per trascinare Otello alla ruina” e lui a sentire questo uniformemente accelerato è <strong>di</strong>ventato matto.<br />
Lo fanno anche gli stranieri, <strong>il</strong> solfeggio è lo stesso, ma come faccio io c’è musica e là non c’è. Ѐ<br />
la <strong>di</strong>namica che è così. Ho bisticciato con Capuana per come staccava un tempo: i <strong>di</strong>rettori ci<br />
rimangono male perché io li becco nel vivo. A Vienna c’erano dei <strong>di</strong>rettorini svelti con cui<br />
abbiamo fatto delle bellissime recite, compreso Karajan».<br />
Muti e Abbado<br />
«Non li ho mai sentiti, ma mi piacerebbe lavorare con loro, si potrebbero fare delle esecuzioni<br />
storiche, perché sono giovani e svelti, solo che loro pensano a noi come a delle vecchie marmotte,<br />
ma non è vero. A me interessa <strong>il</strong> ritmo e questi giovani lo dovrebbero avere. Ma loro non vogliono<br />
far vedere che <strong>di</strong>pendono dai vecchi perché son superbi. Fra <strong>di</strong>eci anni non <strong>di</strong>rigeranno più così,<br />
perché verranno certamente sulla nostra strada».<br />
Io le ho già rubato fin troppo tempo e lei mi ha detto delle cose interessantissime. Le<br />
chiedo ancora se ha fatto una previsione <strong>di</strong> quanto canterà ancora.<br />
«Io volevo già smettere l’anno scorso. Poi è venuta questa maledetta recessione e chi ha<br />
qualche risparmio lo sa. Allora visto che devo cantare vorrei arrivare al trentesimo anno, ne ho<br />
ancora tre».<br />
Quando abbandonerà ha pensato <strong>di</strong> insegnare canto o arte scenica o fare della regia?<br />
«No. A chi insegno, a della gente che non capisce niente? L’arte scenica non la si insegna mica:<br />
spostati qui, vai là. Si deve scavare dentro alla questione: se uno ti sputa in faccia cosa faresti?