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L'occhiata letale - Sardegna Cultura

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ano il mare dallo stagno tropicale dove vivono gli uccelli<br />

e i condannati delle saline.<br />

I forzati convogliano l’acqua del mare e sudano alla<br />

ruota del sale che da lontano si vede accumulato in<br />

ghiacciai che abbagliano.<br />

– Quanta luce! – E socchiude gli occhi.<br />

Efisio ha capito che in questo recinto sacro la natura<br />

fa tutto da sé, decide la forma della pietra, i colori, persino<br />

la forma degli alberi che il vento ha reso tutti<br />

uguali, pini o alberi della febbre. È un luogo concluso,<br />

però lui ci sente e ci vede qualcosa che cambia di continuo.<br />

Quanta luce! E continua di notte con la luna.<br />

Peccato che Carmina non sia qui: la sua Carmina è<br />

una ragazza di collegio. Non può stare qua, non è permesso.<br />

Lui la vede di nascosto, alle mura, al tramonto…<br />

Ogni volta è un pericolo, un azzardo… Come<br />

farà a ottobre Il padre lo manda a Pisa a studiare medicina.<br />

Dice che Cagliari è un castello secco e povero,<br />

sospeso sulle paludi, dove comandano i topi e le zanzare<br />

e che da qui bisogna andarsene e che siamo nel 1854<br />

però qua non è lo stesso anno di altri posti perché da<br />

queste parti, dice, è sempre lo stesso anno di molto<br />

tempo fa.<br />

Efisio beve all’ombra della torre e inizia a separare i<br />

fossili che ha raccolto, poi li conserva in sacchetti diversi.<br />

Segna tutto in un quaderno, lui compila catalo-<br />

ghi. Troppo caldo, troppo caldo… Sbadiglia, si sfrega<br />

gli occhi e si prepara a dormire ipnotizzato da un falco<br />

immobile in aria che gli sembra fissato in cielo.<br />

Mentre prova un angolo morbido, vede in mezzo<br />

agli scogli in basso una forma che galleggia, spinta sulle<br />

rocce dal mare, con riguardo.<br />

Prima pensa a un pesce enorme, poi a un maiale affogato<br />

ma all’improvviso un’idea - solida e pesante come<br />

un sasso - gli attraversa la testa che inizia a fargli male.<br />

Scende agli scogli, si sbuccia mani e ginocchia, libera<br />

la cima della barca e rema verso la massa che galleggia.<br />

A una decina di metri il cuore se lo sente scappare di<br />

bocca e gli brucia.<br />

È un uomo, questa massa flaccida è un uomo. Un uomo<br />

completamente nudo, a faccia in giù, bianco e grigio,<br />

coperto di pulci di mare e circondato da pesci<br />

contenti.<br />

È il primo morto che si trova davanti.<br />

Il primo morto. La morte e un ragazzo che sulla morte<br />

ha ancora pensieri da bambino, quasi. Adesso ce<br />

l’ha davanti, la differenza tra un vivo e un morto. Ed è<br />

una differenza così grande che lo stordisce.<br />

Tutte le volte che un parente moriva i suoi genitori<br />

non glielo facevano vedere e lui della morte - che in famiglia<br />

non è mai passata e chiamano miglior vita, trapasso,<br />

sonno, dipartita, estinzione però mai morte - ha<br />

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