i cantanti lirici - il portale di "rodoni.ch"
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«Io non sono una fanatica dei <strong>di</strong>schi perché so come vengono fatti. Mi piace <strong>di</strong> più <strong>il</strong> nastro dal<br />
vivo. Preferisco la registrazione, perché <strong>il</strong> <strong>di</strong>sco viene fatto spezzettato e si sa che non è fedele, è<br />
troppo ritoccato».<br />
Lei nei <strong>di</strong>schi si piace, rende bene?<br />
«Ѐ molto <strong>di</strong>ffic<strong>il</strong>e piacersi completamente nel senso che quando si fa un <strong>di</strong>sco si sa che <strong>il</strong><br />
pubblico lo vuole perfetto sotto tutti i punti <strong>di</strong> vista, perché lo ascolta e riascolta. Se si fa una<br />
registrazione dal vivo ci sono dei momenti in cui non si è perfetti, che però sono belli in una serata<br />
e danno una sensazione <strong>di</strong> realtà: uno non può essere una macchina. Nel <strong>di</strong>sco basta che una nota<br />
non sia venuta bene che la si rifà. La mia voce nel <strong>di</strong>sco è abbastanza fedele. Per esempio ci sono<br />
delle voci belle in teatro che non rendono in <strong>di</strong>sco e viceversa. La N<strong>il</strong>sson nel <strong>di</strong>sco <strong>di</strong> Turandot<br />
non rende bene per la potenza che ha: è meglio ascoltarla in teatro.<br />
Ho parlato con altri suoi colleghi uomini che hanno <strong>di</strong>squisito da tecnici sulle eccessive<br />
frequenze e sugli armonici.<br />
«Certi armonici nel <strong>di</strong>sco si perdono, c’è sempre un appiattimento. Come le <strong>di</strong>cevo la voce<br />
potente nel <strong>di</strong>sco perde perché non ci sono abbastanza frequenze per poterle registrare tutte.<br />
Quando incido una certa frase dove da un pianissimo passo ad un crescendo fortissimo, parlo<br />
anche per l’orchestra, non si riesce ad avere questo effetto neanche nello stereofonico. Quando<br />
ascolto un mio forte riconosco che ho cantato molto più forte e così anche per un pianissimo. Per<br />
quanto ci sono <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> incisione. Adesso mi sono trovata ad incidere con la Columbia<br />
americana che ha una tecnica perfetta sia per le voci che per gli strumenti. La Columbia ha dei<br />
mezzi d’incisione semplicissimi, per esempio con altre case avevo tanti microfoni mentre <strong>il</strong><br />
metodo moderno usa un microfono unico a otto piste per cui la voce ha la sua pista e ogni<br />
strumento anche. Molto <strong>di</strong>pende da chi registra perché deve essere un musicista bravo. Comunque<br />
io ce l’ho con i critici del <strong>di</strong>sco perché, essendo l’esecuzione completamente falsata, non si può<br />
criticare un <strong>di</strong>sco. Se per fare una frase la spezzi <strong>di</strong>eci volte per fare una sola nota, come puoi<br />
criticare? Ѐ inut<strong>il</strong>e che io abbia un <strong>di</strong>sco <strong>di</strong> Butterfy <strong>di</strong> una tale cantante che in scena non la farà<br />
mai. Io ho inciso La traviata, la Butterfly, La bohème, la Lucia perché sono tutte opere con le quali<br />
in scena ho avuto <strong>il</strong> successo del pubblico e quin<strong>di</strong> desidero che siano tramandate come mio<br />
ricordo».<br />
Allora soltanto in questo senso lei approva <strong>il</strong> <strong>di</strong>sco: se quell’opera è stata fatta in teatro.<br />
«Sì, oppure incidere <strong>il</strong> <strong>di</strong>sco dal vivo come si tenta <strong>di</strong> fare adesso. Infatti <strong>il</strong> prossimo anno farò<br />
un concerto alla Carnegie Hall e sono già in trattative per fare <strong>il</strong> <strong>di</strong>sco del concerto con la presenza<br />
del pubblico, come fanno con i <strong>di</strong>schi pirata che però tecnicamente sono brutti».<br />
Quale ritiene sia la sua migliore incisione?<br />
«Se devo parlare come popolarità, come in<strong>di</strong>ce <strong>di</strong> gra<strong>di</strong>mento <strong>di</strong>rei la Butterfly, senz’altro.<br />
Dirigeva un gran<strong>di</strong>ssimo <strong>di</strong>rettore John Barbirolli. Come esecuzione invece <strong>di</strong>rei La traviata che<br />
ho inciso con la Deutsche Grammophon e anche un Rigoletto, ne ho fatti due, uno con la Deutsche<br />
l’altro con la Ricor<strong>di</strong>».<br />
Ѐ famosa anche un’altra sua incisione: l’aria della Lodoletta “Flammen perdonami”.