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Marino Meazzi ci ha lasciato - Dismamusica

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Rassegna STAMPA<br />

Cimeli musicali ai Seminole<br />

La notizia è di quelle “ghiotte”: la corrispondente del Corriere<br />

della Sera a New York Alessandra Farkas racconta sul numero<br />

del quotidiano in edicola l’8 dicembre scorso che “il popolo<br />

di Nativi Americani si è preso una storica rivin<strong>ci</strong>ta, morale e<br />

finanziaria, sui terribili visi pallidi”. Che cosa è successo? È<br />

successo che il 7 dicembre il gruppo britannico Rank <strong>ha</strong> annun<strong>ci</strong>ato<br />

la prossima vendita dei suoi bar e dei suoi casinò<br />

(quelli con il mitico marchio Hard Rock Café) alla tribù indiana<br />

Seminole: una tribù che conta <strong>ci</strong>rca 30.000 membri sparsi tra<br />

le riserve della Florida e dell’Oklahoma, l’unica tribù –sottolinea<br />

la Farkas– che non <strong>ha</strong> mai firmato un trattato uffi<strong>ci</strong>ale di<br />

pace con il governo degli Stati Uniti.<br />

Di fatto i Seminole avrebbero “sgominato la concorrenza di numerosi gruppi finanziari ‘oc<strong>ci</strong>dentali’, accalappiandosi<br />

uno dei marchi di musica” più famosi del mondo. L’acquisizione da parte dei Seminole (resa possibile dall’enorme<br />

ricchezza che la tribù <strong>ha</strong> accumulato negli ultimi vent’anni attraverso la gestione dei casinò) interessa 124 locali Hard<br />

Rock Café sparsi in 45 Paesi del mondo, l’intera collezione di <strong>ci</strong>meli musicali di culto custoditi dai Rock Café (la prima<br />

donazione si deve a Eric Clapton, che nel 1979 regalò al Café di Londra una chitarra Red Fender Lead II) e 68 tra<br />

ristoranti e negozi di proprietà del gruppo negli USA, in Canada, in Europa, in Australia e a Porto Rico.<br />

“Gli spiriti dei nostri avi sono stati vendicati”, avrebbe commentato Mitchell Cypress, Presidente del Consiglio tribale<br />

dei Seminole.<br />

Censimento sulla distribuzione<br />

degli strumenti musicali<br />

di Caterina De Gregori<br />

Il mensile Music Biz di dicembre<br />

parla della conferenza stampa tenutasi<br />

a Milano in merito al primo<br />

censimento della distribuzione degli<br />

strumenti e delle edizioni musicali<br />

in Italia (vedi servizio sul numero<br />

dello scorso dicembre di DISMA-<br />

MUSICA MAGAZINE) e ne riassume<br />

sinteticamente i dati più rilevanti: “I<br />

negozi che trattano strumenti musicali<br />

sono risultati 1.000 (…) solo il<br />

49% dei negozi effettua attività di<br />

promozione con dimostrazioni dei<br />

prodotti (58%) e attraverso fiere locali<br />

(48%). Più diffuse le attività di<br />

comunicazione e pubbli<strong>ci</strong>tà (73%),<br />

con il 26% che sceglie le pagine<br />

gialle e il 17% la stampa locale. Fra gli strumenti più trattati la parte del leone<br />

la giocano le chitarre acustiche (89%) e quelle elettriche (83%), che sono anche<br />

i prodotti più venduti”.<br />

Confusione di <strong>ci</strong>fre<br />

M&D Musica e Dischi di gennaio approfondisce,<br />

sempre a proposito del Rapporto 2006 sull’Economia<br />

della musica in Italia (vedi anche pagina a<br />

fronte), il tema di una contestazione “dall’interno”<br />

che <strong>ha</strong> movimentato la conferenza di presentazione della ricerca: “la ‘patata<br />

bollente’ riguarda il dato relativo ai consumi di musica digitale, il cui<br />

tasso d’incremento è stato valutato nella misura del 101%, per un valore<br />

complessivo di 283.162.000 Euro”.<br />

Musica & Dischi ricorda che a contestare il dato dei consumi digitali è intervenuto<br />

duramente Claudio Buja, vicepresidente di uno dei tre sponsor<br />

della ricerca, la FEM (Federazione Editori Musicali). Buja <strong>ha</strong> definito il dato<br />

“pesantemente sovrastimato”, soprattutto “alla luce degli scarsi introiti<br />

riconos<strong>ci</strong>uti all’industria musicale dai gestori della telefonia mobile, che<br />

falserebbe il quadro complessivo della ricerca offrendo un panorama sostanzialmente<br />

ottimistico – e non corrispondente alla realtà – dell’attuale<br />

situazione di mercato”. Se il caso sembrava chiuso già in conferenza con<br />

la replica del coordinatore della ricerca Andrea Ordanini, il quale <strong>ha</strong> sottolineato<br />

che i dati erano stati forniti dai carrier della telefonia, in realtà<br />

è stato effettuato un successivo approfondimento che <strong>ha</strong> dato maggiore<br />

evidenza alla disomogeneità dei dati stessi.<br />

Il Presidente della FEM Paolo Corsi, interpellato al riguardo da Musica &<br />

Dischi, <strong>ha</strong> voluto chiarire che, benché il senso della ricerca nel suo complesso<br />

