L'Agrotecnico Oggi aprile 11 - Collegio Nazionale degli Agrotecnici
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PROFESSIONE AGROTECNICO<br />
Consulenza del lavoro:<br />
bene gli <strong>Agrotecnici</strong><br />
L’Inps vuole consulenti del lavoro abilitati.<br />
Salvi gli <strong>Agrotecnici</strong>, “protetti”<br />
dalle loro competenze professionali<br />
H<br />
a fatto parlare molto la Circolare INPS n. 28<br />
dell’8 febbraio 20<strong>11</strong> con la quale l’INPS ha voluto<br />
“chiudere le porte” della Consulenza del lavoro<br />
a tutti coloro che non possiedono una specifica abilitazione,<br />
in particolare ai CED -Centri di Elaborazione Dati, ai tributaristi,<br />
ai revisori contabili ed ai consulenti fiscali. Tutti<br />
costoro, ha precisato l’INPS, “non sono autorizzati alla predisposizione<br />
e trasmissione della documentazione relativa agli<br />
adempimenti” previdenziali ed assistenziali e dunque essi dovranno<br />
interrompere le attività sin qui arbitrariamente svolte.<br />
La Circolare INPS n. 28/20<strong>11</strong> ha provocato un piccolo<br />
terremoto (e si capisce bene il perché) e ha ingenerato molte<br />
preoccupazioni anche fra gli<br />
<strong>Agrotecnici</strong> iscritti all’Albo:<br />
avrebbero, questi ultimi, potuto<br />
continuare l’attività di<br />
consulenza del lavoro per le<br />
imprese agricole assistite?<br />
A leggere la modulistica pareva<br />
di no (non erano codificati<br />
fra i soggetti abilitati a chiedere<br />
il PIN-code all’INPS) ma<br />
a leggere la Circolare, nella<br />
parte narrativa, pareva di sì<br />
(perché venivano espressamente<br />
richiamati).<br />
Dunque il rischio era che la contraddizione fra il contenuto<br />
della Circolare dell’INPS e la modulistica di rilascio<br />
del codice PIN portasse come risultato l’impossibilità per<br />
gli <strong>Agrotecnici</strong> e gli <strong>Agrotecnici</strong> laureati di richiedere l’assegnazione<br />
del codice per svolgere l’attività in materia di<br />
lavoro per conto delle aziende agricole.<br />
Intendiamoci, che fosse un semplice errore è apparso chiaro<br />
fin dall’inizio ma in ogni caso era un errore che, se non riparato,<br />
avrebbe comunque impedito ai professionisti <strong>Agrotecnici</strong><br />
di svolgere questa attività.<br />
Dunque è stata provvidenziale l’azione del <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong><br />
che solo dopo sei giorni dall’emanazione del provvedimento<br />
aveva già chiesto al Presidente dell’INPS, Antonio<br />
Mastrapasqua, di procedere alla rettifica dell’errore, trovando<br />
(va detto per dovere di verità) la massima disponibilità da<br />
parte dei funzionari dell’Istituto di Previdenza.<br />
Lo conferma anche il dott. Giorgio Samorì, che per conto<br />
del <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong> ha tenuto i rapporti con l’INPS<br />
“Con i funzionari preposti ho potuto avviare fin dall’inizio un<br />
rapporto colloquiale molto proficuo,<br />
loro stessi si erano subito resi conto<br />
dell’errore ed hanno operato al meglio<br />
per risolverlo”.<br />
Nel frattempo però il Presidente<br />
del <strong>Collegio</strong> <strong>Nazionale</strong>, Roberto<br />
Orlandi, bruciava i tempi inviando<br />
una Circolare a tutte le sedi<br />
specifiche dell’INPS, invitandole<br />
a fornire il rilascio del codice PIN<br />
agli <strong>Agrotecnici</strong> che lo avessero<br />
chiesto, nelle more della definitiva<br />
risoluzione della vicenda. Fatto<br />
che puntualmente si verificava; infatti,<br />
nel breve volgere di due settimane, l’INPS riconosceva<br />
come errata l’omissione provvedendo a pubblicarne una<br />
nuova versione <strong>degli</strong> allegati alla Circolare n. 28/20<strong>11</strong> contenente<br />
anche l’espressa possibilità per gli <strong>Agrotecnici</strong> (ed i<br />
Periti agrari) di dichiare l’iscrizione all’Albo professionale<br />
ai fini del rilascio del codice PIN. Anche ai Periti agrari,<br />
certo, perché il problema riguardava altresì questa categoria<br />
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