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30 <strong>Campo</strong> de’ <strong>fiori</strong><br />
Chi è San Bonaventura da Bagnoregio<br />
IL SANTO PIU’ AMATO DA PAPA RATZINGER<br />
La polemica sugli ordini mendicanti<br />
...continua dal numero 69<br />
La coscienza di questa<br />
responsabilità<br />
storica, che fu ben<br />
presto comune con<br />
maggiore o minore<br />
intensità a tutto<br />
l’Ordine, rendeva<br />
ancor più aspra,<br />
quindi, ed accanita la<br />
di Secondiano Zeroli decisione di coloro<br />
che volevano l’osservanza<br />
rigorosa della Regola e del<br />
Testamento, ad ogni costo e senza attenuazioni,<br />
imponendola perciò a chiunque<br />
fosse entrato nell’Ordine – e questi si dissero<br />
Spirituali - mentre più forte si levava<br />
l’opposizione di coloro che in perfetta<br />
buona fede, proprio per gli alti e importanti<br />
compiti che il movimento francescano<br />
doveva svolgere, volevano assicurarsi<br />
con privilegi papali, maggiore libertà d’azione,<br />
disponibilità – sia pur controllata e<br />
non diretta – di mezzi anche finanziari,<br />
mostrando con edifici solenni e grandiosi il<br />
proprio rigoglio ed il proprio successo.<br />
Erano i più numerosi; e non a caso vollero<br />
ed ebbero nome di comunità. Ne vennero<br />
vivacissimi contrasti che ebbero episodi di<br />
accanimento e drammaticità eccezionali.<br />
Nel culmine di questa lotta, nel 1247, veniva<br />
eletto ministro generale Giovanni da<br />
Parma. Era questi uomo di vita assai proba<br />
il cui prestigio era universalmente apprezzato<br />
e riconosciuto dalle due parti in contrasto;<br />
anche se il suo rigore di vita e la<br />
sua formazione culturale, lo indicavano<br />
come assai favorevole ai rigoristi, agli<br />
Spirituali. Giovanni aveva certo degli<br />
Spirituali il senso altissimo, anzi drammatico,<br />
della sua responsabilità di fronte ai<br />
Papi, ai confratelli, ai fedeli; e degli<br />
Spirituali, condivideva anche la convinzione<br />
di una missione provvidenziale, affidata<br />
da Dio ai Minori. Ma comprendeva anche<br />
l’importanza dei problemi organizzativi,<br />
delle esigenze varie e molteplici che proprio<br />
quella missione rendeva più urgenti<br />
ed inevitabili. Perciò se da un lato emanò<br />
Gioacchino da Fiore<br />
una serie di norme rivolte tutte a mantenere<br />
e ad imporre il rispetto rigoroso della<br />
Regola ed un’obbedienza assoluta alle<br />
gerarchie dell’Ordine, dall’altro dedicò la<br />
più grande parte del suo tempo a viaggi,<br />
per visitare ad uno ad uno i conventi nei<br />
paesi più diversi, non senza preoccuparsi<br />
di mantenere i migliori rapporti possibili<br />
con la Curia Romana, unendo così a fermezza<br />
di governo una acuta capacità di<br />
rendersi conto ed a provvedere alle più<br />
diverse necessità che di volta in volta si<br />
potevano manifestare tra i suoi frati. Così<br />
rivolse ogni sua<br />
attenzione ai problemi<br />
della cultura,<br />
dando prova di equilibrio<br />
e buon senso,<br />
in una delle più<br />
drammatiche vicende<br />
della vita culturale ed<br />
insieme religiosa<br />
d’Europa nel secolo<br />
XIII: la lotta tra maestri<br />
regolari e secolari<br />
nell’Uni-versità di<br />
Parigi. Questa lotta,<br />
cominciata nel 1252,<br />
raggiunse il suo culmine<br />
nel ’54, con la<br />
pubblicazione dello<br />
“Introductorius in<br />
Evangelium aeternum”<br />
di Grado da<br />
Borgo San Donnino,<br />
in cui il profetiamo,<br />
favorevole ai francescani<br />
e ai domenicani,<br />
veniva inquadrato<br />
sotto l’influenza delle<br />
opere e del pensiero del grande abate<br />
calabrese Gioacchino da Fiore, ad interpretare<br />
le vicende di tutta la Chiesa, anzi<br />
dell’umanità. Tuttavia l’occasione di sferrare<br />
un colpo decisivo ai mendicanti fu quando<br />
l’Università emanò un decreto che di<br />
fatto toglieva ai domenicani una cattedra<br />
universitaria. Francescani e domenicani<br />
che avevano due cattedre ciascuno, si<br />
ritennero ingiustamente colpiti e si appellarono<br />
al Papa che era Innocenzo IV, il<br />
quale chiese tempo per studiare a fondo il<br />
problema. Ed il problema era effettivamente<br />
molto complicato, giacchè implicava<br />
un giudizio di condanna o di assenso al<br />
meraviglioso sviluppo che avevano avuto i<br />
due Ordini.<br />
La forza dei maestri mendicanti derivava<br />
dal fatto che i pontefici potevano meglio<br />
fidarsi del loro zelo ad ottemperare alle<br />
regole ed a svolgere con più alto magistero<br />
la loro missione. I vescovi erano il più<br />
delle volte ultra politicizzati, amanti degli<br />
agi e della bella vita,<br />
ambiziosi, poco restii a<br />
sottostare alla disciplina<br />
di Roma. E’ forse per<br />
questo che i mendicanti<br />
erano esentati dalla soggezione<br />
ai vescovi, fin<br />
dal 1231, per volontà di<br />
Innocenzo IV, che rese<br />
più completo e meglio<br />
funzionale il privilegio<br />
concesso da Gregorio<br />
IX. L’antagonismo tra<br />
clero regolare e clero<br />
secolare è dunque inevitabile<br />
ed esplode anche<br />
in seguito alle gravissime<br />
accuse di corruzione<br />
d’ipocrisia che alcuni<br />
Ordini di fresca istituzione,<br />
rivolgono a tiro<br />
incrociato ai vescovi e ai<br />
prelati secolari in genere.<br />
Messi alla berlina in<br />
così malo modo, ai<br />
vescovi non resta che<br />
approfittare di circostanze<br />
favorevoli per poter reagire e l’occasione<br />
viene appunto da Parigi, da quella<br />
famosissima Università che è più che mai<br />
divenuto il centro nevralgico dei mendicanti.<br />
I vescovi si gettano a capofitto nella<br />
spinosa polemica, attaccando con prevedibile<br />
asprezza gli invadenti, insaziabili fraticelli.<br />
...continua sul prossimo numero