L'occhiata letale - Sardegna Cultura
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– Ma tu, hai scelto di parlare solo a me Vuoi attenzione<br />
da me<br />
Questa domanda - che in fondo era un presagio di<br />
Carmina - lo aveva colpito e, per una specie di onestà,<br />
non aveva risposto: zitto, neppure un cenno con la testa.<br />
Perciò lei per un mese non era più andata agli appuntamenti.<br />
Poi avevano ricominciato con i ragionamenti rifiniti<br />
da Efisio durante il giorno per gli incontri al tramonto.<br />
Così non si distraevano neppure quando sembrava che<br />
la città andasse a fuoco.<br />
Lui avrebbe voluto parlare persino in versi con Carmina,<br />
ma non gli venivano e quelli che scriveva li stracciava<br />
sempre.<br />
– Noi siamo a meridione, Carminetta… Ma potremmo<br />
fuggire ancora più a meridione… Dove non usano<br />
neppure vestiti, non stanno all’aperto durante il giorno<br />
perché il caldo è troppo… Questo è il confine… Però<br />
io qua ho trovato Tatàno… E sono iniziate le cose.<br />
Gli io, io di Efisio crescono e parassitano l’io singolo<br />
di Carmina che - per ora - non si sente maltrattato e<br />
non è un io sommerso, anzi, si sente un io contiguo, un<br />
io così vicino da credere che questo sia amore.<br />
Pensieri lucidati come l’argenteria di casa.<br />
– Se si inizia da giovani a dire cose grandi poi capita<br />
di ripetere le stesse cose tutta la vita… Tutta la vita passata<br />
a ingrandire un’unica idea. Non voglio fermarmi a<br />
rigirare sempre lo stesso pensiero, Carmina.<br />
Un giorno più caldo degli altri, quando non si distingue<br />
quasi l’inanimato dall’animato e tutti sono costretti<br />
dalla forza del clima a parlare solo della distruzione<br />
del caldo, durante un tramonto color madreperla che<br />
non si poteva neppure guardare, si erano avvicinati, a<br />
forza di dire e dire, a qualcosa e avevano sentito come<br />
se una mano né calda né fredda li avesse sfiorati.<br />
– A me tutta questa energia sta facendo male, Carmina…<br />
Non ci riesco, troppa roba intorno da vedere, da<br />
guardare… E mi è venuta addosso una specie di… non<br />
trovo le parole… una specie di fretta, di urgenza… E<br />
non c’è un’ora del giorno che posso dire di stare bene…<br />
Però mi sento forza addosso, me ne sento tanta<br />
che non mi sembra neppure tutta mia.<br />
A Carmina - era la prima volta e dopo si era stupita -<br />
salta fuori una voglia dispettosa perché Efisio che parla<br />
di sé oggi la rimpicciolisce, non sa come, ma la rimpicciolisce:<br />
– Padre Venanzio cura la tua memoria, Efisio,<br />
e basta. È lui che ti dice che ti insegna l’ordine, l’ordine<br />
dei numeri, l’ordine dell’alfabeto, l’ordine dei versi e<br />
delle rime… E Tatàno, in quale ordine lo mette<br />
– Tatàno con l’ordine non c’entra, Carmina…<br />
– È da allora che hai questo non so che cosa addosso…<br />
E io In quale ordine devo stare, io<br />
Questi io in bocca a Carmina li nota perché con questo<br />
suono aspro non glieli aveva mai sentiti.<br />
– Non sto male solo io, Carmina: guardati in giro.<br />
L’energia di Carmina, però, non vuole fare giri.<br />
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