anzio - il Caffè
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MARE n. 220 - dal 16 al 29 giugno 2011<br />
Il governo vuole ampliare le concessioni demaniali per l’affidamento a gestori privati degli aren<strong>il</strong>i. Un vero pasticcio<br />
Spiagge sempre più private e a pagamento<br />
L’approvazione della<br />
norma non è stata soppressa,<br />
ma solo rinviata<br />
Roberto Lessio<br />
Mentre i cittadini venivano chiamati<br />
alle urne per esprimersi sulla privatizzazione<br />
dell'acqua e dei servizi<br />
pubblici locali (oltre al ritorno al nucleare<br />
e <strong>il</strong> cosiddetto legittimo impedimento),<br />
nello stesso tempo un altro<br />
diritto, di fatto, potrebbe essere sottratto<br />
ai cittadini per regalarlo ai privati:<br />
quello di poter andare liberamente<br />
in spiaggia a prendere <strong>il</strong> sole<br />
dove, come e quando vogliono e senza<br />
dover per forza pagare.<br />
Certo, dovrebbe rimanere libero<br />
l'accesso alla battigia e la possib<strong>il</strong>ità<br />
di farsi <strong>il</strong> bagno, ma non si sa mai. La<br />
nuova norma, in particolare gli articoli<br />
che portavano a 20 anni <strong>il</strong> diritto di<br />
superficie sugli aren<strong>il</strong>i, doveva essere<br />
in un primo momento inserita nel decreto<br />
legge “per lo sv<strong>il</strong>uppo” (così denominato),<br />
ma è stata stralciata<br />
all’ultimo momento. In realtà<br />
non si tratta di un passo<br />
indietro del governo,<br />
ma solo di un rinvio:<br />
sarà riproposta in<br />
seguito.<br />
Le Regioni, d'intesa<br />
con l'Agenzia<br />
del Demanio e con<br />
i Comuni interessati<br />
dai rispettivi aren<strong>il</strong>i,<br />
potranno assegnare<br />
ai privati anche quei<br />
pochi tratti di litorale rimasti<br />
liberi. Infatti dovrebbero<br />
restare escluse le aree demaniali<br />
sottoposte a vincoli paesaggistici<br />
e naturalistici (tipo <strong>il</strong> Parco<br />
Nazionale del Circeo, la spiaggia di<br />
Torre Astura o la tenuta di Castel Porziano),<br />
ma tra una piega di legge e l'altra,<br />
la possib<strong>il</strong>ità di concedere ai privati<br />
anche questi tratti di spiaggia non<br />
viene esclusa. È l'ennesimo pasticcio<br />
in salsa italiana. Ecco cosa prevede la<br />
proposta del Governo<br />
Chi costruirà<br />
sulle spiagge<br />
strutture per i<br />
bagnanti ne diverrà<br />
proprietario. E lo<br />
Stato dovrà<br />
pagare<br />
L’EUROPA SI OPPONE<br />
E LA CASTA FA PEGGIO<br />
Fino al 2015, quando dovrebbero<br />
entrare in vigore le nuove norme,<br />
queste concessioni potranno durare<br />
al massimo 6 anni ed essere rinnovate<br />
automaticamente<br />
per un analogo periodo<br />
(quindi 12<br />
anni in tutto). L'attuale<br />
governo aveva<br />
previsto inizialmente<br />
di estendere<br />
la durata di tali concessioni<br />
a 90 anni, ma<br />
dopo una esplicita richiesta<br />
del Presidente della<br />
Repubblica Giorgio Napolitano,<br />
è stata ridotta a 20 anni.<br />
L'intervento presidenziale si era reso<br />
necessario a seguito delle proteste<br />
dell'Unione Europea, la quale aveva<br />
già avviato una procedura di infrazione<br />
sul rinnovo automatico delle concessioni<br />
attuali (quelle di 6 anni per<br />
intenderci).<br />
‘PRIVATIZZANO’, MA SENZA<br />
REALE CONCORRENZA<br />
Da Bruxelles erano intervenuti perché<br />
in quel provvedimento mancava<br />
<strong>il</strong> rispetto dei princìpi comunitari di<br />
economicità, efficacia, imparzialità,<br />
parità di trattamento, trasparenza e<br />
proporzionalità. Ma come sempre accade<br />
in Italia, avviata la procedura di<br />
infrazione, gabbato è <strong>il</strong> provvedimento.<br />
Per superare le critiche dell'UE<br />
sulle concessioni di 6 anni prorogate<br />
una sola volta senza gara, ora in Italia<br />
