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31<br />
Vincenzo Scussa nella Storia<br />
cronografica di Trieste dalla<br />
sua origine sino all’anno<br />
1695 pubblicata dal Kandler nel<br />
1863, cita tra le antiche famiglie<br />
di Trieste estinte al suo tempo<br />
anche i Bacchini.<br />
“Vilan” è stato collegato ai Villani,<br />
fiorentini, cui appartennero<br />
anche i ben noti Giovanni e<br />
Matteo, storici. Si tramanda che<br />
un ramo della famiglia, esiliato<br />
dalla Toscana, <strong>com</strong>e molte altre,<br />
dopo una sosta iniziale a Gemona<br />
agli inizi del Trecento, si<br />
sia trapiantato nella nostra città.<br />
“Bachin” in origine sarebbe stato<br />
il soprannome dato a un Domenico,<br />
<strong>com</strong>unque diventa uno<br />
dei nomi della famiglia di cui alcuni<br />
membri nel 1400 entreranno<br />
a far parte anche del Consiglio<br />
cittadino. L’ultima citazione<br />
è del 1548.<br />
Il nostro Villan de Bachin (1368-<br />
1448) aveva in Piazza Piccola<br />
La “firma” di Ser Villan”<br />
una cantina di smercio per i vini<br />
che le vigne di Roiano gli procuravano;<br />
possedeva inoltre diverse<br />
case in città e un mulino.<br />
Era un uomo dalle notevoli attività<br />
<strong>com</strong>merciali che gli rendevano<br />
bene. Partecipò anche a<br />
una “spedizione punitiva” assieme<br />
ad altri amici, verso un tizio<br />
violento che aveva minacciato di<br />
morte uno di loro ed era andato<br />
sotto processo. Ma, secondo<br />
la vittima e i suoi amici, la pena<br />
<strong>com</strong>minata sarebbe stata troppo<br />
leggera, quindi ritennero di doverla<br />
integrare con una buona<br />
dose di legnate. Nell’operazione<br />
si distinse anche il Villan per la<br />
decisione e il coraggio mostrato<br />
difronte alla mano armata del<br />
colpevole.<br />
Morì a un’età veneranda per l’epoca,<br />
80 anni, e gli succedette negli<br />
affari il figlio Giannantonio.<br />
Evidentemente pago e soddisfatto<br />
della sua vita, esprime con fierezza<br />
questi sentimenti nella frase<br />
– è proprio il caso di chiamarla<br />
“lapidaria” – bon citadin , elogio<br />
che non a tanti è concesso, allora<br />
<strong>com</strong>e oggi!<br />
Se riandiamo alla sua storia personale<br />
e ricordiamo l’ascendenza<br />
familiare ci accorgeremo che, in<br />
fondo, è un toscano quello che ci<br />
tramanda con quel suo bon citadin<br />
una testimonianza della parlata<br />
triestina del Quattrocento…<br />
Stampa dei primi decenni dell’Ottocento su Roiano e il Lazzaretto