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02 frontespizio - Richard & Piggle

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38 D. Lucarelli: Prima della tempesta? La prepubertà: problematiche psichiche e approccio clinico<br />

tempesta piuttosto che dover arrivare, sembra essere già in atto. Il problema<br />

resta quello di ogni analisi: che ciò che il paziente (in questo caso il suo prepubertario)<br />

ci comunica possa essere ricevuto, accolto e trasformato dall’analista<br />

(e da quegli aspetti del suo funzionamento che rimandano al suo prepubertario)<br />

che, in tal modo, offre il proprio funzionamento a sostegno di<br />

quello ancora immaturo o ostacolato del paziente. Si tratterebbe, quindi, di<br />

lavorare su questo ‘campo’ comune e sulle eventuali macchie cieche che vi si<br />

possono incontrare e, piuttosto che preoccuparsi del lavoro interpretativo<br />

dei contenuti, potrà essere, talvolta, importante verbalizzare gli affetti in<br />

gioco. Il transfert sarà presente, ma piuttosto che essere interpretato potrà<br />

essere utilizzato per una migliore comprensione del paziente.<br />

A tale riguardo, ricordo un divertente ed eloquente episodio raccontato<br />

da A. Ferro (1998, pag. 59), relativo a un paziente a cui aveva fatto un’interpretazione<br />

di transfert molto satura: “Ho visto in televisione degli esperti<br />

– gli disse il paziente – che tagliavano un uovo a fette per vedere come era<br />

fatto dentro: peccato, così hanno impedito al pulcino di nascere!”. Talvolta i<br />

preadolescenti hanno bisogno, piuttosto che di essere guardati troppo<br />

approfonditamente, di essere aiutati a rimanere, finché necessario, un po’ al<br />

riparo da tutti i cambiamenti che hanno cominciato ad avvenire in loro, un<br />

po’ come con un mantello magico come quello di Harry Potter, fino a quando<br />

“il corpo non possa imporsi alla loro mente” (Busato, ivi, pag. 147).<br />

Permettetemi di concludere con una notizia curiosa: qualche tempo fa i<br />

giornali hanno annunciato che i ricercatori dell’Università di Pittsburgh<br />

hanno scoperto il gene che dà il via ai cambiamenti ormonali che introducono<br />

i bambini nell’adolescenza e lo hanno chiamato: “Kiss 1”. Noi abbiamo<br />

qui cercato di percorrere i processi psichici che precedono e accompagnano<br />

l’accensione di questo interruttore molecolare e abbiamo potuto vedere come<br />

essi siano in realtà molto complessi. Ho tentato, con l’aiuto di Harry Potter,<br />

di tratteggiare alcune caratteristiche specifiche di quest’età tutt’altro che<br />

definita, ma carica di tensioni, che separa e unisce la latenza e l’adolescenza,<br />

attraversando la quale si dovrebbe poter arrivare, infine, al ‘primo bacio’,<br />

dopo essere stati in grado naturalmente di evitare, ove necessario con il<br />

nostro aiuto, quello dei Dissennatori!<br />

Riassunto<br />

L’autrice propone una lettura dei primi tre romanzi di Harry Potter di J.K. Rowling<br />

come una ricca metafora delle fantasie delle angosce e dei desideri che animano<br />

la preadolescenza. Questa fase dello sviluppo, che non ha un suo ambito definito e<br />

che si colloca tra la pubertà e l’adolescenza, è caratterizzata dalla diffusa inquietudine<br />

connessa all’aggiustamento psichico che accompagna le prime trasformazioni<br />

puberali. Il mondo di Harry Potter e dei suoi compagni ben rappresenta le complesse<br />

sfaccettature psicologiche ed evolutive del periodo cronologico che comprende gli<br />

<strong>Richard</strong> e <strong>Piggle</strong>, 16, 1, 2008

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