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<strong>Selene</strong> <strong>Araya</strong> LAM, Liceo Lugano 1<br />
fig. 35: momento dell’inserimento del transgene. A destra il ricercatore sta inserendo un transgene tramite<br />
un’attrezzatura specifica. A sinistra una foto dell’inserimento del transgene nel nucleo dell’ovulo di una topina<br />
appena fecondato.<br />
Compito all’interno del progetto: Il lavoro <strong>ch</strong>e ho svolto consisteva nel cercare di costruire una<br />
piccola parte di un plasmide inserendo, grazie a enzimi di restrizione, dei geni <strong>ch</strong>e servissero ad<br />
evidenziare l’espressione dell’insulina. È stata quindi solo una minima parte di questo grande<br />
progetto.<br />
Ricordiamo <strong>ch</strong>e un plasmide è un DNA circolare batterico presente nel citoplasma. Esso ha<br />
dimensioni ridotte e si può spostare tra le cellule (non per forza uguali ma geneticamente affini)<br />
influendo sulla variabilità genetica. I plasmidi hanno largo impiego nelle biotecnologie per<strong>ch</strong>é<br />
possono essere manipolati per produrre vettori ricombinanti.<br />
Tutti i passaggi per costruire questo plasmide ri<strong>ch</strong>iedono tempo, condizioni specifi<strong>ch</strong>e di<br />
temperature, precisione e vi è sempre una buona percentuale di insuccesso. Per questo si attua<br />
generalmente lo stesso procedimento a più campioni allo stesso momento.<br />
Nella fig. 39 è riassunto il lavoro <strong>ch</strong>e ho svolto in laboratorio <strong>ch</strong>e si basa sull’introduzione della<br />
sequenza GFP nel plasmide contenente la sequenza STOP.<br />
Il lavoro consisteva principalmente in:<br />
• selezionare enzimi di restrizione (e studiarne le peculiarità per farli agire nel modo<br />
corretto) per “tagliare” la sequenza nucleotidica ricercata;<br />
• manipolare il plasmide con gli enzimi di restrizione e mettere i campioni nelle<br />
condizioni termi<strong>ch</strong>e adeguate;<br />
• attuare dei controlli grazie principalmente l’elettroforesi (dove bisogna preparare<br />
dapprima il gel di agarosio da utilizzare e poi selezionare il campione corretto <strong>ch</strong>e<br />
dovrà essere separato dal gel riassunto in fig.38);<br />
• pipettare per unire e mescolare i preparati;<br />
• pesare i campioni con apparec<strong>ch</strong>iature specifi<strong>ch</strong>e per quantificare il materiale<br />
genetico.<br />
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