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SettembreOttobre

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ambina», dice. «Mia madre, medico,<br />

raccomandava sempre i suoi<br />

malati a Papa Wojtyla, e quando<br />

lui era in vita, li portava qui a<br />

Roma perché li benedicesse. Mia<br />

nonna, fu compagna di scuola al<br />

liceo di Karol; la mia bisnonna si<br />

inginocchiava quando lo vedeva<br />

in televisione. Non avrei mai potuto<br />

pensare che un giorno la mia<br />

vita sarebbe stata così legata a<br />

Giovanni Paolo II».<br />

Che genere di lavoro è il suo?<br />

Aiuto il postulatore a tenere i<br />

contatti con la grande famiglia<br />

degli ammiratori e dei devoti di<br />

Giovanni Paolo II. Famiglia immensa,<br />

sparsa su tutta la terra.<br />

Monsignor Oder, come postulatore,<br />

lavora con la commissione<br />

incaricata di raccogliere e valutare<br />

tutto quello che riguarda Giovanni<br />

Paolo II. Noi invece teniamo<br />

i contatti con il pubblico, con<br />

i giornali, con la gente.<br />

Questo genere di processi erano<br />

operazioni macchinose che<br />

procedevano su binari vecchi e<br />

lenti. Un procedere imbrigliato<br />

da antiche consuetudini e lentezze<br />

burocratiche. Monsignor Oder,<br />

fin dall’inizio del suo mandato<br />

ha deciso di utilizzare tutti i mezzi<br />

moderni e i canali della comunicazione.<br />

In particolare quelli<br />

legati a Internet, la rete globale.<br />

Quindi, ha voluto che ci fosse<br />

un sito, in cui dare le informazioni<br />

sul processo in tempo<br />

reale: e la posta elettronica, attraverso<br />

la quale la gente, in qualunque<br />

parte del mondo, poteva<br />

inviare notizie e informazioni.<br />

Questo sistema ha aiutato molto<br />

il lavoro, rendendolo dinamico.<br />

Che cosa arriva in questo vostro<br />

ufficio?<br />

Di tutto. Lettere, e-mail, testimonianze,<br />

regali fatti a Papa Wojtyla,<br />

invocazioni disperate di aiuto,<br />

richieste di preghiere, una valanga<br />

di materiale. Le lettere, le<br />

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e-mail vengono lette, catalogate<br />

e conservate. Se necessario, si risponde.<br />

Quelle più significative<br />

le abbiamo pubblicate sul sito e<br />

sulla rivista. Tutti e due, rivista e<br />

sito, hanno lo stesso titolo: Totus<br />

Tuus.<br />

“Maria, ancora una volta mi affido a<br />

Te e con affetto confidente ti ripeto:<br />

sono tutto Tuo!” ha detto il 10 aprile<br />

2003, parlando ai giovani del Lazio.<br />

Cosa scrive la gente?<br />

Confida il suo amore, la sua<br />

devozione per Giovanni Paolo II.<br />

Molte lettere contengono richieste<br />

di aiuto. Le persone si rivolgono<br />

a Giovanni Paolo II come se<br />

fosse vivo. Lo chiamano per nome,<br />

“Caro Papa”, “Caro Karol”,<br />

“Caro Giovanni Paolo”, e anche<br />

“Caro papà”. Raccontano le loro<br />

pene, le sofferenze, fisiche e morali.<br />

A volte le loro tragedie. Certe<br />

lettere sono macchiate e si capisce<br />

che la persona scrivendo<br />

piangeva. Ma ci sono anche tante<br />

lettere di ringraziamento. Persone<br />

che raccontano di aver pregato<br />

il Papa e di aver ottenuto grazie<br />

importanti, guarigioni strepitose,<br />

miracoli. Nel primo anno<br />

dopo la morte del Papa, le lettere<br />

erano prevalentemente dominate<br />

dal dolore per la perdita di<br />

Giovanni Paolo, persona amatissima.<br />

Nel secondo anno invece<br />

dominavano le richieste di aiuto.<br />

Nelle lettere del terzo anno dopo<br />

la morte, prevalgono i ringraziamenti<br />

per grazie ricevute e i racconti<br />

di conversioni, di guarigioni<br />

prodigiose.<br />

C’è qualche lettera che ricorda<br />

in maniera particolare?<br />

Le ricordo tutte perché ognuna<br />

è come un brandello vivo di<br />

sofferenza e di amore. Mi commuovono<br />

soprattutto le lettere<br />

delle giovani spose che desiderano<br />

avere un figlio e non arriva.<br />

Sembra che Giovanni Paolo II,<br />

dal cielo, sia molto sensibile a<br />

questi problemi. Monsignor Oder<br />

dice che, quando sarà fatto santo,<br />

Papa Wojtyla potrebbe diventare<br />

il protettore delle mamme che non<br />

riescono ad avere figli. Sono moltissime<br />

infatti le lettere di spose<br />

che ringraziano Giovanni Paolo<br />

II perché hanno avuto la grazia<br />

di un figlio dopo cinque e anche<br />

dieci anni di attesa. Qualcuna di<br />

queste mamme a volte viene a<br />

Roma a pregare sulla tomba del<br />

Papa e poi vengono qui, nei nostri<br />

Uffici, con il bambino in braccio<br />

a farcelo vedere.<br />

Ci sono lettere che raccontano<br />

di qualche guarigione veramente<br />

prodigiosa?<br />

Molte. Le lettere sono servite<br />

proprio per conoscere le guarigioni<br />

che sono poi state studiate<br />

e utilizzate come “prove” di santità.<br />

A volte le guarigioni risultavano<br />

così strepitose che la gente,<br />

pensando che noi non si potesse<br />

credere a quanto raccontava,<br />

ci inviava anche le cartelle<br />

cliniche.<br />

Mi ha molto colpito il racconto<br />

di una donna di 50 anni. Ammalata<br />

di tumore, con metastasi diffuse,<br />

fu dimessa dall’ospedale<br />

perché potesse morire in famiglia.<br />

Lei, cosciente del suo stato,<br />

si preparava alla morte pregando<br />

Papa Wojtyla. Ma chiedeva anche<br />

aiuto, aggiungendo sempre però<br />

la frase: “Sia fatta la volontà di<br />

Dio”. Era andata perfino a com-

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