FINLANDIA STORIA • 6 La carta è nata in Cina agli inizi dell'era cristiana; la data più accreditata sembra essere quella del 105 d.C. quando, secondo alcuni antichi cronisti, il gran dignitario di corte Ts'ai Lun presentò all'imperatore cinese i primi fogli di carta. Da allora in Cina la carta fu adibita agli usi più disparati: carta per scrivere cronache e bibliografie, carta per ornare case e templi, carta per avvolgere, tovaglioli di carta e perfino carta igienica. E svariate erano anche le modalità di produzione della carta (con la canapa, con steli di bambù,coi bozzoli del baco da seta, con paglia di grano e riso, con la scorza del gelso, con germogli di giunco, con muschio e licheni), anche se la più diffusa rimase quella che adoperava gli stracci. A lungo, fino all'VIII secolo, la carta rimase un segreto della Cina e ci vollero molti secoli perché, attraverso il mondo arabo, si diffondesse anche in Europa. Per capire questa lentezza nella sua diffusione vanno tenuti presenti alcuni aspetti che resero le località cinesi particolarmente idonee ad ospitare le prime cartiere e che al contrario ne ostacolarono la diffusione altrove: l'esistenza delle materie prime, la vicinanza di un centro abitato e la presenza di un flusso d'acqua puro e uniforme erano tre condizioni che si ritrovavano in Cina fin dal I secolo, mentre in Europa una simile favorevole congiuntura si presenterà solo gradualmente tra il XII e il XVI secolo. Inoltre, mentre in Cina la carta non subiva la concorrenza di altri prodotti, in Europa la pergamena rivaleggiò a lungo con le prime carte e cedette il passo solo progressivamente con lo sviluppo dell'arte tipografica. Va infine tenuto presente che il livello di cultura dell'Europa medievale era assai meno elevato di quello cinese o arabo. A lungo, dunque, furono le città arabe (Samarcanda, Baghdad, Tunisi, Fez) ad essere le capitali della fabbricazione della carta. Ed è proprio dalla città di Fez nell'Africa del Nord che la carta penetrò in Spagna, dove sorse la prima cartiera d'Europa, per diffondersi poi nelle città dell'<strong>Italia</strong> settentrionale e centrale che divennero rapidamente importanti centri cartari. Amalfi nel 1220 e Fabriano nel 1276 furono le prime cartiere italiane a cui si aggiunsero in seguito Bologna, Padova, Genova e molte altre. Per 200 anni l'<strong>Italia</strong> domino il mercato della carta, sostituendosi nell' approvvigionamento dell'Europa alla Spagna e a Damasco. La carta veniva fabbricata logorando i tessuti di lino fino a ridurli in stracci; il problema fondamentale del cartaio era dunque quello di procurarsi in grande quantità stracci o cordami usati, perciò le cartiere vennero installate di preferenza vicino alle città o ai porti e l'attività dei cenciaioli (raccoglitori e rivenditori di stracci) divenne particolarmente redditizia. Furono proprio le crisi nell' approvvigionamento di stracci a sollecitare già nel XIII secolo la ricerca di materiali sostitutivi coma la pasta di legno, il cui impiego però si diffonderà solo nel XIX secolo. Prima di allora, nel 700, un'importante innovazione fu introdotta grazie all'invenzione del cilindro olandese, un cilindro munito di lame metalliche che tagliavano, strappavano e riducevano gli stracci in poltiglia. Ciò permetteva di ottenere carta più raffinata in tempi molto più brevi. Un'altra rivoluzione fu rappresentata dall'introduzione della macchina "sans fin" ideata nel 1799 da Nicolas Louis Robert, che oltre a meccanizzare la fabbricazione dei fogli di carta, indusse anche dei cambiamenti nei luoghi di produzione, essendo la macchina di notevoli dimensioni. Si deve attendere invece la metà dell'800 per la scoperta della cellulosa alla quale sono legati i nomi di Meiller e Tilgham che riuscì a produrre cellulosa partendo dal legno e usando una soluzione di bisolfito di calcio. Oggi la carta viene prodotta utilizzando essenzialmente le fibre vegetali provenienti dagli alberi di conifere (pino, abete: fibre lunghe) e di latifoglie (eucalipto, pioppo, betulla, faggio, acacia: fibre corte). Ed è dalla diversa combinazione delle fibre, lunghe o corte, e dalla presenza o meno di lignina (la lignina è il collante naturale che tiene unite le fibre di cellulosa contenute nel legno) che derivano i diversi tipi di carta. Ultimamente si sta riscoprendo l'utilizzo delle piante annuali e delle erbacee (kenaf, sorgo, paglia di grano o di riso, canne, canapa, lino,) che era stato del tutto abbandonato perché poco adatte ad un uso industriale. Una maggiore diffusione di tali fibre annuali sarebbe auspicabile perché permetterebbe di ridurre fino ad un 20% l'uso delle cellulose ricavate dalle specie arboree. © 2006 COLUMBIA TRISTAR MARKETING GROUP, INC. ALL RIGHTS RESERVED.
FINLANDIA Un elefante sul banco Scusa, ma che ci fa quell'elefante sul banco? "Elefante? Quale elefante Mica siamo in Africa qui? Ma no, e’ un modo di dire: una classe di 30 alunni consuma in un anno scolastico una quantita’ di carta pari al peso di un elefante adulto. Infatti ogni individuo in <strong>Italia</strong> consuma in media 200kg di carta all'anno. Tutta la classe mette assieme sei tonnellate di carta - o meglio, sei tonnellate di foresta abbattuta. Siamo proprio sicuri che non ci sia una soluzione? 7 SOLUZIONI
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