non ne sia infi<strong>ci</strong>ato, “sono<br />

stati nel caso del digitale presi in<br />

considerazione anche servizi che<br />

non <strong>ha</strong>nno nella musica spe<strong>ci</strong>fico<br />

centro d’interesse, ma di cui la musica<br />

costituisce solo una parte trascurabile<br />

senza peraltro fornire alcun<br />

introito agli operatori del nostro<br />

settore”.<br />

“Per il futuro”, afferma Corsi, “cercheremo<br />

di stimolare, anche attraverso<br />

un maggiore contatto fra il<br />

mondo accademico, gli studenti e<br />

l’industria della musica, una sempre<br />

più inequivocabile chiarezza nella<br />

lettura dei dati”.<br />

Rischia di sparire il negozio<br />

di musica più vecchio del mondo<br />

Il negozio di musica più vecchio del mondo (accreditato come tale dal Guinness<br />

dei Primati) si chiama Spinners Record, è in funzione dal 1894 e si trova<br />

a Cardiff, in Inghilterra. La sua esistenza, però, sarebbe messa seriamente<br />

a repentaglio dall’astronomico aumento di affitto, pari al 50%, chiesto ai<br />

titolari del negozio. Ne dà notizia l’Agenzia ANSA (1 dicembre 2006) facendo<br />

presente che, per cercare di impedire la scomparsa del negozio, si stanno<br />

attivando de<strong>ci</strong>ne di rockstar e politi<strong>ci</strong>.<br />

Second Hand Guitars las<strong>ci</strong>a il segno<br />

Il mensile InSound di gennaio ospita un commento entusiastico di<br />

Piero Chianura sull’edizione dello scorso novembre di Second Hand<br />

Guitars, la manifestazione che Chianura dice di avere visitato accompagnato<br />

dal catalogo “realizzato da Gianni Cameroni, Uffi<strong>ci</strong>o<br />

Stampa Disma”: “… è sorprendente come la gente riesca ad aggregarsi<br />

intorno all’SHG quasi spontaneamente e da diverse aree di<br />

provenienza. Intendiamo<strong>ci</strong>: SHG non prevede la straordinaria parte<strong>ci</strong>pazione<br />

di eroi del mondo chitarristico, almeno non da cartellone.<br />

E la particolarità è proprio questa. SHG è il luogo dove è possibile<br />

condividere la passione per lo strumento (chitarra, basso, ampli o<br />

accessori d’ogni genere, usati e nuovi) potendo anche fare affari,<br />

<strong>ci</strong>oè comprare qualcosa a un prezzo conveniente. A proposito, a<br />

questa edizione sembrano essere tornati gli scambi, le permute e i<br />

baratti di una volta, grazie alla qualità degli strumenti usati esposti<br />

e ai prezzi molto più ragionevoli rispetto alle passate edizioni”.<br />

“…nei pochi spazi liberi dell’Alcatraz”, conclude Chianura, “prendevano<br />

posto i privati con i loro strumenti in vendita, così che la grigia domenica<br />

milanese diventava, per chi varcava la porta di ingresso, una<br />

spe<strong>ci</strong>e di casbah chitarristica: quel mix di<br />

solle<strong>ci</strong>tazioni sensoriali che rendono il Second<br />

Hand Guitars così spe<strong>ci</strong>ale”.<br />

Mix di materiali<br />

non tradizionali<br />

per i violini del futuro?<br />

È Armando Torno, sul Corriere della Sera del 5 dicembre,<br />

a parlare del costruttore statunitense di<br />

imbarcazioni Douglas Martin: “Quest’uomo è convinto<br />

che si può migliorare il suono dei violini e di<br />

altri strumenti utilizzando materiali non tradizionali<br />

e sovvertendo le antiche regole”.<br />

Nel 2005 Martin, che costruisce violini in legno di<br />

balsa e fibra di grafite, “<strong>ha</strong> presentato un suo prototipo,<br />

il Balsa 4, in occasione di un workshop annuale<br />

all’Oberlin College, organizzato dalla Violin<br />

So<strong>ci</strong>ety of America. Ebbene: quando lo strumento<br />

<strong>ha</strong> eseguito dei brani le sue qualità di suono <strong>ha</strong>nno las<strong>ci</strong>ato la platea di stucco”. E Joseph Curtin,<br />

direttore di quel workshop, avrebbe dichiarato che dopo la produzione di Martin “il violino tradizionale<br />

è diventato obsoleto”.<br />

Se l’affermazione può sembrare azzardata, “Di certo dall’Australia alla Germania è in corso una ricerca<br />

per ottenere un suono sempre migliore nella realizzazione degli strumenti a corde. (…) in un<br />

recente convegno in Germania, Martin Schleske, celebre liutaio di Monaco di Baviera, <strong>ha</strong> affermato:<br />

‘Il legno <strong>ha</strong> esaurito il suo potenziale nella prima metà del XVIII secolo. Non c’è dubbio che se<br />

Stradivari fosse vivo, con la sua curiosità innovativa avrebbe già scoperto le promettenti proprietà<br />

acustiche delle fibre in grafite, dando inizio a una nuova età dell’oro del violino’ ”.<br />

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