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teatro di STEFANIA DE CESARE da non perdere a gennaio Platonov di Anton Cechov con Alessandro Haber La storia di un Don Giovanni abulico e privo di volontà La bella utopia di e con Moni Ovadia Il percorso del Comunismo, da utopia irrealizzabile a distopia realizzata: l’Unione Sovietica TEATRO ARIOSTO E’ iniziata la realizzazione del grande “affresco” dell’artista TEATRO americano VALLI nella DAL 23 AL 25 DAL 9 ALL’11 Biblioteca Panizzi. Dal 22 giugno il cantiere sarà aperto al pubblico Gomorra di Roberto Saviano e Mario Gelardi Il discusso viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della camorra tratto dal’omonimo romanzo TEATRO ASIOLI IL 20 La Turnata di Nicola Bonazzi con Mario Perrotta Uno spaccato di realtà all’interno del marcio dell’immigrazione italiana in Europa CASTELLARANO IL 29 Un’epoca di sogni e inganni Al Teatro Valli, uno spaccato di vita che ironizza sull’utopia del Comunismo Sopra la locandina; a destra Moni Ovadia Un tempo era l’antagonista al capitalismo, oggi è diventata solo una Bella utopia e va in scena al Teatro Municipale “Romolo Valli” di Reggio Emilia. Lo spettacolo in prosa, sottotitolato “Lavoratori di tutto il mondo ridete”, ha come soggetto proprio la rappresentazione del Comunismo che da utopia irrealizzabile si trasforma in una distopia realizzata: l’Unione Sovieta. La “Città del Sole” già tramutatasi in sistema statuale si trasforma nell’incubo di quel sogno, un inganno burocratico che ha segnato una delle epoche più buie della storia europea. La “Bella utopia” viene riproposta in uno spettacolo diretto da Moni Ovadia e la Stage Orchestra, diviso in tre spettacoli composti da canzoni, musiche, memo- [12] - il mese gennaio \2009 rie, poesie, confessioni ed immagini che danno voce agli uomini e alle donne che vissero quell’epoca in prima persona. “Lo spettacolo - spiega Moni Ovadia - si propone, nei limiti della rappresentazione scenica, di restituire profondità e dignità agli esseri umani, comunisti e non, che ebbero la sorte di nascere ed esistere nella Russia Sovietica”. Tre sono le date previste per gennaio: venerdì 9 e sabato 10 alle ore 21. Domenica 11 alle ore 15,30. L’opera teatrale affonda le sue radici nel libro omonimo del 2007 che vede come autore sempre Moni Ovadia. L’opera contiene uno spaccato della vita nell’Unione sovietica attraverso il punto di vista della storiella satirica, in particolare di quella di tradizione ebraica. Brevi racconti spesso molto duri contro personalità famose o contro l’intero regime. Rivoluzione, comunismo, utopia, tragedia ma anche risate e satira. Lo stesso percorso riassume anche l’opera teatrale. Miscelando Karl Marx e Groucho Marx ovvero ideologia politica e comicità, Ovadia realizza uno spettacolo storicamente documentato con spunti comici, una sorta di sintesi dei rapporti tra l’Unione Sovietica e l’ebraismo. è l’autore stesso a definirlo di “un umorismo paradossale e critico che permette di guardare dritto negli occhi della Medusa senza rimanere pietrificati”. Info: www.iteatri.re.it tel. 0522 458854 Bimbi a teatro Prosegue ricca di spettacoli entusiasmanti la programmazione dell’Ariosto dedicata ai più piccoli, “Domeniche a Teatro”. Girovago e la Rondella Family l’11 gennaio alle 17, presentano un’originale parodia del circo, con animali di gommapiuma e marionette di cartapesta con il loro “Circolo poetico”. Il 18 alle ore 15 e alle 17,30, è in scena il teatro d’attore con “Il gatto e gli stivali” del Teatro Kismet. L’1 febbraio: danza, teatro interattivo e multimediale con “Farfalle “ alle 15,30 e alle 17. Info: www.iteatri.re.it
