Ghiaroni-Giulia-Violenza-assistita-intrafamiliare
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[…] la paura di sentire strillare, del rumore della penna che cade, […], il piacere<br />
scomparso di stare con gli altri […]” (Rosselletti, 2010, pag. 16).<br />
I bambini, che assistono a episodi di violenza, possono mostrare senso di colpa per il<br />
fatto di sentirsi “privilegiati”, quando non vittimizzati direttamente, rispetto ai familiari<br />
che subiscono percosse e minacce; contemporaneamente, i minori possono percepirsi<br />
come responsabili di tale violenza, perché “bambini cattivi”, e di conseguenza sentirsi<br />
impotenti e incapaci di comprendere e modificare il contesto in cui vivono.<br />
Di Blasio (2000), parlando di violenza domestica e di conflitti coniugali, sottolinea il<br />
fatto che l’attribuzione della causa degli eventi a fattori interni a sé, stabili e duraturi, da<br />
parte del bambino, costituisce l’insieme di condizioni più negative e che l’esperienza di<br />
impotenza ripetuta riduce, fino ad annullare, le risorse e le capacità di coping (saper<br />
affrontare le situazioni problematiche), inducendo forti sentimenti di fallimento.<br />
Talvolta, i bambini possono sviluppare comportamenti adultizzati di accudimento<br />
verso uno o più membri del nucleo familiare, adottando diverse strategie, quali andare a<br />
controllare chi suona alla porta, rispondere al telefono, filtrare le chiamate e i contatti<br />
con il maltrattante, difendere la madre o i fratelli dalle percosse, col rischio di riportare<br />
loro stessi danni fisici 3 .<br />
I bambini in età scolare possono, inoltre, essere terrorizzati all’idea di uscire di casa,<br />
in quanto, in loro assenza, la madre potrebbe venire picchiata. Ciò determina problemi<br />
anche a livello scolastico, quali assenteismo e problemi di comportamento nei confronti<br />
dei pari (Jaffe et al., 1990).<br />
Nella maggior parte dei casi, però, il bambino tende a diventare compiacente verso<br />
l’uno o l’altro genitore e a prenderne le parti; nel fare ciò è costretto a dire bugie.<br />
Accade frequentemente che i minori considerino responsabile delle tensioni familiari la<br />
figura materna e si sentano legittimanti, dal maltrattante, a denigrarla e a svalutarla.<br />
In adolescenza aumentano i comportamenti devianti e delinquenziali, quali fughe da<br />
casa, bullismo, violenza nei rapporti sessuali, e i sintomi depressivi, che possono portare<br />
a tentativi di suicidio.<br />
Nelle situazioni di separazione, soprattutto i figli adolescenti mettono in atto<br />
comportamenti violenti e aggressivi nei confronti di madre e fratelli, come a voler<br />
sostituire il padre nel controllo e nei tentativi di coercizione. Ciò a causa<br />
3 Drei N. (2008). La violenza <strong>assistita</strong>: un maltrattamento “dimenticato” –Dati epidemiologici ed analisi<br />
del contesto. Disponibile in http:// www.perglialtri.it.<br />
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