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L'Agrotecnico Oggi aprile 11 - Collegio Nazionale degli Agrotecnici

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PROFESSIONE AGROTECNICO<br />

APRILE 20<strong>11</strong><br />

mondo, dovuta al dominio morale del papato di Roma.<br />

Dall’Alpe a Sicilia,<br />

Dovunque è Legnano, 5<br />

Ogni uom di Ferruccio 6<br />

Ha il core, ha la mano,<br />

I bimbi d’Italia<br />

Si chiaman Balilla, 7<br />

Il suon d’ogni squilla<br />

I Vespri suonò. 8<br />

Stringiamoci a coorte!<br />

Siam pronti alla morte.<br />

L’Italia chiamò.<br />

gli austriaci ad opera del “Balilla”. Genova comunque si liberò<br />

<strong>degli</strong> occupanti dopo cinque giorni di rivolta, il 10 dicembre<br />

1746. Per questa ragione l’inno “Fratelli d’Italia” venne cantato<br />

per la prima volta proprio a Genova, il 10 dicembre 1846, nella<br />

ricorrenza di questo evento storico.<br />

8<br />

I Vespri, sono la rivolta del lunedì di Pasqua, il 31 marzo<br />

1282, che scoppiò a Palermo contro l’arroganza dei soldati<br />

francesi a quell’epoca presenti nella città. La Sicilia infatti era<br />

assoggettata al regno di Carlo I d’Angiò.<br />

Il richiamo alla “squilla” è riferito al suono delle campane delle<br />

Chiese di Palermo, con le quali la popolazione venne chiamata<br />

all’insurrezione.<br />

5<br />

Sorpresa fra le sorprese, la Legnano dell’inno nazionale è<br />

proprio la “Lignàn lumbarda” che si trova in Provincia di Milano.<br />

Il riferimento è alla battaglia che qui si tenne il 29 maggio<br />

<strong>11</strong>76 e che decise le sorti della guerra in corso fra l’Impero<br />

Germanico di Federico Barbarossa ed i Comuni dell’Italia<br />

settentrionale che avevano dato vita alla “ Lega Lombarda”,<br />

guidata da Papa Alessandro II. Com’è noto vinse la “Lega<br />

Lombarda” ed i Comuni mantennero la loro autonomia.<br />

Chi l’avrebbe mai detto che una delle icone dei movimenti<br />

secessionisti del Nord Italia è anche il cemento che impasta<br />

l’Unità nazionale?<br />

“Son giunchi che piegano<br />

Le spade vendute: 9<br />

Già l’Aquila d’Austria 10<br />

Le penne ha perdute.<br />

Il sangue d’Italia, <strong>11</strong><br />

Il sangue polacco,<br />

Bevè, col cosacco,<br />

Ma il cor le bruciò.<br />

Stringiamoci a coorte!<br />

Siam pronti alla morte.<br />

L’Italia chiamò”.<br />

6<br />

“Ogni uom di Ferruccio ha il core, ha la mano” Francesco Ferrucci<br />

(1489-1530) condottiero di truppe al servizio della Repubblica<br />

di Firenze, difese strenuamente e con inaudito coraggio<br />

il capoluogo fiorentino dall’assedio che fra il 1529 ed il<br />

1530 l’Imperatore Carlo V d’Asburgo (Re di Spagna e Sovrano<br />

del Sacro Romano Impero) aveva portato alla città.<br />

Nonostante la sproporzione delle forze in campo, il 3 agosto<br />

1530 Ferrucci, a sorpresa, lasciò Firenze ed affrontò le truppe<br />

imperiali in campo aperto nel disperato tentativo di rompere<br />

l’assedio; ottenne un successo, ma morì in questo eroico tentativo.<br />

Firenze dovette arrendersi dieci giorni dopo, ma da allora<br />

il nome di Francesco Ferrucci è sinonimo di coraggio.<br />

7<br />

“Balilla” nulla a che vedere con il Fascismo che, anzi, si approprierà<br />

di alcuni miti fondanti risorgimentali. Il “Balilla” citato<br />

nell’inno nazionale è Giovan Battista Perasso appunto<br />

detto “Balilla”, sulla cui reale identità permangono comunque<br />

dubbi, essendo ormai identificato nell’iconografia popolare del<br />

Risorgimento, la quale vede il giovane Perasso incitare, il 5 dicembre<br />

1746, la popolazione di Genova a ribellarsi alle truppe<br />

austriache che allora avevano occupato militarmente la città,<br />

che si era alleata con Francia e Spagna. La tradizione vuole che<br />

la rivolta dei genovesi iniziasse dal lancio di un sasso contro<br />

9<br />

“Le spade vendute” sono i soldati mercenari che stavano al<br />

seguito delle truppe di occupazione, definite sprezzantemente<br />

come “giunchi che si piegano”, cioè come uomini privi di coraggio<br />

e dignità.<br />

10<br />

L’aquila d’Austria è l’aquila bicipite, simbolo della casata <strong>degli</strong><br />

Asburgo.<br />

<strong>11</strong><br />

“Il sangue d’Italia, il sangue Polacco” qui Mameli assimila<br />

le sorti del popolo italiano a quello polacco: due Nazioni<br />

che l’Austria aveva dominato e diviso. La Polonia gli austriaci<br />

l’avevano divisa con gli Zar di Russia (ecco il riferimento al<br />

“Cosacco”). E, visto che la storia si ripete, questa amara sorte<br />

i Polacchi la rivivranno nel 1939 quando, a seguito del “Patto<br />

Molotov-Ribbentrop” (dal nome dei Ministri <strong>degli</strong> esteri<br />

dell’Unione Sovietica e della Germania nazista), saranno nuovamente<br />

“smembrati” ed occupati dalle due potenze confinanti;<br />

da questa invasione iniziò la Seconda Guerra Mondiale.<br />

Infatti Inghilterra e Francia, legate alla Polonia da un trattato,<br />

quando questa venne invasa (1 settembre 1939) dichiararono<br />

guerra alla Germania.<br />

di ROBERTO ORLANDI<br />

8

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