L'Agrotecnico Oggi aprile 11 - Collegio Nazionale degli Agrotecnici
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ATTUALITÀ<br />
sanzione da 1.500 fino a<br />
9.500 euro. Fino a oggi<br />
le etichette d’origine in<br />
Italia erano obbligatorie<br />
solo per alcuni alimenti:<br />
uova, latte fresco, carne<br />
bovina, carne di pollo,<br />
passata di pomodoro,<br />
olio extra vergine d’oliva<br />
e miele. D’ora in poi<br />
l’obbligo sarà esteso a<br />
tutti gli alimenti. Con i<br />
decreti applicativi saranno<br />
definiti relativamente<br />
a ciascuna filiera i prodotti<br />
alimentari soggetti<br />
all’obbligo dell’indicazione<br />
nonché il requisito<br />
della prevalenza della<br />
materia prima agricola<br />
utilizzata nella preparazione.<br />
Il DDL denominato<br />
“Disposizione in materia di etichettatura e di qualità<br />
dei prodotti alimentari” di iniziativa del Governo, era<br />
stato presentato dall’ex Ministro delle Politiche Agricole<br />
Luca Zaia di concerto con i Ministri dell’Ambiente Stefania<br />
Prestigiacomo, dei Rapporti con le Regione Raffele<br />
Fitto e del Ministro delle Politiche Europee Andrea<br />
Ronchi. Il 6 dicembre 2010 è stato modificato dalla<br />
Commissione Agricoltura del Senato in sede di delibera.<br />
La seconda lettura in Commissione Agricoltura alla Camera<br />
è stata approvata definitivamente il 18 gennaio del<br />
2010.<br />
Il provvedimento diventato legge, come ricordato, vede<br />
all’articolo 4 il cuore della normativa. All’articolo 5 la<br />
legge sottolinea la necessità di fornire informaizoni<br />
chiare in merito al luogo d’origine o di provenienza delle<br />
materie prime al fine di unon indurre in errore il consumatore.<br />
In questo modo si vuole contrastare la pratica<br />
commerciale sleale che, fino a oggi, vedeva nella presentazione<br />
non tutelata dei prodotti come se fossero made in<br />
Italy, uno dei punti di forza.<br />
Ora nell’etichetta sarà riportata solo la reale origine geografica,<br />
niente più succo d’arancia con le immagini della<br />
Sicilia se il prodotto proviene dal Brasile, niente mozzarelle<br />
con lo sfondo del Golfo di Napoli se provengono<br />
dalla Germania, e così via.<br />
La normativa è chiara, dunque, ma dal futuro incerto. La<br />
legge non ha ancora trovato l’approvazione della Commissione<br />
Europea che l’ha definita troppo avanzata e<br />
per questo motivo non in linea con la regolamentazione<br />
comunitaria in quanto in contrasto con la Direttiva<br />
UE sull’etichettatura del 2000 che prevede l’indicazione<br />
dell’origine solo come comportamento volontario per<br />
quanto riguarda la generalità dei prodotti, mentre per<br />
altri tra cui l’ortofrutta le carni bovine e di pollo, le uova<br />
il miele e i prodotti ittici freschi, l’indicazione è obbligatoria.<br />
Il lavoro non è finito e dovrà essere proseguito in Commissione<br />
Europea per convincere i più refrattari alla sua<br />
approvazione. Se a Bruxelles il DDL sull’etichettatura<br />
d’origine obbligatoria non piace, perché la decisione italiana<br />
non è coerente col quadro comunitario che vieta di<br />
imporre per legge il vincolo di informare sull’origine di<br />
un prodotto agricolo, ritenendo che l’essere comunitario<br />
sia sufficiente garanzia, insieme con un valido sistema di<br />
tracciabilità dei prodotti, nel contempo però il Consiglio<br />
dell’Agricoltura europeo ha approvato un provvedimento<br />
che prevede l’estensione dell’obbligo di indicazione della<br />
provenienza a tutte le carni messe in commercio e non<br />
solo per le carni bovine come era previsto prima.<br />
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