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SASSARI MEDICA n. 1/2 - OMCeO Sassari

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la maggioranza politica di governo<br />

della nostra Regione, perché è nuovo<br />

e qualificato l’assessore che rappresenta<br />

la Giunta.<br />

Ma forse ancora di più perché è<br />

entrata nella coscienza generale la<br />

consapevolezza che il procedere<br />

delle politiche federalistiche nazionali<br />

modifica sostanzialmente le condizioni<br />

strutturali del Sistema Sanitario<br />

e pone anche il Sistema Sanitario<br />

della nostra Regione di fronte ad un<br />

bivio di sopravvivenza.<br />

Siamo chiamati ad adeguare la<br />

qualità delle prestazioni che offriamo<br />

al cittadino, perché questo è l’unico<br />

modo che abbiamo per evitare che il<br />

cittadino cerchi altrove le risposte al<br />

proprio bisogno di salute e condanni<br />

così il sistema alla morte lenta.<br />

Sappiamo benissimo che quella<br />

terna di paroline “appropriatezza, efficienza<br />

ed efficacia” inflazionata nei<br />

nostri convegni scientifici, ha in<br />

realtà nel cittadino il verificatore<br />

sempre più informato e consapevole.<br />

Ed è dunque proprio con il cittadino<br />

che noi medici ribadiamo la<br />

forza del nostro “Patto per la buona<br />

salute”: consideriamo i medici centrali<br />

nel funzionamento del sistema<br />

della salute, ma sappiamo benissimo<br />

che la nostra centralità è seconda a<br />

quella del paziente, per il quale il sistema<br />

nasce e funziona.<br />

Solo l’alleanza stretta tra il medico<br />

e il paziente può dare ad entrambi<br />

quella forza indispensabile perché la<br />

loro voce univoca possa davvero<br />

supportare il miglioramento qualitativo<br />

del sistema.<br />

Quella alleanza che era ben nota a<br />

Sandro Ricchi e alla sua equipe,<br />

morti sui Sette Fratelli, che era ben<br />

nota a Roberta Zedda, ammazzata a<br />

Solarussa: eroi dicono i giornali. E io<br />

aggiungo “eroi involontari”, ma non<br />

certo “eroi per caso”.<br />

È una precisazione ovvia, ma anche<br />

indispensabile. Spesso sono state<br />

rivolte accuse alla “corporazione medica<br />

arroccata nella difesa dei propri<br />

privilegi”. Personalmente non credo<br />

che esista una corporazione medica e<br />

forse neppure i privilegi.<br />

È però vero che qualche volta noi<br />

medici tendiamo a considerare la sanità<br />

come una cosa nostra, indignati<br />

che altri se ne occupino con scelte<br />

che calano come mannaie sulle nostre<br />

teste, ma dall’altra parte troppo<br />

impegnati per poter davvero dedicare<br />

una parte del nostro tempo allo studio<br />

e all’elaborazione progettuale<br />

che è comunque indispensabile per<br />

poter avere la pretesa di guidare<br />

qualsiasi politica di cambiamento.<br />

E altrettanto onestamente dobbiamo<br />

ammettere che succede che talora<br />

pensiamo (a torto!) di rappresentare<br />

gli interessi dei nostri pazienti<br />

meglio di quanto possano fare loro<br />

stessi, dimenticandoci che ogni qual<br />

volta perdiamo il contatto con i pazienti,<br />

ogni qual volta i nostri pazienti<br />

non capiscono le motivazioni<br />

delle nostre scelte, beh, inevitabilmente<br />

si riduce la nostra forza, aumenta<br />

il nostro isolamento, si moltiplicano<br />

le nostre divisioni.<br />

Quelle divisioni interne della professione<br />

che per tanto tempo sono<br />

state abilmente utilizzate per tenere i<br />

medici fuori da ogni elaborazione<br />

progettuale concernente la sanità.<br />

Se un merito può essere ascritto a<br />

questa classe dirigente ordinistica<br />

sarda, con tutti i suoi limiti strutturali<br />

e contingenti, è quello di non essere<br />

caduta nel tranello delle divisioni, di<br />

non aver abboccato alla logica delle<br />

appartenenze politiche, di non aver<br />

aspettato all’uscio dei potenti, di raccogliere<br />

la propria parte con il capello<br />

teso.<br />

A nome e per conto della professione<br />

medica sarda abbiamo fatto<br />

una scelta coraggiosa e scomoda:<br />

quella di porci come interlocutori attenti<br />

della parte politica, prendendoci<br />

carico per intero delle nostre responsabilità,<br />

senza passare all’incasso<br />

manifestazione<br />

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