potrebbe diventare lecito concederle<br />
per un periodo lungo più del triplo<br />
(20 anni anziché i 6 + 6). Dal 2015, tali<br />
concessioni verrebbero date mediante<br />
gara d'appalto. Quindi in regime<br />
di concorrenza... sulla carta. Infatti,<br />
la storia mostra che questo tipo di<br />
operazioni, finora, sono state spesso<br />
e volentieri cucite addosso ai presunti<br />
“concorrenti”, indicando specifiche<br />
caratteristiche che, guarda caso, hanno<br />
soltanto alcuni soggetti e non altri.<br />
E tutto questo viene rappresentato<br />
come accoglimento delle critiche europee.<br />
NETTUNO<br />
Stab<strong>il</strong>imenti balneari<br />
VIA LIBERA AD ALTRO CEMENTO<br />
La nuova procedura si chiamerebbe<br />
concessione del “diritto di superficie”<br />
e sostituirebbe quella che una<br />
volta era una semplice concessione<br />
demaniale. In passato ai privati veniva<br />
data la possib<strong>il</strong>ità di realizzare<br />
strutture e servizi da offrire ai bagnanti,<br />
ma per un tempo ristretto e<br />
ben delimitato: una volta scaduta la<br />
concessione, le opere, se non rimosse,<br />
restavano di proprietà del Demanio,<br />
cioè dello Stato.<br />
Ora con la nuova proposta si aprirebbe<br />
la strada per separare la proprietà<br />
del terreno da ciò che vi è stato<br />
edificato sopra. Per tale motivo le<br />
associazioni ambientaliste denunciano<br />
<strong>il</strong> rischio di una nuova e pericolosa<br />
cementificazione selvaggia delle<br />
nostre coste. Strette dalle loro esigenze<br />
di cassa, molte Amministrazioni<br />
locali potrebbero essere indotte in<br />
tentazione ed approvare qualsiasi richiesta<br />
di costruzione, pur di incassare<br />
denaro fresco.<br />
Ma in realtà è un cane che si morde<br />
la coda: scaduta la concessione, se lo<br />
Stato vorrà re-impossessarsi di quelle<br />
aree edificate dovrà pagare ai privati<br />
<strong>il</strong> prezzo di mercato di quegli immob<strong>il</strong>i<br />
realizzati su terreni di sua proprietà.<br />
Immob<strong>il</strong>i che nel frattempo potranno<br />
essere venduti e/o ereditati da legittimi<br />
proprietari, <strong>il</strong> cui esproprio potrebbe<br />
essere difficoltoso. Potrebbe<br />
diventare diffic<strong>il</strong>e anche eliminare<br />
strutture costruite abusivamente<br />
Nel frattempo è fac<strong>il</strong>e attendersi<br />
che, pur di non pagare l'accesso alla<br />
spiaggia (soprattutto se corredato dal<br />
pedaggio per <strong>il</strong> parcheggio dell'auto),<br />
la maggior parte dei bagnanti si affollerà<br />
nei tratti di spiaggia ancora<br />
liberi. Con impatti ambientali (traffico,<br />
sovraffolamento, erosioni, ecc.)<br />
fac<strong>il</strong>mente immaginab<strong>il</strong>i.<br />
Lo Stato non ci guadagna nulla<br />
A completare <strong>il</strong> pasticcio ci ha pensato <strong>il</strong><br />
Ministro dell'Economia Giulio Tremonti, <strong>il</strong><br />
quale ha dichiarato (incredib<strong>il</strong>mente - visti<br />
i tempi che corrono) che da tale operazione<br />
l'erario non si attende alcun gettito. Vale<br />
a dire che, anche se tutte le spiagge italiane<br />
appartengono all'Agenzia del Demanio<br />
e di conseguenza allo Stato italiano,<br />
quest'ultimo non otterrà guadagni significativi<br />
da tale operazione. Verrebbe da<br />
chiedersi allora perché si vuol fare questa<br />
legge. La risposta è praticamente scontata:<br />
in un Paese dove si è pensato di privatizzare<br />
l'accesso all'acqua dolce (quella potab<strong>il</strong>e),<br />
perché mai non dovrebbe essere<br />
privatizzato anche l'accesso all'acqua salata<br />
(quella del mare) È la logica del lassismo:<br />
lasciar fare ad ognuno ciò che gli<br />
pare pur di ottenere un fac<strong>il</strong>e consenso verso<br />
un determinato potere.<br />
GIULIO TREMONTI<br />
Ministro dell’Economia