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SettembreOttobre

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miglie». Di qui, per il Pontefice,<br />

il dovere di intensificare la solidarietà<br />

e di inventare nuovi tipi di<br />

aiuto perché «non c’è dubbio che<br />

dallo spirito cristiano attinga vitalità<br />

sempre rinnovata quel senso<br />

di solidarietà che è profondamente<br />

radicato nel cuore degli<br />

italiani e che si esprime con particolare<br />

intensità in alcune circostanze<br />

drammatiche del Paese,<br />

come nel devastante terremoto<br />

che ha colpito l’Abruzzo».<br />

Benedetto XVI ricorda con<br />

accenti addolorati e affettuosi la<br />

visita agli sfollati «e i lutti, il dolore<br />

e i disastri prodotti dal terribile<br />

sisma» e si dice ammirato<br />

«dalla fortezza d’animo di quelle<br />

popolazioni e dal movimento<br />

di solidarietà che si è prontamente<br />

avviato da tutta Italia».<br />

I vescovi hanno rinunciato, su<br />

proposta del nunzio Giuseppe<br />

Bertello, al ricevimento in nunziatura<br />

e hanno devoluto ai terremotati<br />

il corrispettivo di 10 mila<br />

euro, che si aggiungono ai milioni<br />

stanziati con l’8 per mille,<br />

a quelli donati da parrocchie e<br />

diocesi, a quelli investiti nei progetti<br />

Caritas.<br />

Ratzinger elogia la decisione<br />

della Cei e dell’Associazione<br />

bancaria italiana di lanciare il<br />

fondo di solidarietà «Prestito della<br />

speranza», che ha avuto nella<br />

solennità di Pentecoste «un momento<br />

di partecipazione corale<br />

con la colletta nazionale», che<br />

andrà a favore delle famiglie numerose<br />

rimaste senza reddito per<br />

la perdita del posto di lavoro e<br />

che può essere incrementato con<br />

offerte e donazioni di singoli e<br />

istituzioni.<br />

I lavoratori<br />

non sono una zavorra<br />

Lo studio aiuta a formare, come diceva Don Bosco, “buoni cristiani e onesti cittadini”.<br />

Sotto: un giovane all’ultima GMG, svoltasi lo scorso anno a Sydney.<br />

Dice il Card. Bagnasco nella<br />

prolusione: i lavoratori non sono<br />

«una futile zavorra» con la quale,<br />

«talora in tempi e modi alquanto<br />

sbrigativi», si può «alleggerire<br />

la nave» quando, contraendosi<br />

gli ordinativi e le commesse,<br />

«le imprese azionano la<br />

leva occupazionale». Da uomo<br />

cresciuto in una città di mare,<br />

della quale nel settembre 2005 è<br />

diventato pastore, l’arcivescovo<br />

di Genova invita a «non alleggerire<br />

la nave» dei lavoratori, come<br />

se si trattasse di «una futile<br />

zavorra». Contro le voci governative<br />

«che si arrischiano in previsioni<br />

rasserenanti», denuncia<br />

che la crisi intacca in maniera<br />

«diretta e cruenta la solidità delle<br />

famiglie», per le quali auspica<br />

«un fisco più equo»; che a patire<br />

«le maggiori ripercussioni<br />

sono i precari»; che la disoccupazione<br />

intacca «anche le zone a<br />

più radicata tradizione industriale»;<br />

che il lavoro flessibile<br />

registra «un brusco aumento con<br />

la perdita dei posti di lavoro non<br />

garantiti»; che il lavoro stabile<br />

conosce «l’inquietudine della<br />

cassa integrazione»; che «gli ammortizzatori<br />

sociali sono davvero<br />

modesti». Chiede a politici,<br />

imprenditori e sindacati «di ricercare<br />

valide soluzioni alla crisi<br />

occupazionale e di creare nuovi<br />

posti di lavoro».<br />

Riscoprire la sobrietà<br />

Queste situazioni «appesantiscono<br />

il tessuto sociale, allargano<br />

le disuguaglianze, riducono<br />

la serenità della gente». La crisi<br />

ha gli effetti più deleteri «sull’anello<br />

più debole della popolazione<br />

e sull’economia già pre-<br />

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