SettembreOttobre
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Insegnate/1<br />
gillata per seppellire per sempre<br />
la parola di Gesù: “dopo tre giorni<br />
risorgerò” (27,63). Ma la sua<br />
parola non può essere incatenata;<br />
quanto ha detto si realizza<br />
davvero, e l’annuncio dell’agire<br />
di Dio in Gesù riprende il suo<br />
corso. L’annuncio si divulga per<br />
mezzo delle donne che Dio ha<br />
scelto come “prime testimoni della<br />
Risurrezione di Cristo”. Un<br />
dato questo che verrà poi, purtroppo,<br />
messo in sottordine da<br />
gente ancora ammalata di maschilismo.<br />
L’attuale Papa però<br />
ha, giustamente, rivalutato il ruolo<br />
di queste prime testimoni del<br />
Signore Risorto.<br />
Andate e dite: “È risorto!”<br />
L’angelo dice alle donne:<br />
“Non abbiate paura voi. So che<br />
cercate Gesù, il crocifisso. Non<br />
è qui; è stato risuscitato come<br />
aveva detto. Andate...”. Da queste<br />
parole è chiaro che il crocifisso<br />
e il Risorto sono la stessa<br />
persona, che “il sepolto”, colui<br />
che veramente è morto, “è stato<br />
risuscitato”. Traduciamo all’attivo<br />
questo passivo teologico e<br />
avremo il primo atto di fede della<br />
comunità cristiana: “Dio lo ha<br />
risuscitato dai morti” (1Ts1,10;<br />
Rom 10,9; At 3,15; ecc.). La Risurrezione<br />
è opera di Dio ed è<br />
compimento della parola di Gesù:<br />
“come aveva detto”, così come<br />
lo è stata la sua passione<br />
(26,2) e la sua sepoltura (26,12).<br />
Un dato risulta chiaro: nessuno<br />
ha visto Gesù risorgere; nessuno<br />
ha visto uscire vivo Gesù<br />
dal sepolcro. È un atto di Dio<br />
che ha un prima e un dopo e che<br />
© Elledici / G. Schnoor<br />
perciò si inserisce negli eventi<br />
storici, ma come ogni atto di Dio<br />
può essere solo conosciuto nella<br />
fede, può essere oggetto di annuncio,<br />
non di indagine storica.<br />
Dalla storia posso solo sapere<br />
che colui che è morto e fu sepolto,<br />
è stato visto vivo dopo la<br />
morte. E soltanto chi accoglie<br />
l’annuncio nella fede, può capire<br />
perché la tomba è vuota. Non<br />
è lecito dire: “il sepolcro è vuoto,<br />
perciò è stato risuscitato”.<br />
Chi non ha fede, vedendo vuota<br />
una tomba che conteneva un cadavere,<br />
solo può dire che il suo<br />
corpo è stato rubato e nascosto altrove<br />
(28,13; Gv 20,2.13.15).<br />
Ma per chi ha fede e accoglie<br />
l’annuncio inizia una vita nuova.<br />
È il compito che viene affidato alle<br />
donne, che tende al compimento<br />
di un’altra parola di Gesù:<br />
“Presto, andate, dite ai suoi<br />
discepoli: «È stato risuscitato<br />
dai morti, vi precede in Galilea»”<br />
(28,7; 26,32). Ed esse, abbandonarono<br />
“in fretta il sepolcro<br />
e corsero a dare l’annuncio”.<br />
“Presto... in fretta”: sono parole<br />
che fanno sentire l’urgenza dell’annuncio,<br />
anche per noi che<br />
non abbiamo visto con i nostri<br />
occhi il Risorto. Anche le donne<br />
non l’avevano visto; credettero<br />
e corsero ad annunziare la sua<br />
Risurrezione. E solo mentre andavano:<br />
“Gesù venne loro incontro<br />
e le salutò”. Chi è in atteggiamento<br />
di annuncio si incontra<br />
con Gesù, per sentirsi ripetere<br />
dallo stesso Gesù il comando<br />
dell’angelo: “Andate ad<br />
annunziare ai miei fratelli che<br />
vadano in Galilea, là mi vedranno”.<br />
Una constatazione: Gesù non<br />
ha dimenticato i suoi discepoli;<br />
anche se l’hanno abbandonato,<br />
sono sempre suoi, anzi sono suoi<br />
fratelli, e ricorda loro l’appuntamento<br />
dato in precedenza (26,<br />
32). La Risurrezione fa guardare<br />
avanti.<br />
Mario Galizzi<br />
(1 - continua)<br />
1<br />
Purtroppo le traduzioni di solito vogliono<br />
uniformare il testo di Matteo a<br />
quello di Marco e Luca e traducono<br />
“all’alba del primo giorno della settimana”.<br />
Ma così si manca di rispetto al<br />
testo.<br />
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