La banalità del male di Paola Bigatto Hannah Arendt punta il dito contro l’Olocausto accusando l’intero popolo tedesco di omertà e ipocrisia TEATRO BOIARDO IL 27 Omaggio a Brassens di e con Nanni Svampa Un raffinato omaggio di Svampa dedicato al grande poeta umorista della canzone europea, sua eterna passione L’ALTRO TEATRO IL 9 Operetta al Valli Tornano le atmosfere dell’operetta al Teatro Valli. In scena il 16 e il 17 gennaio alle 21 e il 18 alle 15.30 la Compagnia Italiana di Operette con “Ballo al Savoy” di A. Grunwal e F. Lohner Beda, con Umberto Scida, Elena D’Angelo e Armando Carini. Ambientato negli anni ‘30 a Nizza, nel salone di casa Faublas si festeggiano il marchese Aristide (tenore) e la sua sposina Maddalena (soprano) di ritorno dal lungo viaggio di nozze, ma le cose si mettono male a causa di un telegramma di Tangolita,danzatrice ex fiamma di Aristide... La musica è di Paul Abraham e direttore d’orchestra è Orlando Pulin: abbondano i fox-trot e le danze latino-americane fra tango e paso doble. Non manca il valzer, sia nella forma classica, sia in quella definita “English Waltz”. [E.B] Info: 0522 458854 Il Platònov di Cechov è all’Ariosto Dal 23 al 25 gennaio: Haber incarna un Don Giovanni incapace di amare Al Teatro Ariosto di Reggio Emilia, dal 23 al 25 gennaio, Alessandro Haber porta in scena Platònov, l’opera postuma di Cechov. Il drammaturgo russo ci presenta un Don Giovanni che si porta addosso l’odore della morte e che ha smesso da tempo di amare la vita. La rielaborazione del celebre personaggio da parte di Cechov cala lo spettatore nella scena della provincia russa battuta da una forte crisi economica, in cui l’aristocrazia militare cede Alessandro Haber il passo a un ribaltamento dell’intero sistema politico e sociale, lasciando ben poco spazio ai rapporti umani. Sullo sfondo di una sonnolenta città di provincia, è l’aridità dell’animo di questo anti-eroe a fare da perno alle vicende di tutti i personaggi secondari, ognuno dei quali ha perso ogni certezza a causa dei fattori che hanno ribaltato il loro mondo, e sopravvivono soltanto. Temi attuali e contemporanei, tant’è che il Platònov di Haber è ambientato in Germania durante il periodo della caduta del Muro Ballando il Don Chisciotte di Berlino, mettendo in scena così il personaggio più beckettiano di Cechov. Un uomo privo di valori e morale, in cui l’aridità dei sentimenti ha lasciato spazio all’opportunismo con cui gli altri si rapportano con lui , sfruttandoli in modo autoreferenziale. Ma Platònov è un Orfeo moderno e conduce i suoi comprimari, con la lucidità della disillusione, verso il baratro entro cui stanno affondando e di cui sarà, consapevolmente, la prima vittima. Il dramma di Cechov, adattato nella versione italiana da Nanni Garella e Nina Tchechovskaja, ha la struttura di una sceneggiatura cinematografica che incanta. E’ l’opera che il drammaturgo russo infatti, ha lasciato incompiuta per “eccesso di materia”: l’adattamento italiano concede allo spettatore un ritmo incalzante, racchiudendo in una battuta l’intero universo di Platònov. Un’opera che raramente viene rappresentata in Italia, portata sul palco dalla bravura di uno dei migliori attori di teatro del nostro tempo che si propone con la vivacità del cinema. [Alessia Savi] Info: 0522 458854 Il Balletto dell’Opera di Kiev e le coreografie di Pepita al Valli il 13 gennaio Denis Matvienko, primo ballerino dell’Opera di Kiev Per gli amanti della tradizione del balletto classico martedì 13 gennaio (ore 21) è in cartellone presso il Teatro Valli di Reggio Emilia la versione più celebre di Don Chisciotte: quella del coreografo Marius Petipa sulla musica di Léon Minkus. Basata sul famoso romanzo di Miguel de Cervantes dal titolo “Don Chisciotte della Mancia”, la coreografia narra del tentativo infruttuoso di un uomo molto ricco, Gamache, di sposare la bella Kitri che invece si innamora di Basil, un giovanotto del villaggio. Ad interpretare l’intreccio amoroso sarà ospite il Balletto dell’Opera di Kiev, la storica compagnia nata ufficialmente il 18 ottobre 1931. Dal 1992 al 2000 la compagnia è stata diretta dal coreografo ucraino, Anatolij Shekera, che ha svolto un ruolo di primaria importanza nello sviluppo del balletto ucraino. Oggi è guidata da Viktor Yaremenko, Artista Emerito del Popolo Ucraino, uno dei più importanti solisti dell’attuale Compagnia. Ha debuttato come coreografo nella produzione di Shéhérazade di Rimskij-Korsakov alla quale sono seguiti nuovi allestimenti di Corsaro, Petrushka e Raymonda. [Greta Ronchetti] Info: 0522 458854 www.iteatri.re teatro
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